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Bove Francesco |
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(Paolise 1803 - Napoli 17 novembre 1884) Fin dalla adolescenza, mostrò spirito ribelle all'imperante oppressione politica. I primi concreti rapporti di polizia sul suo conto, risalgono al gennaio-febbraio 1848 quando strappata a Ferdinando II Borbone la Costituzione, il Bove esercitò un'attiva propaganda liberale nella Valle Caudina. Dopo l'episodio del 15 maggio di quell'anno, aderi al programma mazziniano sostenuto in Montesarchio da Giuseppe M. de Ferrariis. Aveva con altri, già fondato in Napoli quel Circolo costituzionale dove fra le accese discussioni sull'incerta situazione politica e sull'operato dei ministri, dominò il suo spirito equilibrato e la sua facondia di avvocato. Con Felice Barilla si prodigò per frenare pericolose intemperanze liberali che avrebbero peggiorata la già compromessa causa della libertà, ma non si ritrasse quando la plebe napoletana aizzata da agenti borbonici inscenò "manifestazioni sanfediste". Non sfuggi, pertanto, alla reazione regia e più volte le prigioni di S. Maria Apparente si aprirono per lui, ma non mai si chiusero su i suoi ideali di libertà che ebbero il loro appagamento nel 1860. Nel settembre di quell'anno, Garibaldi gli affidava il governo di due istituti femminili, il Ritiro di Mondragone e il Convitto del Carminiello in Napoli, che versavano in deplorevole abbandono. Nel 1861 collaborò con Pasquale Stanislao Mancini e Raffaele Conforti, al riordinamento politico e civile delle province meridionali; fu commissario per l'attuazione del plebiscito e sagace consigliere nei provvedimenti legislativi del periodo della Luogotenenza. Eletto deputato nel 1865 per il Collegio di Montesarchio (fu riconfermato sino al 1876), sedette su i banchi di sinistra, cioè di quell'opposizione liberale progressista al cui programma rimase tenacemente fedele, combattendo fra l'altro, l'esoso imperversare del fiscalismo e le esorbitanze governative. La sua laboriosa professione di avvocato non gli ostacolò "il culto per la Musa", né l'ostacolarono le meditate allegazioni in materia civile (oltre 28 volumi) e nè le non meno accurate relazioni alla Camera dei Deputati durante l'esercizio del mandato parlamentare.Opere. - Il Deputato (e altri articoli) ne "Il Costituzionale " (1848) - La parola dell'avvocato [prose e poesie] Napoli, Tip. Largo S. Marcellino, 1850 - Gli Asili di beneficenza e il Governo, Napoli, Tortora, 1861 - I luoghi pii laicali e la legge eversiva delle corporazioni religiose, Napoli, Stabilimento dei classici italiani, 1866 - L'umanità sventurata e il Governo italiano, Napoli, Mititiero, 1867 - Ultimi versi, Napoli, Tip. La Nuova, 1868. - La rivendicazione o lo s'vincolo dei Patronati laicali, Napoli, Piscopo, 1869 - Le ragioni del Patronato laicale dei privati e dei Comuni sopra i beni provenienti dalla soppressione a fronte delle esorbitanze fiscali, Napoli, Tip. Gioia, 1869. Bibl. - L. PALOMBA - C. CAPONE - F. CECERE, Cenni biografici di F. Bove, Napoli, Giannini, 1874; A. MEOMARTINI, I Comuni della prov. di Benevento cit., p. 30; Id., i nostri morti: F. Bove in Gazzetta di Benevento, 31 dic. 1884. V. TESTA, Gli Irpini nei moti politici cit., p. 74 e passim; M. VENDITTI, Il Pozzo e la statua. Soliloquio di un avvocato napoletano, Napoli, I.E.S., 1949, p. 98; A. ZAZO, Montesarchio per l'unità d'Italia (1860-1960), Montesarchio, Tip. Russo, 1961. - cfr. Atti della Camera dei Deputati, IX, X, XI. Legislatura. |
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da "DIZIONARIO BIO-BIBLIOGRAFICO DEL SANNIO" di Alfredo Zazo, Ed. Fausto Fiorentino, Napoli, 1973 |
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