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Si aprono le prime scuole per maschi e femmine. Si completa il Teatro |
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Finita la triste parentesi del brigantaggio la città comincia lentamente ad organizzarsi |
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di Mario Boscia da: "GAZZETTA DI BENEVENTO" - vari numeri, anno1990 |
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Annesso anche il Convitto la cui retta era di 30 lire il mese |
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il 30ottobre del 1861 viene autorizzata l'istituzione del Liceo ginnasio poi "Giannone" |
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di Mario Boscia da: "GAZZETTA DI BENEVENTO" - vari numeri, anno1990 |
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Primo Preside del Liceo Classico "Giannone" |
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di Francesco Morante da: "BENeventi" - numero 4, gennaio 2002 |
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Si aprono le prime scuole per maschi e femmine. Si completa il Teatro Finita la triste parentesi del brigantaggio la città comincia lentamente ad organizzarsi |
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Finito il brigantaggio, le condizioni della città cominciarono a normalizzarsi ed a migliorare notevolmente. Si badò dapprima all'istruzione come fondamento di ogni bene civile. Si aprirono scuole per tutti i due sessi; si diede incremento a quelle dei fratelli delle scuole cristiane, dette degli "Ignorantelli", fondate dal cardinale Bussi nel 1834 con un capitale preso dal Monte dei Pegni. Si aprì una scuola serale ed una scuola tecnica. Al Liceo Giannone fu aggiunto un convitto provinciale con messi posti senza pagamento. Quest'ultima sostituzione fu molto opportuna e necessaria, poiché il convitto già tenuto dagli scolopi era stato soppresso. Si riapriranno con i migliori auspici le scuole del Seminario che in un primo tempo si erano chiuse. Non appena fu provveduto ai più urgenti bisogni della pubblica istruzione fu necessario badare alle opere pubbliche indispensabili. Benevento, capoluogo di una sì illustre provincia, non avrebbe più potuto trascurarla senza avere biasimo e pericolo. Si completò il teatro che nel 1855 era stato lasciato a metà. Sebbene non molto grande, il teatro fu uno dei più eleganti delle città meridionali. Dopo si pose alacremente mano alla costruzione del Camposanto che venne ubicato sul declivio occidentale della collina chiamata Capodimonte. Altre opere di gran rilievo furono presto compiute sotto il prefetto Cler, il quale portò felicemente a termine l'asilo di infanzia, fondò i nuovo carcere, l'asilo di mendicità, e ottenne in dono per la città il convento dei soppressi scolopii, dove pose il Consiglio e la Deputazione provinciale ed altri uffici. Fu inoltre uno dei primi ad applicare la legge Pica con tanto zelo, da mandare perfino a domicilio coatto alcuni preti innocui. Vennero acquistati poi dal Demanio i conventi dei soppressi luoghi pii, ma se ne sciuparono le esigue entrate, tanto che poi non fu più possibile provvedere con la dovuta celerità ad altri non lievi bisogni del paese. Si condusse a termine la villa situata di fronte al Castello. Poi videro la luce tre importantissime opere pubbliche: il Palazzo di Giustizia nel vecchio convento dei domenicani nel quale si raccolsero tutti gli uffici giudiziari qua e là sparsi, la derivazione in città di nuove e più copiose acque potabili, la cui mancanza causava gravissimi danni; da ultimo poi l'allargamento del corso principale della città, opera importante portata a termine nonostante le modeste entrate del Comune. Dirà poi Isernia nella sua Storia: "senza di questa strada Benevento non avrebbe potuto mai avere l'aspetto dì una bella e importante città italiana". Anche l'agricoltura ebbe un notevole incremento con l'avere finalmente potuto persuadere i contadini i quali volevano seguire sempre le orme dei loro padri, ad usare metodi nuovi, e di introdurre utili innovazioni. Incentivata anche la coltivazione del tabacco. La provincia di Benevento contava, secondo le statistiche del tempo, 240.061 abitanti, ed era divisa nei circondari di Benevento, Cerreto Sannita, S.Bartolomeo in Galdo. Quattro linee ferroviarie l'intersecavano, e facile era l'accesso da ogni comune alle stazioni ferroviarie, perchè era ampiamente fornita di strade provinciali. Le antiche istituzioni più importanti e benefiche furono conservate, e ricevettero molte innovazioni. Orfanotrofi ed ospedali, il Monte dei Pegni, la pubblica Biblioteca, il Museo di Antichità patrie, lo splendido palazzo della Prefettura sono istituzioni che diversi capoluoghi di provincia potrebbero invidiarle. Il Tribunale poi, esteso a tutta la provincia, e di incitamento ai cittadini più cospicui della provincia a recarsi frequentemente in Benevento per assistere personalmente alle contestazioni riguardanti i loro affari di maggiore rilievo, dà incremento al commercio locale mediante i tanti testimoni che da tutte le località vengono per assistere ai dibattiti penali. La città dopo l'opera indubbiamente benefica, sebbene ardua del Torre e del partito liberale moderato e che dovette vincere ostacoli a volte gravissimi, specialmente d'indole politica, e superare una tradizione di gretta vita municipale, conseguenza dell'isolamento a cui l'aveva condannata la sua appartenenza al lontano Stato Pontificio, si avviava decisamente verso una via di progresso in ogni campo: civile, industriale, commerciale, culturale. |
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Annesso anche il Convitto la cui retta era di 30 lire il mese il 30ottobre del 1861 viene autorizzata l'istituzione del Liceo ginnasio poi "Giannone" |
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Anno Scolastico 1861/62 - Insegnanti Liceo Giannone |
Preside Romualdo Bobba |
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Il 3 settembre 1860 segna una data importante per Benevento. I rivoluzionari con a capo Salvatore Rampone dichiararono la città libera dalla lunga secolare dominazione papale e ne chiesero a Garibaldi alle province dell'ex regno di Napoli e poi al nascente regno d'Italia. Infatti pochi giorni dopo, il 21 ottobre, ebbe luogo il plebiscito per l'annessione al Regno dei Savoia. A Benevento la votazione ebbe luogo nell'atrio del soppresso Collegio Gesuitico. Il Consiglio plebiscitario fu diretto dall'avv. Carlo Bessogni che si adoperò affinché la votazione riuscisse "plebiscitaria" e senza incidenti. Il popolo, circa 7000 votanti, vi accorse numeroso e compatto, mostrando forse minore entusiasmo del giorno 3 settembre, anche perché i patrioti che tanto avevano dato per il raggiungimento della libertà, si mostrarono delusi a causa del sopravvento preso dai partiti che nulla avevano dato alla causa rivoluzionaria. L'esito del plebiscito fu sancito con regolare decreto emesso in Napoli il giorno 25 ottobre a firma del Prodittatore Pallavicino e controfirmato dal Ministro dell 'Interno R. Conforti. Questo atto che sanciva la dichiarazione di Benevento a Provincia del Regno d'Italia fu il primo di molti altri che si susseguirono e che contribuirono a dare migliore aspetto alla nuova provincia. Altrettanto grande fu l'operato del primo governatore di Benevento che si adoperò ad attuare questo disegno. Tra le tante cose la prioritaria fu quella di provvedere alla istituzione di un nuovo Liceo per l'insegnamento di cui la Città era priva a seguito della chiusura del Collegio Gesuitico e dell'espulsione degli altri ordini religiosi. Nel frattempo gli Scolopi, che avevano sempre ostentato sentimenti liberali, furono invitati ad aprire un "corso classico" nel loro convento di S. Nicola. Nell'ottobre del 1860 un manifesto avvertiva che le lezioni sarebbero cominciate il prossimo 11 novembre proprio nei locali del Collegio delle Scuole Pie (attuale via B.Camerario) dove avrebbero trovata sistemazione 3 scuole di Grammatica, 2 di Belle Lettere, 2 di Filosofia, 1 di Matematica, 1 di Fisica, 1 di Diritto Giustinianeo e 1 di Codice Civile. Nel contempo il sindaco Celestino Bosco Lucarelli inoltrava richiesta a Luigi Settembrini; consigliere di Luogotenenza incaricato del Dicastero della Pubblica Istruzione in Napoli per l'apertura di un liceo in Benevento. Il 10 febbraio 1861 intanto venivano pubblicati in Napoli i "Provvedimenti relativi alla istruzione secondaria classica che ha per fine di ammaestrare i giovani in quegli studi mediante i quali si acquista una cultura letteraria e filosofica che apre l'adito agli studi speciali che menano al conseguimento del gradi accademici nelle università dello Stato". L'istruzione classica era distinta in due gradi e si espletava il primo nello spazio di cinque anni e il secondo nello spazio di tre anni. Ad una nota del Settembrini del 26 marzo 1861 che chiedeva le opportune informazioni sulla città di Benevento il Governatore Carlo Torre in data 30 marzo rispondeva che la principale città dell'ampia contrada sannitica aveva da sempre posseduto uno stabilimento d'insegnamento già appartenuto nel passato regime ai gesuiti. Dotato di un pregevole Gabinetto di Fisica e di una bella biblioteca, moderno negli studi (negli ultimi anni della loro presenza i gesuiti vi avevano aperto una cattedra di diritto) economicamente autonomo ricco di una rendita ammontante a 4200 ducati e a circa 80 tomoli di grano. Inoltre faceva sapere che il Collegio era uno dei più importanti per il concorso della gioventù dalle vicine province venuti ad apprendere le lettere e le scienze. Ritenendolo pertanto adatto ad essere trasformato nel nuovo liceo così proponeva e suggeriva: 1) Che l'antico Liceo di Benevento sia ricostituito in Liceo Ginnasiale; 2) Che nel locale di esso si stabilisca pure una scuola superiore di diritto; 3) Che dell'uno e dell'altra si conferiscano, almeno in parte, le Cattedre ad uomini segnalati del Paese; 4) Che il nuovo ordinamento si costituisca al più presto in modo che al nuovo anno scolastico possa il Liceo senz'altro indugio aprirsi. Il 30 ottobre 1861 fu autorizzata l'istituzione del Liceo Ginnasio e con esso anche l'elenco dei professori: Luigi Tamburini, letteratura italiana; M.Cacciapuoti, letteratura latina e greca; A.Coppola, fisica e chimica; I.Monti, matematica; L.Romanelli, filosofia; F.Corazzini, storia e geografia. Per il Ginnasio superiore e inferiore: Giuseppe Ziccardi, Rosario Ciosio, Cosimo Orlando, Matteo Gubitosi, Domenico Cintolo, Biagio Beri. Preside Romualdo Bobba. Il 17 novembre, poi, il suo primo preside Romualdo Bobba con "solenni parole" inaugurava il Liceo e il 1 gennaio 1862 si apriva anche l'annesso Convitto la cui pensione veniva fissata a lire 30 il mese. L'età minima per essere ammessi era di 7 anni compiuti. Il neo istituto, rinnovato nello spirito, iniziava così una nuova vita, con lo scopo di formare "cittadini onesti e virtuosi". Quattro anni più tardi in esecuzione del regio Decreto del 4 marzo 1865, con cui si stabiliva che ciascuno dei "Regi Licei dello Stato si qualificasse dal nome di qualche illustre italiano vissuto nell'Evo medio o Moderno", il 14 maggio di quell'anno il Liceo veniva intitolato a Pietro Giannone. Nella scelta della denominazione dei licei si badò possibilmente a che ogni Istituto rimanesse fregiato del nome di un letterato, scienziato o pensatore politico che fosse ancora più propria della città o della provincia in cui avesse sede l'istituto. Il Consiglio dell'Istituto tenendo fede a tali direttive sceglieva il nome di Pietro Giannone il quale se non vedeva la luce in Benevento, traeva i natali in un paese della Capitanata, parte della quale venne poi aggregata alla nostra provincia. |
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