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IL BRIGANTAGGIO NELLA STORIA

di Aldo Lisetti

da: http://www.napoliontime.it/archivio/2002/n21/n21p17.html

A Maranola di Formia un dibattito sull'argomento

Quando si parla di brigantaggio la mente di ognuno va spontaneamente al fenomeno che travagliò la penisola dopo l’Unificazione di Italia del 1861. E così è accaduto anche nei giorni scorsi a Maranola dove si è tenuto un interessante convegno organizzato dal locale Circolo Pensionati e dalla Circoscrizione Comunale sul tema "Il Brigantaggio nei Monti Aurunci". Dinanzi ad oltre trecento persone il tema è stato dibattuto avendo come moderatore l’editore di Napoliontime, il giornalista e storico Marcello Caliman, autore di "I Borbone Viaggio nella Storia e nei Luoghi" e come relatori chi scrive e lo studioso locale Giacinto Mastrogiovanni, autore di "Bozzetti di Storia Maranolese" e di "Insorgenza e Brigantaggio nel Lazio dal XVI al XX Secolo". Con questo mio scritto voglio dimostrare ai lettori come invece sia un fenomeno nato nei territori soggetti a Roma prima ancora della nascita del Cristo. Il brigantaggio è rappresentato da un gruppo di bande organizzate, che sotto l'autorità di un capo attentano a mano armata alle persone ed alla proprietà. E' stato un  fenomeno, più di ordine sociale che politico, manifestatosi in passato in varie epoche e Paesi per squilibri di potere e disagio economico e sociale, tanto da inserirsi in complessi movimenti politici. Si è trattato, comunque, di fenomeno esistente sin dalla più remota antichità. Nel mondo romano della tarda età repubblicana dilagò in Italia e nelle sue isole, in Spagna, Asia Minore ed Egitto. Le bande erano costituite prevalentemente da pastori, coperti da pelli di lupo o di cinghiale, armati di clave e bastoni e seguiti da branchi di cani. Tra i briganti della primissima generazione si ricordano Eunio, schiavo siriano, capobanda di pastori, che nel 135 a. C. seminò terrore in Sicilia (Enna, Catania, Agrigento); Acheo e Cleone di particolare astuzia; Clemente, schiavo di Agrippa Postumo, che nel 14 d. C. operò tra Orbetello ed Ostia; Tito Curtisio, nel 24 d.C. era lo spauracchio in Puglia e nel Salento. Nell'Età Imperiale, II sec. d.C. nell'agro romano divennero famigerati per la loro ferocia Materno e soprattutto Felix Bulla, che sotto l’imperatore Settimio Severo imperversò tra la Puglia ed il Frusinate. Una volta liberò un centurione da lui catturato dicendogli: "Vai dai tuoi padroni e consiglia di nutrire bene gli schiavi altrimenti diventeranno tutti briganti". Piccoli e grandi feudatari si avvalevano dei briganti, nominandoli anche Vassalli per attaccare e sottomettere altri signorotti confinanti. Ne scaturì un'aura di mitizzazione che ha accompagnata la vita e le gesta di taluni briganti. Ricordiamo Robin Hood che si fece brigante per combattere un potere ottuso e violento e illegalmente fondato, diventando il campione dei Sassoni sconfitti contro gli arroganti Normanni. Briganti idealisti che contavano su Riccardo Cuor di Leone, quindi sul Re lontano, contro il fratello Giovanni Senza terra, luogotenente del regno di Inghilterra. Significativo nel corso della storia brigantesca è quanto avvenne nel 1559, allorchè il Vicerè spagnolo Duca di Alcalà giunto a Napoli emise una "prammatica" che concedeva licenza di uccidere: "Permettiamo ad ognuno di poter perseguitare i fuoriusciti concedendo licenza ai soldati dello Stato di farlo...". Nel periodo feudale nell'Italia centrale si posero in evidenza per la loro ferocia e la loro arguzia i briganti Giovagnolo in Val d'Orcia, Ghino da Tacco, Vanni detto Pescione, Griffone che operò tra Roma e l'Emilia. Anche alcuni preti divennero briganti tra il sei ed il settecento. Ricordiamo Guarcino, soprannominato il "re della provincia di Campagna"; Giovanni Valenti, il "re di Campagna" e Crescenzo da Paliano detto Il Rosso, che imperversò nelle paludi pontine. Tra Frosinone e Napoli fu molto temuto anche Bartolomeo Vallante detto Catena. Verso la fine del settecento ed il primo ottocento ricordiamo nella nostra zona, tra l'Abruzzo e la Provincia di Terra di Lavoro le famigerate gesta di Michele Pezza detto Frà Diavolo, Gaetano Mammone, Giuseppe Mastrilli, Antonio Gasparone, Fulvio Quici, Mezza Penta, Massaroni e tanti altri contumaci che avevano i loro nascondigli nelle caverne dei Monti Aurunci, lungo la strada da loro prediletta, che li portava al confine con lo Stato Pontificio senza molti pericoli, poichè i sentieri della transumanza non erano battuti dagli eserciti di repressione che poco si addentravano sulle montagne nel loro percorso di vigilanza e di transito sulla via Casilina, lungo la Valle del Sacco, e la romantica via Appia lungo la Valle del Liri verso il Golfo di Gaeta. Gasparrone di Sonnino fece dei boschi di Campodimele il suo rifugio preferito, vi nascondeva la banda e vi accompagnava i suoi uomini feriti per farli curare. Il 28 luglio 1825, in particolare, quando si rese conto di essere in pericolo per le ricerche che le truppe dello Stato Pontificie avevano organizzate con quelle del Regno di Napoli per effetto della convenzione tra i due stati, firmata il 19 luglio 1818, si insediò nel bosco campomelano con la banda di Mezza Penta, che contava sulle connivenza anche dei pastori di Maranola ed Esperia. Sulle orme dei predetti si mossero i briganti del risorgimento che ebbero tra i principali protagonisti Luigi Alonzi, il "Garibaldi dei Borbone", Francesco Piazza Cuccitto. Nel periodo post-unitario episodi singolari di brigantaggio si verificarono a Campodimele: il paese subì il saccheggio da parte della banda comandata da Giovanni Sergio (15 aprile 1862); vari sequestri di persona, anche del comandante della Guardia Nazionale e del fratello del Parrocco (appartenente a famiglia molto facoltosa); le incursioni della banda di Pietro Garofalo, che fu catturato dai Carabinieri e dal Sindaco Bonelli di Itri. Anche i campomelani avevano i loro briganti o manutengoli, tra i quali sono passati alla storia Antonio Zannella, Domenico Pannozzo, Giovanni Faloro. Sufficiente materiale per una riflessione opportuna e una rilettura storica degli eventi e del loro perché. 

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