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PONTE

SCONTRO TRA BRIGANTI E SOLDATI DEL REGIO ESERCITO ITALIANO

Questo documento è la relazione fatta dal Capitano della Guardia Nazionale di Casalduni, Saverio Mazzaccara, al Sottoprefetto di Benevento con dispaccio del 5 gennaio 1862.

Era l'alba del 4 giugno quando, giunto a Ferrarisi, nel Comune di Ponte, "di perlustrazione con un buon numero di Guardie, mi venne riferito che verso la metà di quella notte si erano intese molte fucilate nella piana di Ponte. Mi avviai a quella volta, e nel luogo, ove appellasi Noce d'Apone, in un seminato a grano, poco discosto dalla strada, che da Ponte mena a Solopaca, rinvenni due cadaveri, cioè un sergente del Ventesimo di Linea, mancante del cranio, che er'andato via con un colpo di arma da fuoco, ed un contadino che, secondo la vestitura, appariva essere del vallo di Vitulano, coverto di cinque ferite, prodotte anche da arma da fuoco. Seppi che verso S. Maria la Strada vi era un drappello di truppa, feci avvertire l'Uffiziale che (io capitano) avevo rinvenuto quei cadaveri. Conferitasi colà la truppa narrommi che in quella notte verso le ore 5 italiane (la truppa) percorreva quella via, per andarsi ad appostare a S. Maria della Strada, ove aveva conosciuto aggirarsi una banda di sei in sette briganti. Il defunto sergente marciava di avanguardia con pochi soldati, in quel luogo s'imbatté con cinque o sei malviventi provenienti dalla parte di detta S. Maria della Strada, essi si dirigevano verso il fiume Calore, forse per guadarlo. I briganti a dar voce ed a scaricare cinque o sei fucilate, fu tutt'uno; sotto questi colpi cadde estinto il sergente. I soldati sollecitamente tirarono anch'essi, ed uccisero un brigante. I briganti datisi in fuga per entro i seminati vennero inseguiti, ma le fitte tenebre ne fecero disperdere le tracce. Il brigante (ucciso) er'armato di fucile con baionetta e 13 cartucce ed aveva in tasca piastre 18 e mezzo. Poco discosto da ov'egli giaceva, si rinvenne una bisaccia con un'anfora, o grosso fiasco di vino bianco, di colore alquanto cerasuolo, ed un pane bianchissimo di oltre due rotoli. Quali oggetti furono tutti appropriati dalla truppa, al numero di 40, e precisamente quella distaccata in Torre-Palazzo. Feci condurre i due cadaveri in Ponte, per far dare sepoltura al sergente in quella chiesa questa mane dopo celebrati i funerali e resi dalla Guardia gli onori militari, e il brigante poi per essere riconosciuto. Ed infatti un falegname di Vitulano disse che quel cadavere era un tal Angelo di Agnone Minco Paglia del Comune di Vitulano, di anni 22 o 23, refrattario [disertore] dell'ultima leva, che per non marciare erasi dato a percorrere la campagna, e pochi mesi fa esercitava il mestiere di custode di pecore, stando a garzone con Sebastiano Matarazzo di Sirignano, casale di Vitulano. Costui (il cadavere del brigante) ebbe sepoltura in un fosso in campagna. Non debbo tacere essermi riferito in Ponte che vino simile a quello rinvenuto presso i briganti si vende a S. Lorenzo Maggiore". [da "Ponte - tra cronoca e storia" di Giuseppe Corbo, 1991 tratto a sua volta da: "Repubblica Partenopea e Brigantaggio di V. Mazzacca, Benevento 1984]

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