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Liceo Giosuè Carducci |
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con sezioni classica, scientifica e pedagogica |
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V.le Trento e Trieste n° 26 - 56048 - Volterra (PI) tel 058886055 |
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Il regno d’Italia |
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dal 1861 al 1914 |
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(cronologia di storia italiana) |
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anno scolastico 1998-99 |
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CLASSE TERZA LICEO CLASSICO |
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Luigi Fantacci |
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Volterra, 12 gennaio 1998 |
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Marzo 1961 - giugno 1961: I° CAMILLO BENSO conte di CAVOUR INTERNI 1. Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II° viene proclamato re d’Italia (con la formula, già presente nello statuto del 1848: "Per grazia di Dio e volontà della Nazione"). 2. Il 27 marzo 1861, dopo il discorso inaugurale di Cavour, la Camera proclama Roma capitale d’Italia. 3. Nel maggio 1861 il governo attua i primi interventi repressivi contro il brigantaggio meridionale. 4. Il governo ritira i provvedimenti legislativi sul decentramento amministrativo, precedentemente respinti dal parlamento. 5. Il 6 giugno 1861 Cavour muore a Torino. Giugno 1961 - marzo 1962: I° BETTINO RICASOLI ECONOMIA 1. Le banche d’emissione dei principali stati italiani (Banca nazionale del Regno di Sardegna, Banca nazionale di Toscana, Banca Toscana di credito per Il commercio e l’industria, Banco di Napoli e Banco di Sicilia) vengono trasformate in istituti d’emissione del nuovo regno e la Banca nazionale del Regno di Sardegna diviene la Banca nazionale del Regno d’Italia.ì 2. Vengono unificati i sistemi monetario, tributario e daziario. Ciò determina una crisi irreversibile delle manifatture meridionali, incapaci di sostenere la concorrenza dell’apparato produttivo dell’Italia settentrionale. 3. Il debito pubblico di tutti gli stati annessi (che non era eccessivamente oneroso) viene assunto dal nuovo regno, per compiacere gli agrari e gli investitori esteri, che detenevano la maggior parte dei titoli di credito. 4. Per non ostacolare lo sviluppo delle attività produttive si evita di imporre nuove tasse e di aumentare quelle già esistenti. 5. Per far fronte alle necessità economiche dello stato si emettono titoli del Tesoro, che vengono sottoscritti in gran parte da grandi investitori internazionali, attirati dagli alti tassi di interesse (fra di essi primeggiano i Rothschild del ramo francese). INTERNI 1. Viene introdotta la coscrizione obbligatoria in tutto il territorio del Regno. 2. La crisi delle manifatture meridionali, la mancata riforma agraria, l’assenza di significativi miglioramenti economici, la coscrizione obbligatoria, l’arrivo di funzionari piemontesi, il sostegno e la legittimazione offerti dai Borboni in esilio, determinano la diffusione del brigantaggio nelle regioni meridionali. 3. Viene inutilmente ricercato dal governo un accordo con i cattolici. ESTERI 1. Si cerca inutilmente di risolvere per via diplomatica la questione romana con il Pontefice. 2. Garibaldi ed il Partito d’Azione premono per una rapida soluzione della questione romana, anche con azioni militari. 3. Per evitare un possibile scontro con Napoleone III° e con i cattolici sulla questione romana, Ricasoli di dimette. Marzo - dicembre 1862: I° URBANO RATTAZZI ECONOMIA 1. Il ministro delle Finanza Quintino Sella aumenta l’imposta di consumo. INTERNI 1. Si completa l’ordinamento amministrativo del Regno, che viene diviso in 59 province con a capo un prefetto, quale rappresentante del governo centrale; in ogni capoluogo di provincia, inoltre, vi è un questore (che coordina le forze di polizia), un provveditore agli studi (che sovrintende all’istruzione media e superiore, mentre la scuola elementare rimane di competenza dei Comuni) ed un medico provinciale (che si occupa dei problemi epidemiologici). 2. Si aggrava il problema del brigantaggio in alcune zone dell’Italia meridionale. 3. Crescono, con il tacito consenso governativo, le pressioni politiche per la liberazione di Roma e del Veneto. ESTERI 1. Contando sull’appoggio implicito di Napoleone III°, si permette la formazione di un corpo di volontari, sotto il comando di Garibaldi, per la liberazione del Veneto. 2. Venuto meno l’appoggio di Napoleone III° (a causa dell’accordo austro-francese relativo al Messico), viene ingiunto a Garibaldi di sciogliere i volontari. 3. Garibaldi rifiuta e con i suoi uomini raggiunge la Sicilia, con l’intenzione di marciare da sud su Roma. 4. Per evitare l’intervento di un corpo di spedizione francese a difesa di Roma, reparti dell’esercito italiano, che già erano dislocati a sud per reprimere il brigantaggio, in Aspromonte si scontrano con Garibaldi, che viene ferito, arrestato, condotto a La Spezia, amnistiato ed inviato a Caprera. 5. In seguito ai fatti di Aspromonte ed al conflitto con Garibaldi, anche per evitare possibili complicazioni internazionali, il governo si dimette. Dicembre 1862 - marzo 1863: I° LUIGI CARLO FARINI ECONOMIA 1. Con capitali forniti dal Crédit Mobilier dei fratelli Pereire viene fondata a Torino da Domenico Baudino la Società generale di credito mobiliare, prima banca d’affari del Regno d’Italia. INTERNI 1. Viene intensificata la lotta contro il brigantaggio. 2. Il governo si dimette per problemi psichici di Farini, aggravatisi durante la crisi polacca. Marzo 1863 - settembre 1864: I° MARCO MINGHETTI ECONOMIA 1. Si accentua il liberismo, che favorisce le esportazioni agricole (olio, vino, riso, agrumi e seta) verso la Francia e l’Inghilterra e lo sviluppo di alcune attività estrattive (soprattutto zolfo in Sicilia) legate alla nascente industria chimica europea. 2. In Lombardia si sviluppa la produzione mezzadrile di seta semilavorata, che integra o sostituisce la produzione di seta grezza. ESTERI 1. Il 15 settembre 1864 viene firmata una convenzione (nota come convenzione di settembre) con la Francia, che in base ad essa ritira le proprie truppe da Roma, in cambio dell’impegno italiano a garantire l’integrità territoriale dello Stato Pontificio. In margine alla stipulazione del trattato, il governo italiano rende nota l’intenzione di trasferire la capitale da Torino a Firenze, rinunciando implicitamente a Roma. INTERNI 1. Con l’estensione a gran parte delle regioni meridionali della legge marziale, si avvia a soluzione il problema del brigantaggio. 2. Si avvia la stesura della legge per l’unità amministrativa, che deve stabilire le norme fondamentali relative al diritto pubblico, ai poteri dei comuni, giurisdizione delle autorità di pubblica sicurezza, classificazione delle vie di comunicazione e poteri delle autorità sanitarie. 3. Si avvia anche la stesura del nuovo codice civile e del nuovo codice di procedura civile. 4. Si decreta il trasferimento entro il 1865 della capitale a Firenze, provocando a Torino gravi disordini, che costringono il governo alle dimissioni. Settembre 1864 - giugno 1866: I° e II° ALFONSO LA MARMORA ECONOMIA 1. Il ministro Quintino Sella favorisce in Sicilia la produzione di agrumi e di zolfo, destinati all’esportazione ed in Piemonte quella di vino, destinato al mercato interno (in particolare alla Lombardia). 2. Nel dicembre 1865 si ha una crisi di governo, risolta con un nuovo incarico a La Marmora, in seguito alla bocciatura del progetto di Sella di affidare alla sola Banca nazionale il servizio di tesoreria dello Stato. INTERNI 1. All’inizio del 1865 la capitale viene spostata da Torino a Firenze. 2. Nel 1865 entra in vigore la legge amministrativa. 3. Nel gennaio 1865 entrano in vigore i nuovi codici civili, penali e commerciali (tranne che in Toscana dove resta in vigore il codice penale leopoldino, che non prevede la pena di morte). 4. Con l’impiego di 200.000 soldati e l’applicazione generalizzata della legge marziale, si conclude con successo la lotta al brigantaggio. 5. In previsione di una nuova guerra con l’Austria, Garibaldi viene autorizzato a organizzare il corpo dei cacciatori delle Alpi. ESTERI 1. L’8 dicembre 1864 viene pubblicato il Sillabo, con il quale Pio IX° condanna le teorie politiche liberali. Si determina così, nonostante la Convenzione di settembre ed il previsto trasferimento della capitale a Firenze, un inasprimento dei rapporti fra Regno d’Italia e Stato Pontificio. 2. L’8 aprile 1866 viene stipulato un trattato di alleanza con la Prussia, in vista dell’imminente conflitto con l’Austria. 3. Alla vigilia del conflitto La Marmora lascia la presidenza del consiglio ed assume il comando dell’esercito. Giugno 1866 - aprile 1867: II° BETTINO RICASOLI ESTERI 1. L’Italia è sconfitta a Custozza e a Lissa; solo Garibaldi ottiene qualche successo militare e riesce ad occupare Trento, che deve però sgombrare alla fine del conflitto. 2. Le vittorie della Prussia, consentono al Regno d’Italia di ottenere, con la pace di Vienna, il riconoscimento ufficiale dell’Austria e la cessione del Veneto, tramite la mediazione di Napoleone III°. ECONOMIA 1. Alla vigilia della guerra, dopo che i Rothschild, hanno ritirato i propri investimenti dall’Italia, il ministro Sciaiola introduce il corso forzoso della lira (cioè ne sospende la convertibilità; misure analoghe vengono intanto adottate anche dall’Austria). 2. Dopo la guerra il deficit sale a 720 milioni e si prospetta la necessità di incamerare e vendere i beni della Chiesa (in particolare quelli degli ordini contemplativi, che non svolgevano né attività educative, né attività assistenziali). INTERNI 1. Le sconfitte militari screditano le forze di governo e rafforzano Garibaldi ed il Partito d’Azione. 2. Vengono istituite le prime scuole elementari laiche. 3. Il governo viene messo in difficoltà dal conflitto con Garibaldi e con i cattolici, dopo che si è cercato inutilmente un accordo sulla nazionalizzazione dei beni ecclesiastici. In seguito a ciò, Ricasoli, all’inizio del 1867, presenta le proprie dimissioni al re, che le respinge ed indice nuove elezioni per il 10 marzo. 4. Dopo le elezioni, non riuscendo a formare il governo, nonostante disponga della maggioranza parlamentare, Ricasoli si dimette definitivamente. Aprile 1867 - settembre 1867: II° URBANO RATTAZZI INTERNI 1. Si acuisce il conflitto con i cattolici ed il Pontefice in seguito alla decisione di incamerare i beni della Chiesa. 2. Si consente a Garibaldi di raccogliere volontari per marciare su Roma. ECONOMIA 1. Si vendono i beni della Chiesa incassando circa 500 milioni e riducendo sensibilmente il deficit statale. ESTERI 1. Di fronte alla decisa opposizione di Napoleone III°, che dispone l’invio di un corpo di spedizione a difesa di Roma, Rattazzi cerca di far desistere Garibaldi, che gode di un vasto consenso, dall’intento di marcare su Roma e, nonostante le proteste popolari, lo fa confinare a Caprera. 2. Gruppi di garibaldini provocano una rivolta a Roma ed a Villa Glori, in uno scontro con le truppe pontificie, muoiono i fratelli Enrico e Giovanni Cairoli. 3. Truppe francesi intervengono a difesa dello Stato Pontificio, Rattazzi, in dissenso con il re circa la linea politica da seguire, si dimette e Vittorio Emanuele II° conferisce l’incarico di formare un nuovo governo al generale Cialdini. 4. Garibaldi entra nel Lazio e occupa Monterotondo. Cialdini rinuncia all’incarico. Ottobre 1867 -- dicembre 1869: I°, II° e III° LUIGI MENABREA ECONOMIA 1. Nel 1868 il ministro delle finanze Cambay Digny, con l’appoggio di Sella, per ridurre il deficit, reintroduce la vecchia imposta borbonica sul macinato e appalta a privati il monopolio tabacchi. INTERNI 1. Dopo la sconfitta di Mentana, Garibaldi rientra nel Regno d’Italia, dove viene prima arrestato e quindi nuovamente confinato a Caprera. In seguito a ciò il governo è posto in minoranza e Menabrea si dimette. 2. Il Re rinvia respinge le dimissioni e riconferma l’incarico a Menabrea, che governerà senza una solida maggioranza parlamentare fino al 1869. 3. Nel maggio 1869, Menabrea forma un terzo governo, per consentire un allargamento della maggioranza. ESTERI 1. Il nuovo governo chiede di poter intervenire contro Garibaldi (per evitare l’isolamento ed il discredito internazionale, conseguente alla mancata applicazione della convenzione di settembre) a fianco dei Francesi, che respingono la proposta. 2. Il 3 novembre 1867 i garibaldini vengono sconfitti a Mentana dai Francesi (che enfatizzano la propria vittoria con finalità propagandistiche anti prussiane). 3. Nel novembre 1869, in seguito al peggioramento dei rapporti franco-prussiani e dell’atteggiamento filo francese del re (che ha scarso seguito in parlamento), Menabrea si dimette definitivamente. Dicembre 1869 - luglio 1873: I° GIOVANNI LANZA ESTERI 1. Si tenta di ottenere dal pontefice la rinuncia pacifica a Roma, ma la trattativa fallisce. 2. Nel 1870, in concomitanza con il conflitto franco prussiano, dopo il ritiro del presidio francese, il 20 settembre si procede militarmente alla conquista di Roma. 3. Pio IX si chiude nei palazzi vaticani, dichiarandosi in stato di cattività (successivamente respingerà la legge delle guarentige). INTERNI 1. Il parlamento approva la legge delle guarentige, che garantisce al pontefice lo status di sovrano e riconosce l’extraterritorialità dei palazzi del Vaticano, del Laterano e della villa di Castelgandolfo. 2. Il 1 luglio 1871 la capitale viene trasferita da Firenze a Roma. ECONOMIA 1. Viene dato un deciso sostegno alle costruzioni ferroviarie. 2. Su proposta del ministro delle finanze Quintino Sella si cerca di contenere il deficit con un aumento delle imposte fondiarie e sulla ricchezza mobile. 3. Sull’approvazione di tali misure la maggioranza si divide ed il governo è costretto a dimettersi. Luglio 1873 - marzo 1876: II° e III° MARCO MINGHETTI INTERNI 1. Dopo la conquista di Roma i cattolici si astengono dall’attività politica (dierto l’esplicita richiesta del Pontefice al non expedit). 2. Nel 1874 viene fondata l’Opera dei Congressi, per organizzare e coordinare l’azione sociale dei cattolici. ECONOMIA 1. Viene proseguita dal ministro dei lavori pubblici Silvio Spaventa e dallo stesso Minghetti (che assume anche la carica di ministro delle finanze) la politica economica di rigore proposta da Quintino Sella. 2. Nel 1874 viene promulgata la nuova legge bancaria che include anche la Banca romana fra gli istituti di emissione. 3. Nel 1875 viene raggiunto il pareggio del bilancio. 4. Nella legge finanziaria per il 1876 il governo propone la nazionalizzazione delle ferrovie, la riduzione delle spese militari (fortemente osteggiata dagli ambienti di corte) e l’utilizzazione del previsto avanzo di bilancio per investimenti infrastrutturali. 5. I deputati della destra toscana, guidati da Ubaldino Peruzzi, contrari al progetto, fanno cadere il governo. 6. Il Re, ricevute assicurazioni circa la rinuncia ai tagli alle spese militari, affida l’incarico di formare un nuovo governo al leader della sinistra Agostino DEPRETIS. Marzo 1876 - marzo 1878: I° e II° AGOSTINO DEPRETIS INTERNI 1. Per consentire al nuovo governo di ottenere una solida maggioranza parlamentare, vengono indette per il 5 novembre 1876 nuove elezioni politiche. 2. Durante le elezioni, con le quali la sinistra ottiene la maggioranza, si verificano numerosi brogli, che costringono il ministro degli interni Giovanni Nicotera a dimettersi. 3. Nel 1877 è promulgata, su proposta del ministro della pubblica istruzione Michele Coppino, la legge sull’istruzione elementare obbligatoria fino a nove anni (terza elementare). 4. Sempre nel 1877, venne avviata, sotto la direzione del conte Stefano Jacini, l’inchiesta agraria. 5. Nel 1878 muoiono Vittorio Emanuele II°, cui succede il figlio Umberto I° e Pio IX°, cui succede Agostino Pecci, con il nome di Leone XIII°. ECONOMIA 1. Utilizzando gli avanzi di bilancio, vengono aumentate le spese militari, soprattutto per quanto concerne la marina, favorendo lo sviluppo dell’industria cantieristica. 2. Vengono ridotte le imposte sulle rendite finanziarie. 3. Vengono ridotti gli investimenti nelle infrastrutture e diminuisce l’interesse del governo per il settore agro-esportatore (favorito dalla politica liberista dei governi della destra). 4. Gli esiti fallimentari della politica economica, per l’opposizione sia di destra (Silvio Spaventa) che di sinistra (Benedetto Cairoli), costringono il governo a dimettersi. Marzo - dicembre 1878: I° BENEDETTO CAIROLI ECONOMIA 1. Si riduce la tassa sul macinato (che si prevede di abolire totalmente entro 2 anni). 2. Si riducono anche gli stanziamenti per l’esercito e la flotta, provocando scontento negli ambienti vicini all’industria pesante. 3. Vengono introdotte nuove e più elevate tariffe doganali, soprattutto sui prodotti tessili e siderurgici. ESTERI 1. Nel 1878, al congresso di Berlino sulla sistemazione dei Balcani, l’Italia adotta la politica delle mani nette (cioè di disinteresse per l’acquisizione di colonie in Africa), sperando in improbabili compensi territoriali in Friuli (l’Italia rimane però del tutto isolata). INTERNI 1. Per l’opposizione della destra e di Umberto I° viene rinviato l’ampliamento del suffragio elettorale. 2. Francesco De Santis predispone la riforma della scuola secondaria. 3. Un attentato al Re da parte dell’anarchico Giovanni Passante, a causa della blanda risposta del governo, serve da pretesto per indurre Cairoli a dimettersi. Dicembre 1878 - luglio 1979: III° AGOSTINO DEPRETIS INTERNI 1. Vengono adottate dure misure repressive nei confronti di anarchici e socialisti. ECONOMIA 1. Prevedendo forti spese a carico delle amministrazioni locali, si adottano misure per il rilancio delle costruzioni ferroviarie che favoriscono il potenziamento delle linee secondarie, facendo prevalere interessi locali e clientelari, invece di seguire un piano volto a migliorare l’efficienza dell’intera rete. 2. Si propongono misure per la ripresa delle costruzioni navali. 3. La diffusa opposizione parlamentare alla politica economica, porta alle dimissioni del governo. Luglio 1879 - maggio 1881: II° e III° BENEDETTO CAIROLI INTERNI 1. Si inaugura una politica più tollerante verso le opposizioni (compresi i socialisti), che prosegue anche dopo l’accordo dell’ottobre 1879 con Agostino Depretis, che porta alla formazione del III° gabinetto. 2. Viene proposta una legge per l’ampliamento dell’elettorato attivo, portandolo dal 2.2% al 7% della popolazione (la legge verrà approvata solo nel 1882, mentre alle elezioni del 1880 voteranno con il vecchio sistema solo la metà degli aventi diritto) 3. La nuova legge avrebbe consentito di votare a settori alfabetizzati del proletariato, ma non ai contadini analfabeti. ECONOMIA 1. Si adotta una politica economica sostanzialmente liberista. 2. Il problema della graduale eliminazione della tassa sul macinato determina una prima crisi di governo nell’ottobre 1879, che porta all’accordo con Depretis ed alla formazione di un nuovo gabinetto. 3. Nell’aprile 1880 si ha una nuova crisi, provocata da Bertani, per la rinuncia del governo ad introdurre una imposta unica sulle entrate. 4. Il re Umberto I°, respinge le dimissioni di Cairoli, scioglie la camera ed indice nuove elezioni, che riconfermano la maggioranza governativa, se pur con una notevole flessione. 5. Iniziano le bonifiche nella Bassa Padana e nel Polesine, dove si introducono colture di foraggio, ortaggi, barbabietole e tabacco. 6. L’inizio delle importazioni cerealicole dagli U.S.A. determina una crisi nell’agricoltura europea in generale ed italiana in particolare, provocando una prima ondata migratoria dal Veneto e dalla Sicilia verso i paesi europei più sviluppati e verso le Americhe. ESTERI 1. Nel 1879 la Società Rubattino di Genova ottiene in concessione la Baia di Assab in Eritrea, aprendo la via alla successiva colonizzazione. 2. L’occupazione francese di Tunisi (dove risiedono numerosi italiani) provoca la definitiva caduta del governo, che aveva continuato a seguire la politica delle mani nette. Maggio 1881 - luglio 1887: IV°, V°, VI°, VII° e VIII° AGOSTINO DEPRETIS INTERNI 1. Le elezioni a suffragio allargato del 1882 determinano un rafforzamento della destra moderate e delle sinistre, facendo crescere l’instabilità dei governi, accentuandone la propensione al trasformismo e alle pratiche consociative. 2. Il 2 giugno 1882 muore Giuseppe Garibaldi. 3. Nel 1885 Filippo Turati fonda il Partito operaio italiano che, nonostante il dissenso di Antonio Labriola, aderirà a principi riformisti. 4. I tentativi di Depretis di contenere il nuovo movimento non ottennero risultati apprezzabili. ECONOMIA 1. L’iniziale proseguimento di una politica liberista favorisce lo sviluppo economico. 2. Viene completata la rete ferroviaria, che nel 1884 viene nazionalizzata e data in gestione alle compagnie Sicula, Bastogi e Mediterranea (a capitale prevalentemente tedesco). 3. Nel 1883 venne abolito il corso forzoso della lira, attuando uno dei punti del programma governativo del 1881. 4. La politica liberista viene progressivamente abbandonata e si adottarono misure protezionistiche. 5. Proseguono le bonifiche nella Bassa Padana e vi si introducono colture irrigue di prodotti destinati al mercato interno. 6. L’avvio di una politica protezionista, consistenti commesse militari ed il potenziamento della flotta (dovuti alla necessità del riarmo derivante dalla nuova politica coloniale) favoriscono lo sviluppo dell’industria siderurgica e cantieristica. 7. Le misure protezionistiche favoriscono tutte le produzioni agrarie e manifatturiere destinate al mercato interno, mentre danneggino soprattutto il settore agro-esportatore. 8. In questo periodo, pur non godendo di misure protettive specifiche, si sviluppano industrie ferroviarie (OM e Tosi), metalmeccaniche (Necchi e Prinetti), degli armamenti (soprattutto nel bresciano), tessili, chimiche (Montecatini), elettriche (Edison). I programmi di opere pubbliche e l’ampliamento delle città e soprattutto di Roma, determinarono inoltre lo sviluppo del settore edilizio e dei cementifici, ma anche gravi fenomeni speculativi e di corruzione. 9. Lo sviluppo economico determina la formazione di un proletariato agricolo ed industriale, nel cui ambito si diffondono rapidamente teorie anarchiche e socialiste. ESTERI 1. L’ostilità verso la Francia, acuita dell’occupazione di Tunisi, induce il governo a stipulare nel 1882 la triplice alleanza con Germania e Austria che, pur non avendo all’inizio efficacia nei territori extra europei, segna la fine dell’isolamento internazionale dell’Italia, ma incontra l’opposizione degli irredentisti (Guglielmo Oberdan). 2. Sempre nel 1882, l’Italia acquista la Baia di Assab dalla Società Rubattino. Finisce così la politica delle mani nette. 3. Il ministro degli esteri Di Robilant, al termine della Conferenza di Berlino per la sistemazione del Congo, avvia un negoziato per la revisione della triplice alleanza, che viene chiuso dal nuovo ministro Mancini con l’estensione dell’efficacia dei trattati all’Africa mediterranea e ai Balcani. 4. Nel 1885 inizia l’espansione coloniale con l’occupazione del porto di Massaua. 5. Nel gennaio 1887 il massacro di Dogali provoca una profonda crisi politica, che viene temporaneamente risolta ad aprile con la formazione dell’ottavo governo Depretis, del quale fa parte come ministro degli interni Francesco Crispi. 6. La morte di Depretis il 29 luglio determina le dimissioni del governo. Luglio 1887 - febbraio 1891: I° e II° FRANCESCO CRISPI INTERNI 1. Ispirandosi al modello tedesco, vengono rafforzati i poteri dell’esecutivo tramite il riordino e l’accentramento degli apparati amministrativi e fiscali. 2. Fra il 1889 ed il 1890 l’avvvocato Giovanni Maria Paganuzzi riorganizza l’Opera dei Congressi, favorendo, soprattutto nel Veneto, la nascita di associazione operaie e leghe contadine di orientamento cattolico. 3. Nel 1890 viene promulgato il nuovo Codice penale di Zanardelli: si tratta di un testo di impianto garantista, la cui efficacia in tale senso è però controbilanciata e ridotta dalla contemporanea entrata in vigore del nuovo Testo Unico di Pubblica Sicurezza, che amplia i poteri discrezionali degli organi di polizia. 4. Nel dicembre 1890 a Padova viene costituita l’Unione cattolica per gli studi sociali. Fra i fondatori vi era l’economista e sociologo pisano Giuseppe Toniolo. ESTERI 1. Viene rinnovata e rafforzata la Triplice Alleanza. 2. Durante la crisi del Sudan (1881-1898), provocata dalla rivolta islamica del Mahdi, e in concomitanza con la caduta di Khartoum (1885), mentre il Negus (imperatore) dell’Etiopia Giovanni è impegnato a fianco degli Inglesi contro i mahdisti nella provincia dell’Equatoria, riprende l’espansione italiana in Eritrea, che porta nel 1889 alla conquista di Asmara. 3. Nel 1889 muore il Negus Giovanni, durante la guerra contro i mahdisti. 4. Nel 1889 viene stipulato fra l’Italia e il nuovo Negus Menelik il trattato di Uccialli, con cui il governo italiano riconosce il imperatore di Etiopia, che a sua volta accetta la sovranità italiana sull’Eritrea. L’articolo 17 del trattato, però, viene interpretato dal governo italiano come istitutivo di un suo protettorato sull’Etiopia, mentre Menelik, con il sostegno degli inglesi, lo interpreterà come dichiarazione di amicizia e di alleanza. 5. Nel 1889 viene istituito il protettorato italiano sui sultanati di Obbia, Migiurtina e Benadir. 6. Nel 1890 vengono ufficialmente istituite le colonie di Eritrea e Somalia. ECONOMIA 1. Nel 1887 vengono applicate le nuove tariffe doganali protezionistiche, che determinano un conflitto economico con la Francia, seguito da una forte riduzione degli scambi commerciali con tale paese. 2. Investimenti svizzeri e tedeschi favoriscono lo sviluppo della produzione manifatturiera nell’Italia settentrionale. 3. Il crollo delle esportazioni verso la Francia è compensato dall’incremento delle esportazioni verso la Germania. 4. Perdurano, soprattutto a Roma, fenomeni di speculazione immobiliare, che a loro volta favoriscono il diffondersi della corruzione politica. 5. La politica coloniale africana, obbliga il governo a sostenere crescenti spese militari, che lo inducono a proporre aumenti straordinari delle imposte immobiliari e fondiarie. 6. L’ostilità degli agrari e degli edili a tali misure determina una crisi della maggioranza, che porta alla caduta del governo. Febbraio 1891 - maggio 1892: I° ANTONIO STARABBA marchese DI RUDINÌ INTERNI 1. Viene aperta a Milano la prima Camera del lavoro. ESTERI 1. Viene ridotto l’impegno coloniale. 2. Si intensificano i rapporti diplomatici con l’Inghilterra e si cerca di attenuare il contenzioso commerciale con la Francia. 3. Nel maggio 1891 Leone XIII° pubblica l’enciclica Rerum novarum, che segna la ripresa dell’impegno sociale della Chiesa. ECONOMIA 1. Si rinuncia ad aumentare le imposte fondiarie ed immobiliari. 2. Su pressione degli agrari, si impongono dazi sulle importazioni di cereali. 3. La diminuzione delle spese militari e il ridotto impegno nella realizzazione di infrastrutture, determinano l’ostilità di circoli finanziari e imprenditoriali del nord al governo e ne provocano la caduta. Maggio 1892 - dicembre 1893: I° GIOVANNI GIOLITTI INTERNI 1. Il governo assume un atteggiamento di maggiore tolleranza verso i Socialisti riformisti (guidati da Filippo Turati) e, parallelamente, inasprisce le misure repressive verso i gruppi anarchici e radicali. 2. Il 15 agosto 1992 a Genova viene fondato il Partito italiano dei lavoratori, che nel 1895 prenderà il nome di Partito socialista italiano. 3. Nel settembre 1892 durante il loro decimo congresso che tengono a Genova, i cattolici decidono di non aderire alle Camere del lavoro. 4. In Sicilia si diffonde, soprattutto fra i braccianti agricoli, il movimento dei Fasci (organizzazioni di tipo politico sindacale, senza un preciso programma comune). 5. In Lunigiana e nel Carrarese si diffondono il movimento anarchico. 6. In Sicilia l’arretratezza dell’agricoltura e l’estremo sfruttamento del bracciantato, causano fra il 1892 e il 1893 i moti dei Fasci. 7. Analoghe rivolte dirette dagli anarchici, dovute alla durezza delle condizioni di lavoro, si hanno nel 1893 in Lunigiana. 8. In entrambi i casi, Giolitti si rifiuta di autorizzare la repressione militare dei moti, nonostante le sollecitazioni in tal senso dei circoli agrari. ESTERI 1. Nel 1892 un trattato con il Sultano di Zanzibar assicura all’Italia il controllo di Mogadiscio e di altri porti somali. 2. Prosegue il disimpegno militare in Africa, con conseguente diminuzione delle commesse dell’esercito e della marina. ECONOMIA 1. Vengono ridotte le misure protezionistiche e viene promossa la produzione agraria e manifatturiera. 2. I crescenti investimenti svizzeri e tedeschi favoriscono lo sviluppo dell’attività finanziaria.3. Il rallentamento dell’espansione edilizia rovina gli speculatori, determinando i fallimenti della Banca Generale e del Credito Mobiliare, nei quali viene coinvolta anche la Banca Romana (uno degli istituti d’emissione) guidata da Bernardo Tanlongo. 4. Giolitti, paventando un coinvolgimento della corte, nonostante la richiesta di Napoleone Colajanni di aprire un inchiesta, insabbia lo scandalo e fa nominare senatore Bernardo Tanlongo (assicurandogli così l’immunità); contemporaneamente avvia una riforma del sistema bancario che per il futuro eviti il ripetersi di vicende analoghe. 5. Con legge del 10 novembre 1893 viene istituita la Banca d’Italia, che nasce dalla fusione di tre istituti di emissione: la Banca nazionale del regno d’Italia, la Banca toscana di credito per il commercio e l’industria e la Banca nazionale toscana, mentre la Banca romana perde il ruolo di istituto di emissione. Conserveranno invece fino al 1926 il ruolo di istituti autonomi di emissione, controllati però dalla Banca d’Italia, il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli. 6. La sinistra fa esplodere lo scandalo e Giolitti, non potendo contare sull’appoggio della destra (ostile alla sua politica verso i Fasci siciliani e gli anarchici della Lunigiana), è costretto a rassegnare le dimissioni. Dicembre 1893 - marzo 1896: III° FRANCESCO CRISPI INTERNI 1. Fra il 1893 e il 1894 si attua una dura repressione dei moti in Sicilia e in Lunigiana. 2. Vengono limitate la libertà di stampe e di associazione. 3. Vengono sciolti i sindacati e i partiti di sinistra. 4. Nel 1894 si pubblica il Programma dei cattolici, scritto da Toniolo, che respinge le teorie socialiste, propone un sistema economico corporativo e prevede la costituzione di sindacati cattolici. 5. Nel 1894 vengono sospesi i diritti elettorali per gli schedati (in questo modo vengono esclusi dal voto molti radicali, anarchici e socialisti coinvolti nei moti degli anni precedenti) ECONOMIA 1. Vengono nuovamente aumentate le spese militari, in seguito al rinnovato impegno militare. 2. Nel febbraio 1994, per far fronte a nuove difficoltà finanziarie, viene reintrodotto il corso forzoso. 3. Il maggiore fabbisogno di cassa dello stato viene coperto con nuove imposte indirette sui beni di consumo (sale, grano, alcolici e tabacco). ESTERI 1. Alla fine del 1893 Menelik respinge l’interpretazione italiana del trattato di Uccialli. Riprende quindi la guerra d’Africa. 2. Fra il 1895 ed il 1896 l’esercito italiano subisce in Africa una serie di gravi sconfitte (Amba Alagi, Macallè e sopra tutto il disastro di Adua) 3. Il fallimento della politica coloniale porta alle dimissioni del governo. Marzo 1896 - giugno 1898: II°, III°, IV° e V° ANTONIO STARABBA marchese DI RUDINÌ ESTERI 1. Dopo l’abolizione delle tariffe protezionistiche, si va alla normalizzazione dei rapporti con la Francia, che il 30 settembre 1896 porta all’accordo italo-francese sulla Tunisia ed al riconoscimento dei diritti degli italiani che vi risiedono. 2. Il 24 ottobre 1896 si celebra il matrimonio fra il principe ereditario Vittorio Emanuele di Savoia e la principessa Elena del Montenegro (principato balcanico politicamente legato alla Russia). Il matrimonio segna l’inizio della politica balcanica dell’Italia ed il suo riavvicinamento alla Russia. 3. Il 26 ottobre 1896 viene stipulato il trattato di Addis Abeba, che segna la fine della guerra d’Africa. Con esso Menelik riconosce come colonie italiane l’Eritrea e la Somalia, mentre l’Italia rinuncia al protettorato sull’Etiopia. 4. Il disimpegno italiano in Africa prosegue nel 1897 con la restituzione al governo angloegiziano del Sudan della città di Kassala. 5. In seguito alla crisi di Cuba iniziata nel 1895, nel 1898 scoppia il conflitto ispano-americano, in seguito al quale la flotta mercantile degli U.S.A. viene sottratta agli usi civili ed impiegata per rifornire i militari impegnati nelle operazioni belliche. ECONOMIA 1. Dopo che sono già state abolite la maggior parte delle tariffe doganali, nel 1898, in seguito alla penuria dei raccolti, viene ridotto il dazio sui cereali e le farine (richiesto dai socialisti milanesi fin dall’anno prima). 2. Gli effetti positivi delle nuova disciplina doganale (più favorevole alle importazioni) sono vanificati nel 1898 dall’aumento dei noli marittimi, determinato dalla guerra fra Spagna e U.S.A. 3. L’inefficacia delle misure liberiste (che si rivelano troppo tardive), determina un fortissimo aumento del costo della vita. INTERNI 1. Viene attenuata la censura e vengono amnistiati i socialisti (non però anarchici, repubblicani e radicali). 2. Nel settembre 1896 vengono fondati i primi circoli universitari cattolici, che avranno un crescente peso culturale e politico e che successivamente confluiranno nella FUCI (federazione universitaria cattolica italiana). 3. Diretto da Leonida Bissolati il 25 dicembre 1896 esce il primo numero dell’Avanti!. 4. In vista delle elezioni politiche, contro il dilagare delle pratiche trasformistiche, nel gennaio 1897 Sonnino pubblica su La nuova antologia l’articolo Torniamo allo statuto, nel quale si auspica che il governo sia sottratto al controllo della maggioranza parlamentare e risponda del suo operato solo al re. 5. Le elezioni del 1897 segnano una sconfitta dei sostenitori di Crispi ed una vittoria dei moderati di Giolitti; si ha anche un rafforzamento dei partiti di sinistra. 6. L’anarchico Pietro Frezzi compie un attentato contro il re. Seguono numerosi arresti e interrogatori arbitrari, nel corso dei quali muore l’anarchico Frezzi. 7. Felice Cavallotti denuncia gli abusi della polizia e si giunge all’arresto di alcuni agenti, al quale fanno seguito manifestazioni a favore della polizia e un inasprimento delle misure repressive. 8. Nel 1898 il carovita provoca violente manifestazioni popolari, prima al Sud e quindi anche al Nord, dove la protesta assume un più radicale carattere anti governativo, sociale e di classe, nonostante l’azione moderatrice di esponenti del socialismo riformista, che però perdono il controllo della piazza. 9. In seguito alle pressioni degli ambienti borghesi il governo proclama lo stato d’assedio. 10. Fra il 6 ed il 9 maggio 1898 a Milano il generale Fiorenzo Bava Beccaris reprime militarmente i moti. 11. Alla repressione militare seguono dure condanne e lo scioglimento delle organizzazioni di sinistra. 12. Di Rudinì, accusato di imprevidenza e di inefficienza dalla borghesia e dall’esercito, si dimette. Giugno 1898 - giugno 1900: I° e II° LUIGI GIROLAMO PELLOUX ESTERI 1. Nel 1899 il nuovo governo, dopo aver rinunciato all’espansionismo in Africa, contando sull’appoggio inglese, si associa alle iniziative europee di espansione in Cina, chiedendo la concessione della baia di San Mun. 2. Il governo cinese si oppone decisamente alla richieste e contemporaneamente si attenua anche l’appoggio degli inglesi, contrari ad una prova di forza. 3. La decisa opposizione della sinistra e le incertezze della maggioranza riguardo alla questione cinese il 3 maggio 1899 inducono Pelloux a rassegnare le dimissioni, che vengono però respinte dal re. ECONOMIA 1. Importanti istituti finanziari, fra cui il Credito commerciale italiano (controllato da investitori tedeschi) ed il Credito italiano (controllato da investitori svizzeri), si impegnano con cospicui capitali nel potenziamento delle ferrovie, nella ristrutturazione dei porti e nell’elettrificazione delle città. 2. Gli stessi ambienti finanziari sono invece apertamente contrari ad un aumento delle spese militari e ad un rinnovato impegno coloniale, che giudicano troppo rischiosi. INTERNI 1. Nel 1899 sul periodico cattolico Cultura sociale Romolo Murri e Filippo Meda danno vita ad un acceso dibattito circa la partecipazione politica dei cattolici. 2. Nel 1899 viene presentato alla Camera un disegno di legge costituzionale, già predisposto da Di Rudinì, per la limitazione della libertà di stampa, di associazione e di sciopero e per sottrarre il governo al controllo parlamentare (accogliendo la proposta di Sonnino). 3. La legge costituzionale viene approvata globalmente in seconda lettura con l’appoggio determinante dei moderati Giolitti e Zanardelli, che tentano così di evitare un ulteriore spostamento a destra dell’esecutivo. 4. L’appoggio dei moderati viene meno dopo la formazione del nuovo governo in seguito alla crisi cinese. 5. Quando si passa alla votazione dei singoli articoli della legge costituzionale, di fronte all’ostruzionismo della sinistra (guidato da Enrico Ferri) e non potendo più contare sull’appoggio dei moderati, il provvedimento viene promulgato per regio decreto. 6. Giolitti accusa il governo di pratiche incostituzionali e la Corte di Cassazione (che deve verificare la legittimità giuridica del provvedimento) dichiara nullo il decreto. 7. In seguito alla paralisi dei lavori parlamentari, Umberto I° nel maggio 1900 scioglie la Camera e indice nuove elezioni. 8. Le elezioni del giugno 1900 segnano un aumento dei deputati di estrema sinistra e moderati e una riduzione della maggioranza governativa, che induce il re a non riaffidare l’incarico di formare il governo a Pelloux. Giugno 1900 - febbraio 1901: I° GIUSEPPE SARACCO ECONOMIA 1. Giolitti propone di ridurre le spese dello stato e di concedere consistenti sgravi fiscali, tali da consentire una significativa ripresa dei consumi, prodotta dalla diminuzione dei costi di produzione e non dall’aumento dei salari. 2. Nel luglio 1899 a Torino viene fondata la FIAT da un gruppo di uomini d’affari piemontesi, fra i quali l’ex ufficiale di cavalleria Giovanni Agnelli. ESTERI 1. Nel gennaio 1901 il governo francese riconosce l’interesse italiano per la Cirenaica e la Tripolitania (i due principali territori della Libia). In cambio il governo italiano riconosce l’interesse francese per il Marocco, in disaccordo con la Germania. INTERNI 1. Viene ritirata la legge costituzionale. 2. Il 29 luglio 1900 l’anarchico Gaetano Bresci uccide a Monza Umberto I° (al quale succede il figlio Vittorio Emanuele III°). L’attentato non modifica la politica moderata del nuovo governo. 3. Nel settembre 1900 al congresso di Roma, i socialisti si dividono in massimalisti (guidati da Enrico Ferri e contrari a qualsiasi compromesso con i governi borghesi) e minimalisti o riformisti (guidati da Filippo Turati e favorevoli a collaborare con gli esponenti moderati della borghesia). 4. Giolitti avvia il dialogo con i socialisti riformisti e soprattutto direttamente con Filippo Turati. 5. I moderati di Giolitti e Zanardelli, su alcuni provvedimenti economici, ritirano la fiducia al governo che si dimette. Febbraio 1901 - novembre 1903: I° GIUSEPPE ZANARDELLI INTERNI 1. Vengono nuovamente legalizzate le organizzazioni politiche e sindacali della sinistra e viene di nuovo riconosciuto il diritto di sciopero. 2. Nel maggio 1901 a Livorno viene fondata la FIOM (federazione italiana operai metallurgici e meccanici, successivamente ridefiniti come metalmeccanici). 3. Nell’agosto 1902 Giovanni Grisoli succede a Giovanni Battista Paganuzzi alla presidenza dell’Opera dei Congressi e con lui il movimento assume una posizione meno intransigente nei confronti del governo. ESTERI 1. Nel luglio 1903 muore Leone XIII° e gli succede il patriarca di Venezia Melchiorre Sarto col nome di Pio X°, dopo il vero austriaco all’elezione del cardinale Mariano Rampolla. 2. Nel dicembre 1901 il ministro degli esteri Giulio Prinetti informa la camera dei contatti in corso con il collega francese Camille Barrère riguardo alla Libia ed al Marocco. 3. Il riavvicinamento alla Francia irrita il cancelliere tedesco Bernhard von Bulow e rende difficili le trattative per il rinnovo della Triplice alleanza, impedendo che vengano accolte le richieste italiane. 4. Nel giugno 1902 viene stipulato l’accordo Prinetti-Barrère sull’Africa mediterranea ed il Marocco. ECONOMIA 1. Una serie di lotte sindacali si concludono con riduzioni dell’orario di lavoro e aumenti salariali sia nell’industria sia, in misura minore, nel settore agricolo. 2. Aumentano sensibilmente i consumi dei ceti popolari. 3. Non si hanno miglioramenti apprezzabili nel tenore di vita dei ceti piccolo borghesi (che in questo periodo non hanno praticamente alcun peso politico). 4. L’opposizione dei militari e il veto del re impediscono di ridurre le spese militari. 5. L’opposizione dei proprietari fondiari (soprattutto meridionali) impedisce di eliminare i dazi residui sui cereali e le farine. 6. L’opposizione dei proprietari immobiliari impedisce l’approvazione del progetto di riforma fiscale di Leone Wollemborg, che prevedeva un aumento delle tasse di successione e di quelle sugli immobili. 7. Le misure di contenimento dei salari proposte dal governo incontrano la dura opposizione dei socialisti. 8. Giolitti approfitta delle difficoltà dell’esecutivo per indurre Zanardelli a dimettersi e per farsi affidare dal re l’incarico di formare il nuovo governo. Novembre 1903 - febbraio 1905: II° GIOVANNI GIOLITTI INTERNI 1. Si adottano misure repressive verso il proletariato agrario, ma si fanno ampie concessioni ai riformisti, appoggiando le richieste di riduzione dell’orario di lavoro e di aumenti salariali nell’industria e giungendo a proporre a Turati (che però rifiuta per motivi interni al partito socialista) di entrare nel governo. 2. Nell’aprile 1904 l’VIII° congresso del partito socialista, tenutosi a Bologna, si conclude con la vittoria dei sindacalisti (guidati da Arturo Labriola) e dei masssimalisti (guidati da Enrico Ferri) e con la sconfitta della corrente riformista di Turati (che viene accusato di collusione con il governo). 3. Nel luglio 1904 (in seguito ai forti dissidi nati all’interno del movimento) Pio X° scioglie l’Opera dei Congressi ed i cattolici assumono un atteggiamento più favorevole alla partecipazione politica ed alla collaborazione con il governo. 4. Tutte le organizzazioni cattoliche che facevano capo alla disciolta Opera dei Congressi passano sotto il diretto controllo dei vescovi. 5. Nel settembre 1904 (in seguito ad alcuni atti repressivi nei confronti di minatori sardi in sciopero) viene indetto uno sciopero generale, che si protrae dal 15 al 21 e che fallisce totalmente per la mancanza di obiettivi precisi e per l’atteggiamento di controllo passivo assunto dal governo. 6. Le elezioni politiche del novembre 1904 vedono il successo dei giolittiani, dei riformisti e l’elezione dei primi deputati cattolici. ESTERI 1. Continua il riavvicinamento alla Francia, già iniziato con i governi precedenti. ECONOMIA 1. Viene inaugurata una politica economica volta a favorire le esportazioni. 2. Si adottano provvedimenti a favore dell’industria meccanica e cantieristica (gli incrociatori della classe Garibaldi verranno esportati in tutto il mondo). 3. Nel febbraio 1905 viene presentato un progetto di legge per la statalizzazione delle ferrovie, che contiene fra l’altro alcune norme anti sciopero, che a loro volta determinano l’opposizione intransigente dei partiti della sinistra. 4. Per evitare uno dibattito parlamentare che si preannuncia durissimo, Giolitti si dimette, indicando al re come suo successore l’amico Alessandro Fortis. Marzo 1905 - febbraio 1906: I° e II° ALESSANDRO FORTIS INTERNI 1. Nel giugno 1905 Pio X° autorizza formalmente l’impegno politico dei cattolici e la formazione di un loro partito. ESTERI 1. Nel gennaio 1906 alla conferenza di Algesiras sul Marocco il governo italiano si allinea sulle posizioni francesi, provocando le proteste degli alleati tedeschi. 2. La Francia appoggia le rivendicazioni italiane sul territorio libico. ECONOMIA 1. Nell’aprile 1905 viene promulgata la legge sulla statalizzazione delle ferrovie, attenuando le norme anti sciopero. Nel giugno 1905 viene promulgata la legge per la liquidazione dei crediti delle società di gestione. Il provvedimento, però, incontra forti critiche, che inducono il governo a prometterne il riesame. 2. Nel 1905 lo stato registra di nuovo un attivo di bilancio. 3. Nel dicembre 1905 un accordo commerciale con la Spagna che prevede facilitazioni per le importazioni vinicole, in cambio di analoghe misure a favore delle esportazioni manifatturiere, viene bocciato alla camera, per l’apposizione dei viticultori piemontesi e meridionali. 4. Nel febbraio 1906 Fortis, dopo aver tentato di formare un nuovo governo, che però non ottiene la fiducia della Camera, si dimette. Febbraio 1906 - maggio 1906: I° GIORGIO SIDNEY SONNINO INTERNI 1. Nel maggio 1906 la durissima repressione di uno sciopero degli operai tessili di Torino rende impossibile qualsiasi accordo con la sinistra. 2. Nel febbraio 1906 viene fondata a Firenze l’Unione elettorale cattolica italiana. ECONOMIA 1. Viene varate misure per favorire il rilancio dell’agricoltura e vengono concessi sgravi fiscali in cambio di investimenti e di patti agrari più favorevoli ai contadini. 2. La riduzione delle commesse militati e delle spese statali, unitamente alla revisione del riscatto ferroviario, per l’opposizione di ambienti industriali e finanziari (oltre a quella scontata delle sinistre), porta alla caduta del governo. Maggio 1906 - dicembre 1909: III° GIOVANNI GIOLITTI INTERNI 1. Si intensifica l’attività dei cattolici, destinati ad acquistare un crescente peso politico. 2. Nel settembre 1906 a Milano viene fondata la CGdL (confederazione generale del lavoro). 3. Per il modo in cui sono state gestite le elezioni soprattutto al Sud, Gaetano Salvemini definisce Giolitti "Ministro della malavita". 4. Nel maggio 1909 Giolitti pronuncia alla Camera un discorso che segna un esplicito riavvicinamento ai cattolici (e prelude alla successiva intesa elettorale). ESTERI 1. Nel giugno 1907 si ha il rinnovo automatico della triplice alleanza. Prosegue intanto il riavvicinamento a Francia e Inghilterra. 2. Nel 1908 si ha l’occupazione della Bosnia e dell’Erzegovina da parte dell’Austria, che non provoca nessuna reazione immediata da parte dell’Italia. 3. Nel 1909 ha luogo l’incontro di Racconigi fra Vittorio Emanuele III° e lo Zar Nicola II° nel corso del quale viene stipulato un accordo per il mantenimento dello status quo nei Balcani. Lo Zar si impegna anche a favorire la penetrazione commerciale italiana nella regione. 4. Nel 1909 si tengono le elezioni politiche che determinano un rafforzamento della sinistra e un indebolimento della maggioranza giolittiana. ECONOMIA 1. Nel 1906 e nel 1907 si hanno un consistenti avanzi di bilancio e la lira si apprezza rispetto all’oro. 2. Nel giugno 1906 la favorevole congiuntura economica consente la riduzione del rendimento dei titoli di stato dal 5% al 3.75%. 3. Si hanno consistenti investimenti nell’industria, dovuti in buona parte alle ex società ferroviarie di gestione che, avendo incassato i riscatti, dispongono di capitali cospicui. 4. Nel 1907 la scarsa liquidità internazionale dovuta ai precedenti investimenti e la fine della speculazione borsistica al rialzo provoca in Italia una grave crisi congiunturale, che coinvolge alcuni settori industriali e la Società bancaria (terzo istituto italiano di credito). 5. L’intervento della Banca d’Italia, diretta da Bonaldo Sringler, consente di mantenere la crisi sotto controllo. 6. Fra il 1908 e il 1909 la situazione economica peggiora, nonostante la riduzione delle commesse statali decisa dal governo. 7. Dopo le elezioni del 1909, il governo ripropone il progetto di riforma fiscale di Wollemborg, viene messo in minoranza ed è costretto a dimettersi. Dicembre 1909 - marzo 1910: II° GIORGIO SIDNEY SONNINO ECONOMIA 1. Vengono avviate e si consolidano rapidamente le iniziative economiche del gruppo Volpi nell’Impero ottomano e nei Balcani. 2. Il Banco di Roma avvia un consistente piano di investimenti in Libia. INTERNI 1. Il nuovo governo è privo di una solida maggioranza parlamentare. 2. Si rafforza ulteriormente il movimento politico dei cattolici. 3. Nascono i primi nuclei del movimento nazionalista (guidato da Enrico Corradini, Francesco Coppola e Luigi Federzoni e appoggiato da Gabriele D’Annunzio). 4. Dopo che la Camera ha respinto, per l’opposizione dei giolittiani, un progetto di legge per l’istituzione del ministero dei trasporti (che dovrebbe consentire al governo di controllare l’attività ferroviaria) e la regolamentazione alle sovvenzioni alle compagnie di navigazione, Sonnino si dimette. Marzo 1910 - marzo 1911: I° LUIGI LUZZATTI ECONOMIA 1. In assenza di un aumento significativo dei consumi privati, molti gruppi industriali italiani e in particolare il gruppo Ansaldo diretto da Ferdinando Maria Perrone, si orientano verso la produzione di armamenti. 2. Si intensificano gli investimenti del gruppo Volpi in Asia minore e nei Balcani e quelli del Banco di Roma in Libia. ESTERI 1. In concomitanza con la seconda crisi marocchina, il governo francese, per indebolire l’alleanza fra Italia e Germania, si dichiara a favore dell’intervento militare italiano in Libia (sollecitato da gruppi finanziari e industriali e richiesto dai nazionalisti). INTERNI 1. Nel maggio 1910 a Torino, con la fusione di preesistenti organizzazioni regionali di imprenditori, viene costituita la CONFINDUSTRIA. 2. Nel 1911 viene discussa la nuova legge elettorale. Socialisti e radicali chiedono che venga previsto il suffragio universale maschile (a favore del quale si pronuncia anche Giolitti), mentre il governo è favorevole ad un ampliamento più limitato. 3. Nel marzo 1911, dopo che alcuni ministri vicini alle posizioni radicali rinunciano all’incarico, Luzzatti si dimette. Marzo 1911 - marzo 1914: IV° GIOVANNI GIOLITTI ESTERI 1. Nel settembre 1911 cominciano le operazioni militari in Libia, dopo la dichiarazione di guerra alla Turchia da parte del re e del governo (mentre il parlamento è chiuso dal precedente mese di luglio e non verrà più convocato fino al febbraio 1912). 2. La guerra risulta subito più difficile del previsto ed obbliga il governo a portare gli effettivi del corpo di spedizione da 30.000 a 100.000. 3. Per piegare la resistenza della Turchia, vengono anche avviate costose operazioni navali, che si concludono con l’occupazione di Rodi e di dodici isole dell’arcipelago delle Sporadi (che verranno indicate con il nome di Dodecaneso). 4. Nell’ottobre 1912 Giuseppe Volpi (presidente dell’omonimo gruppo industriale e finanziario) conclude a Losanna le prime trattative con la Turchia, con le quali la Libia viene ceduta all’Italia. 5. Con il trattato di Londra del 1913 viene riconosciuta anche la sovranità italiana sulle isole egee. 6. Nel 1913, alla fine della prima guerra balcanica, Italia e Austria si accordano per impedire l’accesso all’Adriatico della Serbia. L’intesa determinerà la creazione del regno autonomo di Albania. ECONOMIA 1. I grandi gruppi industriali (Ansaldo, Tosi e FIAT) e finanziari (Banco di Roma, Banca Commerciale, gruppo Volpi) spingono il governo verso scelte belliciste in Libia e nel Mediterraneo orientale. 2. Nel 1912 (con la motivazione ufficiale di garantire ai lavoratori le pensioni di vecchiaia, che al contrario non saranno oggetto del provvedimento) si approverà la nazionalizzazione delle assicurazioni, che dovrà essere completata entro 10 anni, e verrà fondato l’INA (Istituto nazionale delle assicurazioni). Il provvedimento, unitamente all’aumento straordinario dell’imposta di consumo, consentirà di finanziare le spese della guerra di Libia. 3. Aumenta il costo del denaro e le esportazioni sono danneggiate dal rincaro dei noli marittimi, conseguente allo stato di guerra. 4. A partire dal 1912 la cattiva congiuntura internazionale aggrava la situazione economica italiana. 5. Le industrie, a causa anche dell’esaurirsi delle commesse militari, procedono a licenziamenti e riduzioni salariali. 6. Si hanno numerosi scioperi che falliscono quasi sempre, ma che compromettono il consenso nei confronti del governo. INTERNI 1. I nazionalisti appoggiano con convinzione la politica bellicista del governo (il loro appoggio al governo, tuttavia, si esprime solo dopo la riapertura del parlamento, nel febbraio del 1912). 2. I partiti della sinistra sono indotti ad assumere una posizione conciliante sulla guerra con la promessa del suffragio universale maschile e della soluzione del problema delle pensioni di vecchiaia (legato alla nazionalizzazione delle assicurazioni). 3. Nel giugno 1911 la scuola elementare diviene statale (da comunale che era). 4. Nel maggio 1912 è approvata la riforma elettorale, che prevede il suffragio universale maschile. 5. Nel luglio 1912, al XIII° congresso del PSI che si tiene a Reggio Emilia, i riformisti perdono il controllo del partito, al cui interno si affermano le correnti più radicali. 6. Nel settembre 1913 si tengono le prime elezioni a suffragio universale. 7. Per contrastare la temuta avanzata della sinistra, Giolitti stringe con il conte Vincenzo Ottorino Gentiloni (presidente dell’Unione elettorale cattolica italiana) un patto in base al quale si impegna a non far proporre e a non far appoggiare da un suo governo iniziative anticlericali. 8. La maggioranza giolittiana che esce dalle elezioni si rivela poco solida per cui Giolitti, dopo che la Camera ha approvato le spese per la Libia (in gran parte già sostenute), nel marzo 1914, per evitare un difficile voto di fiducia, si dimette. |
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