integralmente tratto dall'opera inedita del Preside Nicola Servodidio dal titolo "TERRITORIO E COMUNITA' DI SAN MARTINO SANNITA - Origini, vicende, ipotesi, aspetti, sviluppo socio economico, note di antropologia"-Impostazione 1965, aggiornamento 31.12.1988

FLORA 

asparago

borragine

camomilla

castagno

cerro

cicoria

ciclamino

fragola

finocchio selvatico

ginestra

malva

ontano

origano

olivo

pulegio

quercia

rusco

rovo

viola mammola

 

Flora

Il clima e la composizione chimica del terreno favoriscono la vegetazione spontanea della quercia, del cerro e del castagno, specialmente sulle cime dei colli, del pioppo e degli ontani lungo i torrenti, e dell'olivo e della vite sui rilievi di media altitudine.

Non riescono ad acclimatarsi gli agrumi.

Tra le piante erbacee abbondano: la malva, il ciclamino, la viola mammola, la fragola, il finocchio selvatico, l'asparago, il rusco o pungitopo, la cicoria, il pulegio, l'origano, la borragine, il rovo, le ginestre, la camomilla.

Ricercati sono i funghi che crescono sui ceppi di pioppo, di vite, di olivo, di salice, di sambuco, di querce, di melo.

Da poco tempo si è sviluppata la ricerca dei funghi di terra che si trovano, in autunno, abbondanti nei boschi, però occorre una provata competenza per distinguere quelli eduli da quelli velenosi.

Il disboscamento, iniziato nei secoli scorsi e continuato fino al 1950, anche per la cura del tabacco "salento", è cessato del tutto, anzi riappare il vecchio paesaggio arboreo.

Con l'esodo dai campi e la limitazione dell'agricoltura ai terreni siti intorno ai centri abitati, le cime si rivestono intensamente dell'antica vegetazione e si ricompone il patrimonio forestale. che, per verità è poco sfruttato.

 

 

 FAUNA

volpe

lepre

faina

tasso

puzzola

cinghiale

fagiano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fauna

La fauna selvatica è costituita dalla volpe, dalla lepre, dalla faina, dal tasso, dalla puzzola.

Sono comuni i seguenti rettili: la lucertola, il ramarro, il gerrone, molto rara è la vipera. Appare spesso anche il riccio.

Negli stagni e lungo i torrenti vivono la rana, il rospo, l'anguilla e i pesci di acqua dolce che risalgono i corsi dei torrenti provenienti dal fiume Calore.

Gli animali di allevamento (maiali, pecore, capre, conigli, polli, cavalli, asini, buoi, muli) diventano sempre più rari con l'abbandono progressivo dell'agricoltura. Ciò rappresenta una grave perdita economica.

L'uso crescente degli anticrittogamici e la pratica indiscriminata della caccia hanno determinata la rarefazione del tordo, dell'usignolo, della beccaccia, della starna, della quaglia e del merlo.

Anche gli uccelli rapaci come l'astore, la civetta, il barbagianni, sono diventati rari.

Negli ultimi anni sono stati fatti ripetuti tentativi di ripopolamento faunistico. Il cinghiale e il fagiano si sono ambientati bene. Il cinghiale che vive nelle selve di Lentace è l'erede del nonno beneventano, rimasto simbolo della città.

Con il rimboschimento spontaneo si sono evitati ulteriori danni ecologici e l'ambiente ha ripreso il suo aspetto originario.

 

 

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