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"Storie di galantuomini, briganti |
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ricerche storiche di: |
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Vincenzo Perretti |
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CAPITOLO I |
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Il padre dell'ingegnere Rocco si chiamava Giovan Battista Maglietta, nato a Stigliano il 15 settembre 1821 da Rocco, medico cerusico e da Maria Villone, aveva sposato Maria Teresa Maffei. Di mestiere faceva il compassatore; di idee liberali, venne destituito dalla carica di decurione del suo paese intorno al 1850 per le sue idee politiche e nell'agosto del '60 guidò gli insorti di Stigliano a Corleto Perticara, dove si era formato la prima colonna insurrezionale lucana; morì nel 1889. Rocco nacque a Stigliano il 3 maggio 1846 e venne assecondato dai genitori nella sua scelta di studiare ingegneria all'Università di Napoli; quindi, durante gli anni di studio, fu ospite della famiglia Matera (oggi Materi) di Grassano, alla quale il padre Giovan Battista era legato da impegni professionali, essendone l'amministratore per le vaste proprietà, sia in Grassano che nei paesi vicini. Laureatosi, il giovane ingegnere si stabilì a Grassano per aiutare il padre a curare gli interessi dei Materi, ma soprattutto per sposare, nel 1880, Teresa Schiavone, dalla quale ebbe quattro figli; la prima era Maria Maddalena, che emigrò in America dopo aver sposato il giovane farmacista, fu ripagata dal successo di una grande farmacia che i giovani sposi aprirono a Brooklyn, dove già si erano trasferiti i parenti Crachi, tra i primi a partire negli anni della grande emigrazione dal nostro meridione. Gli altri figli furono Gianbattista, Vincenzo e Teresina. Intanto, morta la moglie, l'ingegnere Rocco si risposò nel 1893 con Porzia Lacertosa e nacquero dall'unione altri sette figli: Margherita, Teresa, Maria Giovanna, Francesca Antonia (la madre di Antonio, che è l'ultima vivente), e poi Vincenzo, Guido e Camillo. Per raccogliere le notizie che più avanti saranno presentate, mi è stato indispensabile anche l'aiuto del dottor Rocco Maglietta figlio di Camillo, quindi omonimo del nonno, che vive a Potenza, e conserva di lui le memorie che è riuscito a raccogliere: una piccola parte di un'importante biblioteca, ed alcuni fascicoli di carte e di appunti, che ho avuto la fortuna di poter consultare. Quindi devo alla cortesia di Rocco Maglietta (che tra l'altro è il fratello di mia cognata Porzia, detta Nella) l'opportunità di aver potuto frugare in questo piccolo archivio: non solo i testi di ingegneria, geografia, storia, letteratura e politica, ma anche le note autografe e la corrispondenza privata attestano la molteplicità di interessi del nonno, che aveva molte conoscenze tra gli intellettuali del suo tempo. Infatti si leggono nelle dediche apposte su alcuni dei suoi libri, i nomi di studiosi a lui contemporanei: Camillo Battista, Sergio De Pilato, Michele Janora, Antonio Tripepi. Si dilettava di floricoltura, ricerche di archeologia, di storia e tradizioni locali; era ispettore onorario ai monumenti di Lucania e scoprì, abbandonato in una chiesa di Miglionico, un polittico attribuito a Cima da Conegliano. Tra i tantissimi suoi progetti, si ricordano ancora palazzi, fontane, statue ed una chiesetta al quartiere Vomero di Napoli. A Grassano esiste tuttora una splendida cappella gentilizia che Cristina Abbatangelo, vedova Mattia, incaricò di progettare e costruire all'ingegnere Maglietta nel 1901; è posta sulla via Appia ed è l'unica che ebbe licenza per potersi costruire fuori del cimitero. Si racconta che la signora Abbatangelo, che i compaesani chiamavano "gallina dalle uova d'oro" oppure "poppl", due soprannomi entrambi maliziosi e dal preciso significato, a metà del lavoro gli negasse il compenso professionale pattuito, asserendo di avergli già pagato l'intera somma. Il Maglietta, antegerrimo, e incapace di concepire addirittura una difesa pubblica del suo onore, preferì vendere un pezzo della sua proprietà, per portare a termine quel disgraziato incarico. Oltre tutte queste attività ed interessi, l'ingegnere Rocco, fino agli ultimi anni di vita, mantenne ininterrotti i rapporti con la famiglia Materi, che risalivano alle precedenti generazioni delle due famiglie; è perciò indispensabile riassumere, brevemente, quelle notizie che si leggono proprio negli appunti, taluni autografi, del Maglietta intorno al casato grassanese dei Materi, tra i più ricchi della provincia, i cui membri erano tutti di incrollabile fede borbonica. Proprio in quelle carte relative alla famiglia Materi, vi è un fascicolo manoscritto che porta la data del 1790, con il titolo "Copia del così detto Cabreo della famiglia Materi di Grassano", documento che è aggiornato sino al dicembre del 1819, ed è significativo per comprendere come si era creata tutta la ricchezza di quella famiglia. Nello stesso si legge che le maggiori proprietà erano costituite da " Immobili acquistati e pegnorati a favore dei Signori Materi per ducati 4,775" e da una movimentazione di crediti, per prestiti fatti a diversi cittadini, in ducati 12,791, scrupolosamente contabilizzati nell'arco di quasi trent'anni. Un'annotazione autografa del Maglietta precisa che il manoscritto gli era pervenuto dal signor Comm. Luigi Materi il 31 ottobre 1921. Mentre Gianbattista Maglietta era stato in rapporti con don Pasquale Materi fin dalla metà dell'800, in seguito il figlio di questi, don Luigi Materi, confermò l'incarico fiduciario all'ingegnere Rocco, che lo svolse almeno fino ai primi anni di questo secolo. I Materi sono ricordati come fedelissimi sudditi borbonici anche dopo il 1860, quando proprio don Luigi fomentò e promosse manifestazioni realiste; arrestato con l'accusa di essere stato manutengolo dei briganti, fu scarcerato dopo una breve detenzione, e si trasferì a Napoli. Da questa famiglia vennero anche due parlamentari, nel successivo governo nazionale: Francesco Paolo e Pasquale. |
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