Pietro Giuseppe TARCHINI

NORA un'altra storia

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pag. 340, ed. Guida - Napoli, Ottobre 2003

"…gli eccidi ed i genocidi non sono prerogativa di alcun popolo od organizzazione sociale o militare particolarmente perversa, ma sono meccanismi che scattano ovunque, ogni qual volta se ne creino le condizioni predisponenti. Le guerre civili sono le più violente, qui l’odio e la crudeltà raggiungono culmini non conosciuti in quelle ordinarie. Nell’Appennino Meridionale, dal maggio 1860 a tutto il 1866 vi fu un periodo nebuloso, feroce, con inimmaginabili atrocità. La Storia lo ha liquidato con l’etichetta di "Brigantaggio". Per averne ragione il neonato Regno dispiegò 120.000 uomini, promulgò leggi speciali ed estese quella marziale a tutto il territorio ma, nonostante questo, occorsero sei anni.

Troppi uomini, troppo tempo…"

Il racconto, non propriamente solo un romanzo storico, è ambientato nel regno delle Due Sicilie nell’anno del suo tracollo.

La trama, di pura fantasia, si aggancia a fatti realmente accaduti e conduce, attraverso una tormentata storia d’amore, ad un riesame di tutto il periodo. E’ lo stesso protagonista, infatti, (un ufficiale dell’Esercito Napoletano), a raccontare dal suo punto di vista, in prima persona, parte della storia. Il resto è svolto in terza persona (autore narrante).

Il tutto termina con l’eccidio di Casalduni.

La rigorosità scientifica nella ricostruzione d’ambientazioni ed avvenimenti comuni a tutti, tuttavia, si inverte in quelli propri e specifici dove inutilmente chi ha dimestichezza con quegli avvenimenti ricercherebbe personaggi e luoghi conosciuti. Quegli sono stati idealizzati e mutati, perché non la specifica vicenda si è inteso ricostruire, pregevolmente rievocata in più saggi e già narrata in romanzo, ma quelle, sempre identiche, senza eccezione, sia le gradevoli che le truci, accadute in circostanze analoghe, da che si ha memoria della Storia dell’uomo, in ogni luogo ed in ogni tempo.

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Hanno detto:

Un corposo romanzo storico che lascia affascinati e storditi…Avvincente e sconcertante come poche, termina con gli eccidi di Casalduni e Pontelandolfo…

L’intento dell’autore, tuttavia, va al di là di un’attenta, autentica e veritiera ricostruzione degli eventi storici, per raccontare quel che davvero accade in simili circostanze… per mostrare la vera natura umana, animalescamente violenta quando vuole distruggere ciò che non le aggrada….ma anche capace di gioire e soffrire per amore…

Mary Attento - Giornalista e scrittrice, responsabile della collana "Lettere Italiane" dell’Alfredo Guida Editore.

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Era parecchio tempo che non trovavo un libro così coinvolgente… i fatti narrati li ho sentiti molto vicini, sono rimasto affascinato per vari motivi:

perché, sulla falsariga di una storia d’amore, l’autore ha narrato in maniera meticolosa e rigorosa un momento tragico della storia della mia terra, cui sono profondamente legato. Quei fatti hanno poi cambiato il decorso della Storia e il destino del nostro sud; se in bene o in male sono in tanti a chiederselo ancora;

perché colpito dalla descrizione puntigliosa del modo di vivere della gente di allora, la divisione netta della società in classi di appartenenza, tanto netta da distinguersi addirittura nel modo di vestire, nella disposizione delle abitazioni, nei posti da occupare in Chiesa;

perché i sentimenti espressi dai protagonisti non si sono limitati a rappresentare la solita lotta tra il bene ed il male, ma hanno evidenziato che chi vive fino in fondo di nobili ideali quali la lealtà a ferrei principi di vita, l’amicizia, il senso assoluto di dover compiere il proprio dovere fino in fondo, soccombe sempre all’arroganza, alla furbizia, all’opportunismo di chi senza possedere alcuna qualità vuole vivere il potere solo per soggiogare gli altri e occupare posizioni di comodo che altrimenti non potrebbe mai raggiungere. Di Portio de Castris la società abbonderà sempre!!!

Per fortuna che esiste una forza che da sempre, in maniera imprevedibile, è capace, come nella conclusione tragica delle vicende vissute dai protagonisti di questa meravigliosa storia, di far continuare la vita: la forza dell’amore.

Questo libro occuperà un posto di rilievo nella mia piccola biblioteca, perché non è un semplice romanzo, ma neanche un freddo libro di storia. E’ come se avessi rivissuto in prima persona un pezzo importante della storia della mia terra.

Federico Bongo - Medico Reumatologo – Consigliere Provinciale ad Avellino

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Un accorato amore, intriso di genuini entusiasmi, ingenui e giovanili incertezze, leggero ed ameno, sofferto e vissuto.

Un eroe forte in coraggio, fede, sentimenti, amor proprio, aggredito dalla meschinità delle circostanze e debole, per sua stessa umanità, di fronte alla Storia.

Una ricostruzione dotta negli avvenimenti, accorata nelle interpretazioni, ed evocativa; facendo affiorare, in profumi, sapori e sensazioni, la nostra coscienza profonda di italiani.

Una vicenda infine, che ci accomuna tutti, scettici ed idealisti, fiduciosi e nichilisti, in considerazioni amare e mature sul Fato, certamente cieco ed a volte cinico, e sulle nostre vicende terrene, inevitabilmente precarie…

Pasquale Lo Conte - Medico Oculista – Poeta

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Dai fatti realmente accaduti in periodo tormentato del Risorgimento d’Italia, si erge maestoso l’uomo, questo essere libero ed intelligente, capace dei più efferati delitti ma anche di elevarsi in un fulgido serafico volo.

Dal romanzo tutto ciò sgorga come pura acqua ristoratrice.

Oreste Inglese - Insegnante in pensione - Poeta e scrittore

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