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EMIGRAZIONE NEL LAMETINO |
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da: http://www.lameziastorica.it/emigrazione1.htm |
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U n fenomeno particolare di emigrazione alle fine dell'Ottocento riguardò Nicastro e altri paesi del Lametino. Ne parlava l'8 Giugno 1896 il barone Filippo Marincola San Floro, segretario della Camera di Commercio ed Arti di Catanzaro, nella sua relazione sulle condizioni economiche, sociali e commerciali della provincia di Catanzaro (allora Calabria Ulteriore) in riferimento all'anno 1895. Quando iniziarono i lavori del canale di Suez, la speculazione cominciò le ricerche di operai a buon mercato. "La nostra Calabria, dove lo giornata lavorativa del maschio valeva una lira e quella della donna 50 centesimi, parve una caccia riservata agli esploratori i quali facilmente trovarono dei capi squadra che raccoglievano lovoranti al triplo e al quadruplo di mercede patria". I paesi subito e maggiormente interessati a questa emigrazione furono Nicastro, Marcellinara, Tiriolo, Amato e Settingiano "paesi dove si trovano le più belle donne di Calabria e dove le contadine vestono un costume fantastico che suscita illusioni di bellezza in chi non ne ha e moltiplica la bellezza in chi ne ha". Gli imbarchi degli emigranti da questi paesi per Alessandria d'Egitto erano bisettimanali da Pizzo. "In Alessandria queste piccole tribù di lavoranti trovarono un fatto che li colpì: trovarono una richiesta inesauribile di balie che tante signore straniere, ricche di denari e povere di latte, o seguaci della moda di risparmiare i fastidi di allattare i figli, con generose offerte domandavano". Lo stipendio di 80 o 100 lire al mese ad una balia parve ai nostri emigrati il sogno del paradiso terrestre. Abituati nel proprio paese a sentir parlare di 10 lire al mese come il più alto stipendio per una balia, tutti quelli che avevano le proprie mogli lattanti "mossero cielo e terra per ordinar loro di dare a balia in paese i propri figli, pagando esse 10 lire mensili alle nutrici ed andarsene in Alessandria". La speculazione risultò fortunata. Tantissime donne lattanti giunsero in Egitto, trovando ricco e lauto collocamento. La voce si propagò e la febbre di vendere il proprio latte in Alessandria a 5 franchi il litro invase le donne di tutti i suddetti paesi. Le puerpere legittime davano i propri figli a balia e partivano per Alessandria. "Il brefotrofio di Catanzaro si popolava di inusitata affluenza: i figli illegittimi e spesso anche i legittimi divenivano suoi ospiti". Così concludeva la sua relazione il Marincola: "Le belle giovanette divennero più facili all'amore, la fuga in Egitto era la valvola di sicurezza contro l'abbandono dell'amante infedele o i furori della famiglia disonorata; e le esagerazioni eccitavano la fantasia. Altri paesi dello provincia cominciarono a versare contingenti di balie in Alessandria. L'emigrazione dei lavoranti passò in seconda linea; l'emigrazione dominante fu quello delle donne. Le prime arrivate fecero fortuna col latte, al quale aggiungendo qualche ripesco di carattere intimo formavano il peculio segreto. Quando il bisogno di nutrici fu soddisfatto, le nuove arrivate, col fascino delle loro bellezze trovarono o impiego stabile di altro carattere, ovvero occupazioni saltuarie di piacevole sistema, che neI commercio internazionale fruttavano numerosi Luigi d'oro." Ultimato il taglio dell'istmo di Suez, in Egitto rimaneva poca da fare. Le notizie di salari assai più alti in America determinarono la nuova corrente dell'emigrazione transoceanica. |
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