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Giuseppe MARINO

CRONACHE DI POVERI BRIGANTI

Il Brigantaggio nel XIX secolo a Caccuri e dintorni

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Illustrato da Daniela Secchiari

pag. 141, ed. Pubblisfera - San Giovanni in Fiore Luglio 2003

 

E' un saggio sul brigantaggio anti francese fomentato dai filo borbonici e dagli Inglesi nei primi anni del XIX secolo, sul brigantaggio criminale, fenomeno endemico nella Calabria e nella nostra zona in particolare e su quello post unitario che vide contrapposti migliaia di disperati, spesso fuorilegge per necessità, all'esercito piemontese che attuò una feroce repressione del fenomeno con metodi ancor più spietati, se possibile, di quelli usati dai briganti.

L'opera nasce dalla consultazione di decine e decine di fascicoli di procedimenti penali su atti di brigantaggio custoditi presso gli archivi di Stato di Catanzaro e Cosenza e dai registri dello stato civile del Comune di Caccuri e ricostruisce vicende ed eventi drammatici inediti, nonché le biografie di decine di briganti caccuresi e dei paesi del Crotonese fin ora sconosciuti con  storie di miseria, di sofferenza e  di abbrutimento che meritano di essere divulgate.

La copertina e i pregevoli disegni che rappresentano in modo semplice e schietto "i poveri briganti" caccuresi, uomini che nulla hanno di eroico o di "romantico", sono di Daniela Secchiari, disegnatrice per hobby di Carrara.

hanno scritto del libro

Marino ha condotto ricerche lunghe, faticose, accurate, supportando ogni rigo del suo racconto (stavo per scrivere ogni respiro dei suoi protagonisti) di riferimenti documentali tratti minuziosamente da atti giudiziari per oltre cento cinquant'anni mai toccati da nessuno. Aprendo faldoni e volgendo coacervi di carte ha sollevato il coperchio di un inferno di passioni alimentate da efferatezze e sollecitate da sentimenti bruti mai raddrizzati adeguatamente dalla scuola, da civismo, dall'eco d'insegnamenti di fede e di eticità. Non vi è un rigo dolciastro di romanticume che sovente incipria le storie dei briganti.

Cesare Mulè, storico calabrese

Nel suo libro ho sentito l'eco di tante lotte che Peppino Marino ha combattuto in difesa dei più deboli. Questo suo ultimo lavoro è, infatti, un grido di protesta nei confronti di coloro che hanno "dimenticato" di narrare la storia di tanti poveri diavoli che, ridotti in condizioni di estrema povertà materiale e morale, diventano, come ben dice l'autore, briganti per necessità.

                                        Giuseppe Miliè, uomo politico

L'opera del professore Marino parla della storia di Caccuri e dintorni nel XIX secolo, ma non si sofferma su illustri uomini di cultura. Dipinge, invece, con grande freschezza e semplicità di stile, la vita comune della povera gente che, spinta dalla necessità e dalla disperazione, si dava al brigantaggio. C'è da sottolineare il fatto che i briganti, di cui nel libro si odono le voci e il respiro, non sono dei delinquenti nati, ma persone semplici  e analfabete che, per risollevarsi economicamente, si davano alla violenza.

Vincenza Cavallaro, cronista del settimanale La Provincia di Crotone

Nel libro si percepisce un dramma e non un racconto; dramma perché ha due aspetti di spaventosa grandezza: il bene e il male. Un dramma, tra l'altro,  molto interessante perché è "sano" e scritto con i piedi a terra e, soprattutto, con notizie storicamente certe. Il tutto è inquadrato molto bene nel contesto storico - sociale di quel brutto periodo. L'opera è una finestra storica aperta sul nostro territorio con fatti storici di casa nostra vissuti e sofferti dai nostri avi.

Teodoro Torchia, storico e poeta

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