PERSONAGGI E VICENDE |
DEL SANNIO CONTEMPORANEO |
di: G. SPADA |
CAP. IV |
MONS. LUIGI SODO VESCOVO DI TELESE - CERRETO SANNITA |
La visita inaspettata del Re Ferdinando II a Cerreto Sannita, il 9.2 .1852, legò i destini di Mons. Luigi Sodo a quelli della Diocesi di Telese - Cerreto Sannita. Il sovrano non trovò il vescovo in Diocesi. L'assenza del vescovo si spiegava non tanto per il fatto che la visita era inaspettata e non protocollare, quanto per il semplice motivo che, essendo allora la diocesi di Telese - Cerreto Sannita legata a quella di Piedimonte d'Alife, il vescovo, che era allora Mons. Gennaro De Giacomo, dimorava per lo più, come di uso, a Piedimonte d'Alife (35). Il sovrano visitò il Duomo, il Seminario e s'informò accuratamente delle condizioni religiose della Diocesi e di Cerreto in particolare. Ferdinando II si convinse che le condizioni non consolanti della Diocesi potevano spiegarsi con il fatto che la Diocesi di Cerreto non era indipendente: un vescovo di Telese - Cerreto, con residenza stabile in Diocesi, avrebbe eliminato non pochi inconvenienti. Fu questo il motivo che indusse Ferdinando II a chiedere di urgenza a Pio IX la separazione della Diocesi di Telese - Cerreto da quella di Piedimonte d'Alife. Il sovrano sottoponeva all'approvazione di Pio IX anche il nominativo del reggitore della nuova Diocesi indipendente: si trattava di Mons. Luigi Sodo, da lui conosciuto a Caserta, come uomo di governo e valente predicatore. Mons. Luigi Sodo era nato a Napoli il 26 maggio 1811. Sacerdote, nel dicembre 1834, si era dedicato alla predicazione e alla formazione del clero. Predicava a Caserta, quando incontrò il Re Ferdinando II. Teologo eccellente e umanista, Mons. Sodo era convinto e rimase convinto sino alla morte, della necessità, per la soluzione di molti problemi della sua Diocesi, della formazione intellettuale e culturale del clero e del laicato. Nominato vescovo di Crotone, Mons. Sodo rinunziò alla Diocesi, perchè non poco debilitato, in seguito a grave malattia; e, sempre per motivi di salute, rifiutò la Diocesi di Sulmona, alla quale il Papa l'aveva designato. Richiesto per la Diocesi di Telese - Cerreto Mons. Sodo accettò, sembrandogli poco delicato un nuovo rifiuto al Papa. Pio IX aveva, così, aderito alla petizione di Ferdinando II e, con bolla del 6 luglio 1852, separava la Diocesi di Telese - Cerreto da quella di Piedimonte d'Alife, preconizzando mons. Luigi Sodo a vescovo di Telese Cerreto, nel Concistoro del 27 giugno 1853. Il 18 luglio dello stesso anno Mons. Sodo prendeva possesso della Diocesi "per procuratore" e il 13 agosto entrava solennemente in Diocesi. Ferdinando II aveva visto giusto, indicando a Pio IX il prelato Mons. Luigi Sodo come persona assai adatta a reggere una Diocesi; si illudeva però, pensando che la presenza di Mons. Sodo a Cerreto Sannita e la separazione della Diocesi di Telese - Cerreto da quella di Piedimonte d'Alife, fossero elementi determinanti per la calma e la pace in Cerreto e Diocesi. In quegli anni maturavano eventi di portata nazionale, come è noto; e questi eventi investivano tutto il regno di Napoli e non solo Cerreto e Diocesi. Comunque la Diocesi avverti subito che il vescovo Sodo era persona di spicco, per pietà, cultura e doti di governo. Intanto Ferdinando II non nascondeva la sua predilezione per Mons. Sodo: il 27 dicembre 1858, in occasione del matrimonio del principe ereditario, Francesco, con la principessa Maria Sofia di Baviera, il vescovo di Cerreto veniva nominato cavaliere di prima classe del reale ordine di Francesco I. Anche Pio IX manifestò la sua predilezione al vescovo di Cerreto, nominandolo assistente al Soglio Pontificio. Ma sia la predilezione di Ferdinando II che quella di Pio IX non risultarono elementi sufficienti a tranquillizzare la Diocesi. Anzi, si è indotti a pensare che le molestie, di cui fu oggetto Mons. Sodo in quei primi anni di permanenza a Cerreto, fossero proprio la conseguenza della predilezione aperta del re di Napoli. I liberali fautori del nuovo corso, anche se nutrivano profondi sentimenti di stima nei confronti del loro pastore, non potevano davvero vedere di buon occhio il legame, a loro avviso eccessivo, tra la Corte borbonica, destinata a scomparire, e il pio vescovo di Cerreto, da tutti venerato. Infatti, quando il 27 settembre 1860, i filo - borbonici appiccarono il fuoco a casa Ciaburri, provocando una vera sommossa popolare, la sola comparsa di Mons. Sodo placò gli animi e ristabilì la calma a Cerreto. Ma sia i filo - borbonici che i liberali dimostrarono chiaramente di non gradire l'intervento dell'illustre prelato. I tempi erano difficili. Infatti, poco dopo la sommossa per l'incendio di casa Ciaburri, il vescovo dovette rifugiarsi a Napoli, perchè accusato di essere istigatore di reazione popolare. Nel processo a carico del vescovo (9 febbraio 1861) l'accusa risultò priva di fondamento; il tribunale pronunciò, infatti, il "non luogo e procedimento". Il 16 giugno 1861 Mons. Sodo tornò a Cerreto, soddisfatto per il lieto fine del processo a suo carico; ma fu in pace per poco tempo. Due mesi dopo, infatti, dovette rifugiarsi di nuovo a Napoli; questa volta era accusato di favoritismo del brigantaggio. Fu in carcere per 42 giorni e, dopo la detenzione, dovette rimanere a Napoli fino al settembre 1865; quando cioè, tornata la calma nelle province del napoletano, potè tornare a Cerreto, dove rimase fino alla morte (30 luglio 1895). Le spoglie di Mons. Luigi Sodo, sistemate in un primo tempo nel cimitero di Cerreto, riposano, dal 1911, nella cattedrale di Cerreto. I pochi avvenimenti riferiti rivelano con sufficiente chiarezza che anche personalità universalmente stimate e amate, come Mons. Luigi Sodo, trovavano difficoltà a muoversi in quegli anni di profondi sconvolgimenti politici e sociali, anche per le incomprensioni e l'odio tra le famiglie, oltre che per il clima di crisi e d'incertezza. Basti solo considerare che quel vescovo fu chiamato il S. Carlo Borromeo di Cerreto Sannita (36). |
NOTE |
(35) - Le notizie riferite in questo capitolo sono prese dall'opuscolo di Silvestro Mastrobuoni: "Cenni biografici di Mons. Luigi Sodo", Napoli - D'Auria, 1917. (36) - Fedele al suo vecchio programma di curare la formazione cuiturale del clero e del laicato, Mons. Sodo portò il seminario di Cerreto ad altissimo livello, fornendolo di un corpo insegnante di prim'ordine, dal punto di vista umanistico, filosofico e teologico. Per limitarci a personalità ecclesiastiche a tutti note, il card. Alfonso Castaldo, arcivescovo di Napoli, e il card. Luigi Maglio, segretario di Stato di Pio XII, furono alunni del seminario di Cerreto. Dal maggio 1916, è in atto, presso la curia vescovile di Cerreto, il processo canonico, per portare Mons. Luigi Sodo agli onori degli altari. D. Silvestro Mastrobuoni, autore dei "Cenni biografici" da noi citati, è stato il primo postulatore del processo canonico tuttora in atto. |
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