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Gioseffi TEODORO

alias

Caporal Teodoro

 

Gioseffi Teodoro, alias Caporal Teodoro, nacque a Barile da una misera famiglia di contadini e guardiano campestre di professione, aderì sin dall'aprile 1861 al brigantaggio nella banda Crocco, e per questo fu ricercato per "cospirazione diretta ad attentare avente per oggetto di cambiare la forma del governo". Dopo essere stato nella banda Crocco passò in quella di Ninco Nanco e successivamente seguì Borjés, venendo appunto soprannominato Caporal Teodoro, prendendo parte, nell'autunno 1861, al sacco di Trivigno, Vaglio, Bella, Ruvo del Monte, Pescopagano e Pietragalla. Con il ritiro dello spagnolo, Gioseffi, finì per ereditare la banda del suo paesano Botte, agendo su un territorio che comprendeva i comuni di S. Fele, Ruvo del Monte, Rapone e Monticchio. La prima azione autonoma della banda Gioseffi risalì al 15 aprile 1862 e fu una disfatta perché fu costretta alla fuga da un reparto di bersaglieri, lasciando sul terreno quattro morti, la druda di Gioseffi, 29 cavalli, sei vacche e numerosi fucili, munizioni e bisacce. Il 16 giugno assieme alla banda Coppa la banda Gioseffi subì un'altra sconfitta, sempre ad opera dei bersaglieri, nelle vicinanze delle Crocelle, mentre il 12 marzo la banda Gioseffi in compagnia delle bande Coppa, Ninco Nanco, Caruso, Malacarne di Melfi, Marciano e Sacchetiello, guidate da Crocco, partecipò al massacro di 15 cavalleggeri Saluzzo, e successivamente il 26 luglio con le bande Caruso, Tortora, Schiavone al massacro di altri 23 cavalleggeri, presso la Rendina. La banda Gioseffi attuò numerosi reati minori: nel 1862 operò nel solo territorio di Melfi sei grassazioni, mentre nel territorio attiguo di Rapolla attuò una grassazione e una tentata estorsione. Il 15 aprile 1863 la sua banda fu decimata, nei pressi di Monticchio, da un reparto di bersaglieri, costringendo Caporal Teodoro ad unirsi dapprima, fino al maggio 1864, con la banda di Malacarne di Melfi, e successivamente con la banda Volonnino, forte di 17 elementi, per evitare che la sua banda, da sola, potesse essere facilmente catturata o distrutta da un semplice plotone dell'esercito piemontese. Il 26 maggio anche Caporal Teodoro fu tra i carnefici dei sette fanti del 4° reggimento trucidati presso il bosco di Civita. Ormai braccato dalle forze repressive guidate dal "traditore" Caruso, il 3 febbraio 1865 Caporal Teodoro si presentava a Rionero al generale Pallavicini. Sulla sua testa, come su quella di Michele Volonnino e di Totaro, pendeva una taglia di 9.000 lire. A carico di Gioseffi furono addebitati tredici capi di imputazione:

associazione di malfattori maggiore di cinque, avente lo scopo di delinquere contro le persone e le proprietà dei comuni di Ripacandida, Melfi, Rapolla;

grassazione in danno di Ercole Siniscalchi, proprietario di Melfi, nel 1861;

arruolamento in banda armata a Rapolla nel 1861;

grassazione in danno di Mecca Antonio di Melfi nel 1862;

grassazione in danno di Laviano Michele di Melfi nel 1862;

grassazione contro Picchimenna Domenico di Melfi nel 1862;

omicidio di Cerone Giuseppe di Melfi nel 1862;

tentata estorsione di Mendia Giuseppe a Rapolla nel 1862;

grassazione contro Tolve Donato;

grassazione contro Pastore Luigi, in agro di Venosa, nel 1862;

grassazione contro Fasciano Anselmo e Aromatardo Nicola di Melfi nel 1863;

assassinio di Schirò Domenico di Melfi nel 1863;

sequestro di persona contro Farano Michele di Melfi nel 1863

Per questi reati fu condannato dal tribunale militare di Guerra di Potenza, con sentenza pronunziata il 16 giugno 1865, ai lavori forzati a vita.

da: http://www.brigantaggio.com/sitoteodoro.htm

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