Copyright - 1999 - 2001 - © Fioravante BOSCO - Tutti i diritti riservati - Visualizzazione consigliata 800x600 |
||||||
|
GUARDIA SANFRAMONDI |
|
|
|
|
|
|
LA GUARDIA NAZIONALE E LA GUARDIA URBANA di Abele De Blasio da: "Guardia Sanframondi, notizie storiche" libro postumo - Tipografia Gentile - Napoli, 1961 |
|
Con la discesa in Italia dell'esercito di Bonaparte, alcuni stati della penisola, a simiglianza di quanto si era praticato in Francia, istituirono delle milizie che inquadravano i cittadini disposti a difendere le pubbliche libertà ed a mantenere l'ordine costituito, ove se ne sentisse il bisogno. Dapprima a Bologna (1796), e quindi in Toscana e nello Stato della Chiesa, si crearono queste milizie che presero il nome di Guardia Nazionale. Durante i moti che, nel 1831, si verificarono in Italia, la Guardia Nazionale assunse, nello Stato Pontificio, il nome di Guardia Civica ed in Toscana quello di Guardia Urbana. Sedati detti moti, nel 1832 uno dei mandati affidati al Cardinale Albani, Commissario Straordinario per le Legazioni, fu quello di sciogliere tutte le milizie. Durante il periodo delle riforme, la Guardia Nazionale o Civica fu ricostituita nello Stato della Chiesa e nelle Legazioni, con notificazione del 5 luglio 1847. In Toscana si chiamò promiscuamente Guardia Nazionale e Guardia Civica; in Napoli fu detta unicamente Guardia Nazionale. Cessata la dominazione francese e tornati sul trono i Borboni, la milizia cittadina fu chiamata Guardia Nazionale nella Città di Napoli ed Urbana in provincia. Le poche notizie pervenuteci sulla Guardia Urbana istituita nel Comune di Guardia Sanframondi rimontano al 1850. Dal ruolino della forza, inviato il 25 marzo di detto anno, dal Regio Giudice di Guardia al Maresciallo di Campo comandante la Divisione Territoriale di Caserta, rileviamo che tale Guardia Urbana era agli ordini del Capo Urbano Lucantonio Foschini fu Carlantonio, ed aveva per Sottocapo Urbano Dionisio Di Cesare di Carlantonio. La sua forza era di 120 uomini nel servizio ordinario e di 24 nella riserva. Le guardie urbane del Circondano di Guardia, unitamente a quelle dei Circondati di Sepino, Morcone, Pontelandolfo e Cerreto, erano alle dipendenze del Maggiore Cav. Achille lacobelli di San Lupo il quale, il 14 giugno 1860, avendo conseguito il grado di Tenente Colonnello, assunse. d'ordine del Re Ferdinando II, anche il comando delle Guardie Urbane dei Circondati di Santa Croce di Morcone e Solopaca (1). Il predetto Cav. Iacobelli, noto più "per spirito di iniziativa nei lavori pubblici, che per generosi sentimenti politici" (2), era molto ligio al Borbone e dette i primi segni della reazione contro l'attività dei comitati liberali che a mano a mano si affermavano in vari comuni della sua giurisdizione. Per tale sua azione reazionaria, era stato segnalato, dal Comitato di Napoli, ad elementi liberali locali affinché ne sorvegliassero attentamente le mosse (3). Entrato Garibaldi in Napoli, il 7 settembre 1860, il comando della Guardia Nazionale verme affidato al Generale Mariano d'Ayala il quale provvide subito a sciogliere le Guardie Urbane ed a eseguire una prima epurazione e riorganizzazione della milizia. Con decreto del 23 ottobre 1860 fu anche istituita la Guardia Nazionale a cavallo nelle province meridionali, chiamando a farne parte coloro che appartenevano al Corpo delle Guardie di Onore. Tale specialità venne poi soppressa con decreto del 19 aprile 1861 ad eccezione dello squadrone di Napoli. Solo quando, nel 1861, si addivenne alla unificazione del Regno ed alla creazione della Luogotenenza per le Province Napoletane, retta dal Principe Eugenio di Savoia, si pensò (pur tenendo in vigore la legge del 4 marzo 1848) di organizzare effettivamente su nuove basi la Guardia Nazionale che però restò alle dipendenze del Ministro dell'Interno. Tare compito fu diretto dapprima da Silvio Spaventa, Segretario Generale del Dicastero dell'interno e Polizia, e poi dal nostro concittadino Filippo De Blasio, succeduto allo Spaventa, dimissionario il 21 luglio 1861 da detta carica di Segretario Generale. Con decreto del 4 agosto 1861, Vittorio Emanuele Il Re d'italia, creava la Guardia Nazionale Mobile, costituita da Corpi distaccati della Guardia Nazionale adibiti al servizio di guerra ed al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica. Il contingente di ciascun comune di tale formazione venne fornito in prevalenza da volontari, anche se non appartenenti alla Guardia Nazionale, ed in difetto di questi, da cittadini idonei chiamati coattivamente, con l'obbligo della ferma di due anni. La Guardia Nazionale Mobile dipendeva dal Ministero della Guerra ed i suoi ufficiali venivano nominati dal Re su proposta del Ministro della Guerra. Il contingente di Guardia Nazionale Mobile del comune di Guardia Sanframondi stabilito in 29 unità, dipendeva dai seguenti comandi gerarchici: Comando G.N.M. del Circondano di Cerreto. Comando della Divisione della G. N.M. di Napoli, Sesto Gran Comando della G.N.M. di Napoli. Il 19 agosto 1861 il Maggiore Generale Nicola Fabrizi, d'ordine della Luogotenenza Generale del Re, veniva nominato Sottoispettore Generale della Guardia Nazionale della Provincia di Benevento. Fu questo il periodo aureo di tale milizia, chiamata allora con enfasi ottocentesca "paIladio della conquistata libertà". Più tardi però, con l'allargarsi dell'organizzazione, essa andò perdendo le sue qualità tipiche che le derivavano soprattutto dallo spirito schiettamente e genuinamente volontaristico di chi le componeva. L'11 aprile 1861, l'intendente di Piedimonte d'Alife, accogliendo le proposte del Sindaco di Guardia, approvò la costituzione del Consiglio di Ricognizione, per la formazione della matricola e delle liste della nuova Guardia Nazionale, composto dai seguenti cittadini; Luigi De Blasio di Geremia, proprietario; Achille Marotta fu Giovanni, proprietario; Silvestro Nonno fu Francescantonio. proprietario (1). Tale Consiglio formò le liste dei militi per il servizio ordinario e per quello della riserva, chiamando a farne parte i "cittadini operosi ed amanti del proprio paese e degni di un Governo libero e generoso". La lista del servizio ordinario risultò di 155 unità di cui 25 della disciolta Guardia Urbana e quella della riserva di 31 unità di cui 20 dell'ex Guardia Urbana. In base a tale forza il Consiglio dispose la formazione di una compagnia della quale prese il comando il capitano Errico Foschini Longo fu Luigi, nato a Sepino, residente in Guardia, proprietario. La milizia assunse la denominazione di "Guardia Nazionale del Municipio di Guardia Sanframondi". L'uniforme della Guardia Nazionale era già stata stata stabilita con decreto del 27 gennaio 1861 e doveva diventare obbligatoria a partire dal primo gennaio 1864. Per tal motivo i militi della disciolta Guardia Urbana continuarono a portarne l'uniforme, abolendo solo i distintivi borbonici. Intanto il personale che costituiva le unità della Guardia Nazionale, pur essendo in gran parte volontario, lasciava spesse volte a desiderare nei riguardi disciplinari, malgrado i continui richiami fatti dal Dicastero dell'interno e Polizia per una disciplina più energica. Infatti, in data 28 agosto 1861, il Segretario Generale, Avvocato Filippo De Blasio, emanava la seguente circolare:Dicastero dell'interno e Polizia 6 Ripartimento 3 Sezione Napoli 28 agosto 1861 Oggetto: Per la esecuzione degli articoli 82 e 146 della Legge 4 marzo 1848 sulla Guardia Nazionale - Circolare n. 109. Signore, dimandatosi da qualche Governatore quale sia il Magistrato, innanzi al quale debbano esser tradotte le Guardie Nazionali, che obbligate secondo la legge a far parte dei corpi distaccati ricusassero di ubbidire alla richiesta o abbandonassero il corpo senza autorizzazione, giusta quanto prevede l'art. 146 della legge del 4 marzo 1848; questo Dicastero dichiara che l'autorità della quale trattasi è il Regio Giudice di ciascun circondano, secondo trovasi già provveduto con la circolare del 2 di maggio ultimo n. 17 relativamente all'art. 121 della legge stessa. Con tale occasione questo Dicastero dichiara pure che la stessa autorità del Giudice Regio del Circondano è quella che deve applicare la pena comminata dall'art. 82 della ripetuta legge contro quei militi, che nel corso di un anno dopo aver sofferto due condanne dal Consiglio di Disciplina si rendessero rei di altre mancanze. Il Segretario Generale : F. De BlasioAi Signori Governatori ed Intendenti Detta circolare, richiamandosi ad un articolo della legge 4 marzo 1848, ed a precedenti disposizioni emanate dallo stesso De Blasio, precisava che per i rifiuti di obbedienza ed abbandoni di posti dei militi della Guardia Nazionale, erano competenti a giudicare i Regi Giudici di ciascun Circondario. Dalla seguente lettera, inviata il 10 settembre 1861, dal capitano Foschini Longo al Sindaco di Guardia, si rilevano le condizioni di armamento e la forza del reparto nella fase della sua nascente organizzazione: Signore, di risposta al suo Uffizio del 1 discorrente Le dinoto che dietro rivista tenuta della Guardia Nazionale di mio comando ne ebbi per risultato. Essere essa in possesso di n. 86 fucili, dei quali 49 di munizione a percussione, 7 moschettoni a selice e 30 fucili paesani della disciolta Guardia Urbana. Dei 49 fucili a percussione vari hanno bisogno di accomodi. I moschettoni sono inservibili per la loro costruzione, e dei 30 fucili paesani quasi tutti a selice parte di essi sono inutili pel calibro, e parte pericolosi perché armati di pessime e malsicure piastrine. Per ciò che riguarda munizioni ne difetta, poiché appena 34 mazzi di cartucce mi ebbi dal Governo, le quali divise agli 86 militi armati ne sarebbero toccate men di tre ciascuno, a ciò per altro si è supplito dal patriottismo e disinteresse dei militi benestanti e mio. Ciò non ostante questa G.N. abbisogna di altre munizioni, ed interesso la sua solerzia curarne lo acquisto, come pure la prego adoperarsi pel completo armamento di essa stando inermi altri cento militi. Il Capitano: Errico Foschini LongoAi primi del febbraio 1862 si venne nella determinazione di formare nel Comune di Guardia, due compagnie di Guardie Nazionali, dividendo la forza di quella già esistente, e di procedere, secondo le disposizioni in vigore, alla nomina di due comandanti. Infatti, il 23 febbraio di detto anno, furono nominati, per elezione, i due capitani: Raffaele Pigna fu Giuseppe, proprietario, che assunse il comando della 1 Compagnia e Errico Foschini Longo che prese il comando della 2. Il Foschini Longo, essendo più anziano del Pigna, assunse anche il comando di tutta la forza. Dall'elenco degli Ufficiali e bassi Ufficiali della Guardia Nazionale del Comune di Guardia Sanframondi rileviamo che il quadro Ufficiali di essa, nel 1864, era così composto: 1 Compagnia - Capitano: Pigna Raffaele fu Giuseppe, nato in Guardia, nominato per elezione, il 23 febbraio 1862; LuogoTenente: Marotta Achille fu Giovanni, nato in Guardia, nominato per elezione il 10 aprile 1864; LuogoTenente Pigna Berardino fu Alfonso, nato in Guardia, nominato per elezione il 23 febbraio 1862; SottoTenente Marotta Giuseppe fu Giovanni, nato in Guardia, nominato per elezione il 23 febbraio 1862; SottoTenente: Mastrocola Eliseo di Francesco, nato in S. Lupo, nominato per elezione il 10 aprile 1864.2 Compagnia - Capitano: Foschini Longo Errico fu Luigi, nato in Sepino, nominato per elezione il 23 febbraio 1862; LuogoTenente: Foschini Longo Ottavio fu Luigi, nato in Sepino, nominato per elezione il 23 febbraio 1862; LuogoTenente: Foschini Nicola fu Domenico, nato in Guardia, nominato per elezione il 23 febbraio 1862; SottoTenente: De Blasio Pietro fu Geremia, nato in Guardia, nominato per elezione il 23 febbraio 1862; SottoTenente: Assini Vincenzo fu Filippo, nato in Guardia, nominato per elezione il 23 febbraio 1862.Dopo la formazione delle due compagnie, in data non potuta accertare, venne formato il comando di un battaglione di stanza in Amorosi, che assunse la denominazione di "Battaglione della Guardia Nazionale del Mandamento di Guardia Sanframondi in Amorosi". Dal predetto battaglione dipesero le compagnie dei Municipii di Guardia, Amorosi, S. Salvatore Telesino e Puglianello, Castelvenere e S. Lorenzo Maggiore (1). Il comando del Battaglione venne affidato al Maggiore Marco Maturi. Nel, 1864, si provvide a dotate tale formazione di una bandiera che costò lire 552,50, ed a nominare un chirurgo nella persona del dottor Giosuè Cleopazzo di Guardia Sanframondi. Il Battaglione, a sua volta, dipendeva dall'Ispettorato della Guardia Nazionale della Provincia di Benevento, con sede in Benevento, il cui Ispettore, nel 1864, era il Generale Della Valle di Carano. Le spese occorrenti pel Battaglione, venivano ripartite fra i vari Municipi del Mandamento, all'inizio di ciascun anno. Così, per l'anno 1865, il Prefetto Cler di Benevento emanava il seguente decreto:Vittorio Emanuele II per la grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia Il Prefetto della Provincia di Benevento in Consiglio di Prefettura. Visto il bilancio del Battaglione Mandamentale di Guardia Nazionale a Guardia Sanframondi proposto dal Consiglio di Amministrazione addi 21 novembre p.p. pel servizio dell'anno 1865. Vedute le deliberazioni fatte addì 3, 4, 6, 12 dicembre p.p. dai comuni di Amorosi, Castelvenere, Guardia Sanframondi, S. Lorenzo Maggiore e S. Salvatore. Veduto l'art. 71 della Legge sulla Guardia Nazionale in data del 4 marzo 1848. Considerando che i Consigli Comunali di S. Salvatore Telesino, Castelvenere, Amorosi, hanno all'unanimità approvato ed aderito alle spese portate nel Bilancio anzidetto. Che i soli Consigli di S. Lorenzo Maggiore e Guardia Sanframondi avrebbero proposto alcune modificazioni, modificazioni però che non si possono ammettere, perché se fossero ritenute, porterebbero l'impossibilità di far progredire il buon andamento del Battaglione. Veduto il parere del Signor Ispettore della Guardia Nazionale della Provincia di Benevento addì 2 gennaio andante: decreta Art. 1 - Il Bilancio anzidetto viene approvato nel modo proposto dal Consiglio d'Amministrazione. Art. 2. - La totale somma di lire quattromilatrecento e centesimi cinquanta viene ripartita a carico dei Comuni, che compongono il Mandamento, come appresso: Amorosi: popolazione ab. 1520, quota annuale 612,51; Castelvenere: popolazione ab. 714, quota 287,69; Guardia Sanframondi: popol. ab. 3855, quota 1553,06; San Lorenzo Maggiore: popol. ab. 1859, quota 741,01; San Salvatore: popol. ab. 2746, quota 1106,23. Art. 3. - Ciascun Comune verserà della cassa dell'Amministrazione del Battaglione la rispettiva quota a carico in dodici rate uguali, al principio di ciascun mese del corrente anno. Art. 4. - Il Signor Sottoprefetto del Circondano di Cerreto Sannita è incaricato dell'eseguimento del presente decreto. Per copia conforme Il Segretario della Sotto Prefettura Pietro Zincone. I comandi di Battaglioni Mandamentali della Guardia Nazionale, nella Provincia di Benevento, ebbero breve vita perchè la indisciplina che già regnava nelle varie compagnie fin da quando esse dipendevano solo dai Municipii, si accentuò ancor più quando detti reparti, con la istituzione del comando superiore, vennero sottratti alla esclusiva e diretta dipendenza dei comandanti locali. Al principio dello anno 1866 tali comandi furono perciò soppressi. Il 12 maggio 1866, il Prefetto della Provincia di Benevento emanava la seguente circolare dalla quale si rileva che malgrado l'abolizione dei comandi di battaglione, l'istruzione ed il servizio della milizia continuavano ad essere trascurati e pertanto, onde assicurarsi della puntuale esecuzione delle prescrizioni emanate, il Ministero dell'Interno nominava, per ciascun Mandamento, un Ufficiale Delegato, incaricato di ispezionare le milizie. A tal fine, per le milizie del Mandamento di Guardia, veniva designato il Capitano Pigna Raffaele. Prefettura della Provincia di Benevento 1 Divisione - N. 4901 Benevento 12 maggio 1866 Oggetto: Ispezioni delle Guardia Nazionali Ai Signori Sindaci e Comandanti delle Guardie Nazionali della Provincia di Benevento Lo scioglimento di codesto Battaglione Mandamentale avendo avuto per effetto specialmente di richiamare le Guardie Nazionali sotto la diretta dipendenza del Comandante locale, e di far pesare sovra di esso la responsabilità del servizio, il sottoscritto aveva ragione di sperare che tale misura sarebbe stata meglio apprezzata dai Signori Sindaci e Comandanti della Milizia Cittadina, onde giovarsene allo scopo di rieccitare l'attività de' militi e graduati allo adempimento del loro dovere, all'osservanza della disciplina, ed all'istruzione militare, senza di che questa nobile istituzione mal potrebbe rispondere al fine per cui venne creata. Malgrado le raccomandazioni e gli eccitamenti fatti, pur troppo risulterebbe, che salve poche eccezioni, l'istruzione ed il servizio sono assolutamente trascurati; se un tale stato di cose è riprovevole nei tempi normali, a maggior ragione deve condannarsi nelle circostanze presenti, in cui la Nazione abbisognando, per la difesa della Patria, di tutte le forze regolari, è costretta a fare assegnamento sulla Milizia Cittadina pel mantenimento dell'ordine interno, quindi il sottoscritto invita i Signori Sindaci e Comandanti le Guardie Nazionali di ciascun Comune sotto la loro personale responsabilità a disporre che il servizio della Guardia Nazionale sia riattivato, nell'interesse dell'ordine pubblico ch'essi sono chiamati a tutelare. D'ora in poi e fino a nuov'ordine, in ciascun giorno festivo sarà l'intiera Milizia riunita per essere istruita nel maneggio delle armi e nella scuola del soldato; in quella occasione sarà passata una ispezione rigorosa delle armi, onde assicurarsi del loro stato. Sarà ristabilito il posto di Guardia, chiamando di servizio ogni giorno un numero di militi e graduati corrispondente al bisogno, avuto presente la forza dell'intiera Milizia del Comune; ove il servizio riuscisse alquanto gravoso, saranno pure chiamati in sussidio i Militi ascritti al ruolo di riserva, onde la Guardia Nazionale possa essere in ogni evento in grado di soddisfare all'esigenze della situazione. Sarà ricostituito il Consiglio di Disciplina, ove già non lo fosse stato, trasmettendo immediatamente alla Prefettura od alla Sotto Prefettura le terne prescritte dall'art. 93 della Legge 4 marzo 1848, per la nomina del Relatore e Segretario del Consiglio medesimo. Onde assicurarsi della puntuale esecuzione delle prescrizioni anziaccennate, il sottoscritto, dietro autorizzazione del Ministero dell'Interno, impartita con dispaccio 30 aprile p.p. Divisione 5. Sezione 3. ha delegato il Signor Pigna Raffaele, Capitano della Guardia Nazionale del Comune di Guardia Sanframondi, per ispezionare incessantemente le milizie di codesto Mandamento e riferire in qual modo viene da esse il servizio disimpegnato. Vostra Signoria Illustrissima vorrà quindi nella di lei qualità riconoscerlo, prestandosi a tutte le richieste che le fossero dal medesimo fatte, nell'interesse del servizio della Guardia Nazionale, ed il sottoscritto si lusinga che dai rapporti del lodato Ufficiale Delegato non avrà che a lodarsi del di lei zelo a pro della tranquillità pubblica e della regolarità del servizio, ma se contro ogni aspettativa, succedesse l'opposto, in tal caso Vostra Signoria è fin d'ora prevenuta, che il sottoscritto non esiterà a prendere tutte quelle misure di rigore che sono dalla legge consentite. Vostra Signoria Illustrissima si compiacerà di accertarmi del ricevimento della presente. Il Prefetto : Cler.La predetta circolare pervenne al Sig. Sicca che, da pochi giorni era stato inviato a Guardia, dalla Prefettura di Benevento, in qualità di R. Delegato Straordinario per l'Amministrazione Comunale, onde rimettervi l'ordine che purtroppo faceva difetto. Egli così rispose al Prefetto Cler di Benevento: Municipio di Guardia Sanframondi Guardia Sanframondi 25-5-1866 Prot. n. 219 - Risp. Circ. del 12-5-1866 - n. 4901 Oggetto: Sul servizio di questa Guardia Naz. e sulla nomina di un Ispettore. Al Signor Prefetto della Provincia di Benevento. Mi è pervenuta questa mattina la rispettata circolare della V.S. colla quale sono dati opportuni provvedimenti perchè sia riattivato il servizio della Guardia Nazionale e venga la Milizia riunita in ogni giorno festivo per l'istruzione ed ispezionata da un Ispettore nominato nella persona del Sig. Capitano Raffaele Pigna. Appena arrivato in questo Comune doveva certamente essere mio pensiero, e lo fu, d'interessarmi su questo importantissimo oggetto, ma restai sconfortato dallo stato di ogni cosa che alla Guardia Nazionale si riferisce. Non era stata effettuata la revisione della matricola e dei ruoli, niun servizio si faceva da un anno, ed interpellato il Comandante, Capitano anziano Errico Foschini Longo, mi dichiarò apertamente ed in modo positivo che inutile sarebbe il richiedere alcun regolare servizio nello stato dì dissolvimento quasi completo in cui si trova questa Guardia Nazionale, specialmente per dissenzioni gravi avvenute tra i due Capitani riverbantesi sugli altri graduati e sui militi. Mi diedi premura di fare, per quanto si poteva meglio, la pronta revisione della matricola e visto come il numero totale dei militi è di poco più di cento cinquanta pel servizio ordinario, mi risultò la convenienza di formare una sola compagnia. Susseguentemente a che, con mio rapporto del 10 maggio, n. 144, riferii ogni cosa alla Sottoprefettura interessandola a promuovere lo scioglimento di questa Guardia Nazionale per ricostituirla subito in una sola compagnia, e nella persuasione che tale provvidenza venga in breve emanata, mi trovo di avere già formato il Ruolo della sola compagnia da riorganizzarsi. Solamente in questo modo, sia perché viene tolta la causa dei dissidi, sia perché è operabile la nomina di nuovi graduati in persone che alla stima congiungono la buona volontà ed energia, si può nutrire qualche fiducia di vedere riattivato un utile servizio della Milizia di Guardia Sanframondi, la quale altra volta e precisamente prima che si dividesse in due compagnie, non fu tra le ultime della Provincia. Ciò mi sono creduto in debito di riferire alla S.V. a scarico di personale responsabilità, d'altra parte, in obbedienza a quanto può attribuirsi dal contenuto della succitata circolare del 1 maggio, oggi pervenutami, l'assicuro che in questa parte ordinativa ed amministrativa, non mancherò di provvedere nel miglior modo osservando però che non posso assumere la responsabilità della parte esecutiva per quanto si riferisce al Comandante, e sulla quale posso bensì insistere ed eccitare ma non provvedere. Per quanto si riferisce al Signor Uffiziale Delegato ad ispezionare la Guardia di questo Mandamento non avrà che a farmi quelle richieste che siano nell'interesse del servizio, e nel limite delle mie attribuzioni per vederle immediatamente assecondate. Colgo quest'occasione per accertare la S.V. che in questo Comune esiste la più soddisfacente tranquillità. Il Regio Delegato Straordinario: L. SiccaLa proposta del Delegato Straordinario del Comune, tendente a sciogliere le due compagnie ed a formarne una sola, non venne accolta, ma ottenne l'effetto della ricostituzione del Consiglio di Disciplina che era stato soppresso perché non si era più provveduto alla nomina del Relatore e del Segretario. In data 29 giugno 1866 infatti, su proposta del Capitano anziano Foschini Longo, venne nominato Relatore il Sottotenente Pietro De Blasio e Segretario il Milite Vincenzo Morone di Filippo. Ciò valse a rinsaldare i vincoli disciplinari perchè il Consiglio di Disciplina potette adottare tutti quei provvedimenti consentiti dalla legge, a carico dei militi che incorrevano in mancanze. Ben presto però una grave mancanza fu commessa dal Capitano Pigna ed il provvedimento adottato a suo carico dal Prefetto di Benevento, in seguito a rapporto dell'Arma dei Carabinieri Reali, scosse nuovamente la compagine della G.N. I particolari del caso Pigna si rilevano dal seguente Decreto Prefettizio mediante il quale venne inflitta la sospensione di un mese al prefato ufficiale: Il Prefetto della Provincia di Benevento in Consiglio di Prefettura Visti gli atti a carico del sig. Raffaele Pigna, Capitano della Guardia nazionale del Comune di Guardia Sanframondi, imputato di aver favorito la fuga di Pigna Domizio arrestato dall'Arma dei Reali Carabinieri; Inteso l'Ufficiale nelle sue osservazioni; Considerando che se dallo assieme dei fatti accertati non risulta la complicità del Capitano, si trova però bastantemente liquidato, che la sua inerzia contribuì a far fuggire dalle mani dei Reali Carabinieri il Pigna, per non aver prestato braccio forte, comunque formalmente richiestone, e limitandosi a presenziare con l'indifferenza alla colluttazione durata per qualche tempo fra la Forza ed il prevenuto; Che la deduzione fatta in sua difesa dal Capitano di avere ripetutamente richiesto ai Carabinieri Reali la consegna del Domizio nell'atto che non lo esime dalla imputazione in parola, rende più grave la sua colpevole impassibilità nello assistere alla lotta dopo il rifiuto per parte dei Carabinieri fatto in omaggio al Regolamento dell'Arma; Considerando che nel frangente in discorso, senza discendere all'esame della complicità, per la quale si è istituito il relativo procedimento dall'Autorità competente, non cada dubbio, che il Capitano abbia spiegato un contegno poco lodevole col rimanere passivo nella colluttazione senza cooperare alle operazioni dei Carabinieri Reali; Visti i pareri del Sottoprefetto; decreta Il Signor Raffaele Pigna Capitano della Guardia Nazionale di Guardia Sanframondi rimane sospeso per un mese. Copia del presente Decreto sarà trasmessa al Ministero dell'Interno per gli effetti di legge. Benevento 17 agosto 1866 - Firmato Cler - Firmati Pulerano - Mancini. Per copia conforme - il Segretario Capo - Brignone. Il provvedimento di rigore a carico del Pigna gli fece perdere definitivamente anche l'incarico di Ispettore delle Milizie del Mandamento. Nel togliergli tale incarico, il Prefetto di Benevento, con nota del 27 agosto detto anno, n. 8983 così si espresse: " Il capitano Pigna non potrà in certo modo godere della stessa stima e fiducia dei Militi nello esercitare la carica d'Ispettore delle Milizie del Mandamento allorquando sarà restituito alle sue funzioni". I latenti dissensi fra i due capitani comandanti, che si acuirono dopo il fatto del Pigna, la presenza nelle compagnie di elementi di discordia, ebbero tale effetto deleterio sul servizio e sulla disciplina che fu giocoforza, nel giugno 1867, sciogliere le due compagnie e ricostruirne subito una sola, della forza di 125 uomini, il cui comando venne affidato al Capitano Lucantonio Assini di Carlo Maria. Fu dopo tale provvedimento che il servizio si riattivò e la disciplina si rinsaldò sufficientemente. Anche questa volta però, l'organismo funzionò abbastanza bene solo per poco tempo. I primi sintomi del deficiente spirito di attaccamento all'istituzione e della noncuranza della massa della Milizia, si ebbe nell'agosto del 1867, quando si dovette procedere alla elezione di un luogotenente, per sostituire il notaio Francesco Nonno, eletto luogotenente il 16 giugno e dimissionario il susseguente giorno 19, perché la sua professione era incompatibile con le funzioni di ufficiale. Come prescriveva la legge, la nomina era fatta per elezione, innanzi al Consiglio di Ricognizione, dai militi della compagnia se in numero legale e cioè metà della forza, che come si è detto era di 125 uomini, all'uopo invitata con pubblico bando. Nella prima riunione eseguita il 14 agosto, si presentarono 8 militi, e nella seconda del 17 dello stesso mese, appena quattro. Intervenne allora, giusto le disposizioni in vigore, il Sottoprefetto di Cerreto, che, con decreto del 6 settembre 1867, nominò luogotenente, il sig. Pietro De Blasio. Le assenze al servizio si fecero più frequenti od essendo andate impunite o quasi per la poca o nessuna efficacia delle pene comminate dal Consiglio di Disciplina, il servizio stesso andò mano mano scomparendo. Ce ne fa fede la seguente lettera inviata dal Sindaco di Guardia al Sottoprefetto di Cerreto Sannita:Municipio di Guardia Sanframondi N. 189 di Prot. - Guardia Sanframondi 30 marzo 1868 Oggetto: Guardia Nazionale Al Signor Sottoprefetto di Cerreto Sannita. Riorganizzata la Guardia Nazionale di questo Comune in giugno 1867, per essersi allontanati e rimossi dalla medesima tutti gli elementi di dissoluzione e di anarchia, si riattivò in certo quasi modo il servizio, e lo andamento della disciplina non lasciava nulla a desiderare per un certo tempo. Se non che essendo avvenute delle mancanze al servizio, ed essendo tali mancanze andate impunite per la poca o nessuna efficacia delle pene che si emanano dai Consigli di Disciplina cominciò man mano a rallentarsi detto servizio fino al punto di scomparire del tutto. In vista di siffatto rallentamento io non mancavo di richiamarvi sopra l'attenzione degli Ufficiali della G.N. i quali, non mancano per conto loro di buona volontà, ma non omettevano farmi osservare che la ragione di tale decadimento continuo era dovuto oltre che alla mitezza delle sanzioni disciplinari, all'indole ed al carattere degli individui che compongono la G.N. di questi luoghi. Noto ora il bisogno di riattivarne il servizio gli stessi inconvenienti di prima, ed ostacoli di una volta rivivono e si fanno innanzi. Il Consiglio di disciplina anziché essere un mezzo per mantenere sempre vivo e desto il servizio ordinario, è stato sventuratamente per questa G.N. la pietra ad inciampo, lo scoglio in faccia al quale si è infranta la volontà più energica, lo zelo per la cosa pubblica il più rigoroso. E perciò che il sottoscritto, mentre da una parte riconosce l'urgenza e la necessità di galvanizzare questo cadavere, dall'altra non può illudersi nè illudere le superiori Autorità del risultato delle sue cose e mezzi, che di accordo con gli Ufficiali della G.N., metterà all'uopo in opera, finché questi mezzi non cessano di essere quelli dettati dalla Legge sulla G.N. in vigore. In conseguenza di che stante le urgenze accennate nella nota al margine distinta, si prega V.S. a dare o provvocare disposizioni eccezionali, p.es.: un pò di arresto, un lavoro di servizio di più, una chiamatina costà, e qualche cosa di simile da comminarsi da questa Sottoprefettura dietro rapporto del Comando della G.N., senza delle quali è follia sperare che il servizio venisse raddrizzato. Nè si crede inutile dal sottoscritto protestarle che laddove siffatte eccezionali disposizioni non si dessero egli insieme agli Uffiziali della G.N. declina ogni responsabilità per la mancanza di efficace concorso, al quale potrebbe essere chiamata la G.N. Il Sindaco Giovanni Assini.A tale lettera, il Sottoprefetto di Cerreto rispondeva il 31 dello stesso mese, facendogli presente che i mezzi da lui proposti per reprimere le mancanze di servizio dei militi della G.N., erano proprio quelli che si trovavano nelle leggi e perciò non restava che applicarli. Soggiungeva il Sottoprefetto: " Al di sopra di essi (mezzi) non vi è altro che la forza morale bene impiegata, e principalmente il buon esempio dei Capi". Le notizie sulla Guardia Nazionale di Guardia, venute a nostra cognizione, praticamente cessano al 1868. Sappiamo pure che nel 1870, il Consiglio di Ricognizione, sotto la presidenza del sig. Pietro De Biasio, assessore anziano ff. da sindaco, riscontrò che il numero dei disponibili per la Guardia Nazionale Mobile era di 123 unità. La Guardia Nazionale, e non solamente quella di Guardia, pian piano, quasi di morte naturale, scomparve. In Guardia finì di esistere, con quasi certezza, ai primi del 1879 e ciò si può rilevare dalla seguente lettera del Comando dei CC.RR. della Provincia di Benevento:Carabinieri Reali - Legione di Napoli Provincia di Benevento Serve la presente di ricevuta al Municipio di Guardia Sanframondi di centodieci fucili e centocinque rispettive baionette, armi appartenenti allo Stato, e già in uso presso la disciolta Guardia Nazionale del suddetto Comune. Benevento lì 2 febbraio 1879. Il Capitano Comandante nella Provincia: illeggibile. Qui ci sembra doveroso precisare che se deficienze furono riscontrate nella Guardia Nazionale di Guardia esse furono, in generale, le stesse che si lamentarono in quasi tutte le milizie dei comuni dell'Italia Meridionale. Quivi infatti, salvo pochissime eccezioni, si ebbe cattiva organizzazione, poca idoneità dei quadri e scarsi mezzi a disposizione. La Guardia Nazionale di Guardia Sanframondi, se pur non prese parte ad operazioni di servizio di notevole importanza, si cimentò talvolta nella lotta contro il brigantaggio ed a proposito ricorderemo il conflitto a fuoco in cui fu ucciso il brigante Luigi De Simone dal Capitano Raffaele Pigna (13 settembre 1862). Oggi non possiamo fare a meno di pensare con una certa simpatia a quei nostri buoni padri, che la domenica o nei giorni di esercizio sfilavano per il paese indossando la bella uniforme, il chepì e le buffetterie, con la daga al fianco ed il fucile in ispalla, preceduti da sei guastatori armati di grosse scuri. Ed il popolo allora ammirava ed applaudiva quei pacifici commercianti, quei robusti contadini, quei panciuti professionisti, quegli arzilli signorotti trasformati per l'occasione in fieri militari. |
|