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MINISTERO INTERNI |
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CIRCOLARE A STAMPA AI SINDACI D'ITALIA |
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"soscrizione" nazionale per estirpare il brigantaggio nelle Province meridionali |
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Circolare n° 2 |
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1 Gennaio 1863 |
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"Il brigantaggio che travaglia parecchie delle Province Napoletane, è danno generale d’Italia. Esso leva vigore a tutto il corpo, se ne ammala principalmente solo alcune membra: e macula la purezza di questo moto nazionale, che ha messa l’Italia dalle umili condizioni in cui ella era, nella via di un così infinito avvenire di prosperità e grandezza. Il brigantaggio non accusa però le popolazioni dei paesi che esso desola; senza essere loro colpa è una loro nuova sciagura: una sciagura che è come la somma e il risultato di tutte quelle che aggravò sopra esse il Governo caduto, di proposito trascurando di diffondere tra le loro classi più infime quei lumi di coltura, quei semi di civiltà, quei principii fecondi di libertà, che infondono nei popoli il sentimento di se medesimi e della dignità del lavoro. Nel disordine che per una qualunque mutazione di stato si sarebbe dovuto in tali condizioni di cose generare, il Governo caduto non vedeva nell’avvenire se non quello che vi aveva trovato nel passato, un mezzo di restaurazione. Di questa speranza le popolazioni napoletane hanno già a quest’ora disilluso quelli che la nutrivano, concorrendo non ad ingrossare, ma a combattere le bande dei briganti che, per la dissoluzione della forza pubblica, e per l’oro venuto di dove si sarebbe aspettata una parola cristiana di benedizione e di pace, si sono formate nel loro grembo. Pure, quelle bande così sparse e sole, attendate e scorrenti a modo di nemici in terreno nemico, servono agli avversari dell’unità d’Italia di pretesto a combatterla, preferendo di lasciar credere che abbiano sul suolo d’Italia trovato un alleato che li disonora, che di dichiarare di non trovarne punto. L’unità d’Italia splende per la luce sua: è nata dall’unanime volontà dei popoli, né ha bisogno di conferma. Pure il Governo si deve preoccupare, perché dove mancano le ragioni manchino anche i pretesti; perché il fuoco sia spento, quando anche, e prima che il fomite di Roma non sia rimosso; ed è risoluto a pigliare ogni più pronto ed efficace provvedimento perché la mala erba del brigantaggio, che tutto insterilisce il suolo di tante Province, sia recisa e svelta tutta. Quali mezzi a ciò il Governo debba da sé e sin d’ora adoperare , mentre che gli studi della Commissione d’inchiesta continuano? Ella ne è già stata in parte e ne sarà poi vieppiù particolarmente istruita: ma vi ha alcuna cosa che il Governo sente di non poter compiere tutta da se solo, e per la quale provoca per mezzo dei signori Prefetti il concorso della Nazione. Le popolazioni Napoletane, che da due anni sentono un flagello del quale le altre Province sono libere, hanno pur bisogno di sapere con un segno evidente che questo loro male privato è tenuto, quello che è difatti, male di tutti. - Un fatto nuovo nelle società presenti, un fatto di cui l’Inghilterra, in tutte le parti del suo immenso dominio, dà prova oggi così splendida nel concorrere ai soccorsi degli operai nel Lancashire rimasti per cagione della guerra d’America senza lavoro, un fatto nuovo è questo: che tutte le parti che costituiscono uno Stato, tutte le Province che lo compongono, tutte le classi nelle quali è distinto, tutti i cittadini che esso numera, sentono ora più intimamente che non facessero per il passato di formare un tutto solo, collegato da un vicolo interno di affetto, da un vincolo comune di interessi, per cui è male di ognuno ciò che è male di ciascuno; e la liberalità dei privati supplisce dove lo Stato, senza allargare di soverchio le sue attribuzioni od accettare principii sinora riconosciuti funesti, non potrebbe supplire appieno da sé. In Italia questo concorso del paese avrebbe, oltre questo significato sociale e morale, un significato politico. Il dolore delle lunghe angherie, dei ripetuti danni, delle continue sofferenze ha potuto far entrare in parecchie delle popolazioni Napoletane un pregiudizio funesto alla riputazione di stabilità che è il primo fondamento d’ogni Stato, e il primo principio d’ogni Stato nuovo: si sono potute credere derelitte dalle Province sorelle, ed amate meno delle altre. Qual miglior mezzo a dissipare un così dannoso pregiudizio che quello di mostrare la sollecitudine di tutta Italia ad accorrere spontanea a medicare le piaghe che il brigantaggio apre nelle famiglie, e premiare il coraggio di coloro i quali affrontano i briganti difendendo sé, le l’or famiglie, la loro patria, e purgano il nome napoletano da ogni ingiusta taccia? Il Governo non intende neanche in questa parte restare nel giro della sua azione legittima inoperoso. Anche ora gli atti di coraggio hanno da esso quelle ricompense che nei confini dei fondi dei quali dispone e nei modi dalle leggi consentiti può la prossima sessione al Parlamento a fine d’essere a ciò con maggior larghezza abilitato. Ma mentre il Governo nutre questo disegno, non si può nascondere due cose: primo, che richiederà tempo così il formulare come il deliberare questa proposta di legge; secondo, ch’essa non potrà venire al sussidio di quelle sventure domestiche, che meritano dalla pietà dei cittadini un compianto non sterile, né attagliarsi così bene a tutte quelle opere d’amor patrio, e di coraggio, che sarebbe debito ricompensare, come la carità privata saprebbe così mirabilmente fare da sé. D’altra parte il Governo sente quanto il conforto scenderebbe più dolce nel seno delle famiglie desolate, o all’animo di chi ha bene meritato del paese, se apparisse venire dalla spontanea volontà dei concittadini anziché dalla forzata imposizione dello Stato. Il Governo sente come nel primo modo produrrebbe molti effetti morali, che nel secondo non può raggiungere; esso sente quanto meglio convenga, che mentr’esso come dovere la virtù del sacrificio, la riconoscenza e la sollecitudine del paese s’appresti a premiarla. Senza quindi rinunziare alla parte che può ad esso spettare, il Governo crede bene d’invitare la Signoria Vostra a promuovere, appena ricevuta questa Circolare, una sottoscrizione in tutti i Comuni della Provincia commessa alle sue cure, in quei modi che le parranno più acconci a far che corrisponda allo scopo che le son venuto indicando. A questa sottoscrizione il ricco porgerà il suo scudo, il povero il suo obolo: e sarà la somma raccolta applicata al doppio fine di consolare le sventure domestiche da una parte, gli premiare gli atti di coraggio dall’altra, dei quali il brigantaggio sia occasione od origine. Il Ministero indicherà a suo tempo i modi di far pervenire i fondi raccolti nelle mani delle Autorità delle Province nelle quali debbono essere distribuiti. E come chiede il concorso dei privati nel dare, il Governo intende chiedere quello dei privati nel distribuire. Perciò i Prefetti delle Province nelle quali occorrerà o distribuire i soccorsi o conferire i premi indicati, avranno dal Ministro apposite istruzioni, come nominare nel Capoluogo di Provincia una Commissione di cittadini probi e reputati, e nei comuni delle Commissioni che corrispondano ad essa; acciocché, verificati gli atti a premiare, o le sventure a sollevare, sia in proporzione delle somme raccolte, dato misurato premio agli uni, e possibile conforto alle altre. Il Ministro U. PERUZZO |
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