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MICHELE LACAVA

"UN LUCANO DIMENTICATO"

di: Brigida Lacava

da: http://www.powernet.it/gingen/lacava.htm

Dedichiamo questa pagina a Michele Lacava, ricordandolo a piu' di un secolo all'anniversario della sua morte, con uno scritto inedito della figlia Brigida risalente al 1935.

Il dott. Michele Lacava, nacque, in Corleto Perticara (Potenza) nell'anno 1840, dal Dott. In Legge, Utroque Jure, Giuseppe Domenico Lacava, e da Brigida Francolino. Da giovanetto studio' lingua italiana, latino e matematica, sotto lo zio sacerdote Pietro Cantore Lacava. Di anni 16 si porto' in Napoli, ed attese per un anno alle lettere italiane, nella scuola di Bruto Fabbricatore, studio' filosofia e poi fisica col professore Palmieri, chimica coi professori Guarini e Cappa, segui' il corso delle scienze naturali e mediche nella università' degli studi, facendo particolari lezioni col professore Bonomo, si laureo' in medicina nella Università' di Napoli nel 1861, nel 1862 studio' chirurgia nella Università' di Pavia coi professori Parravicini e Porta, ed ottenne la laurea in chirurgia col Valve Bene. Riportatosi nel suo paese esercito' per 12 anni la professione medica, poi entro' nell'amministrazione del Banco di Napoli, fu' prima cassiere nella succursale del Banco in Potenza indi ispettore della sede di Milano, e della sede di Bari, e poi Direttore della succursale di Potenza. Fu successivamente ispettore della dipendenza di S. Giacomo, e Direttore del Tesoro Centrale del Banco. Nel 1859-60 coopero' con suo fratello Pietro nella cospirazione contro il governo borbonico. Durante la rivoluzione di Basilicata, fu ufficiale d'ordinanza del colonnello Boldone, poi generale, e poi nelle schiere Garibaldine presto' regolare servizio, e fu nominato luogotenente nella brigata Corte e si trovo' nei combattimenti del 2 - 15 - 30 e 31 ottobre. Il 7 di giugno del 1861, il giorno in cui per la prima volta si celebro' la festa Nazionale, fu a lui affidata la bandiera universitaria. Ritornato in Patria contribuì' alla repressione del brigantaggio. Nel 1866 torno' a prendere parte alla guerra Nazionale contro l'Austria militando di bel nuovo sotto il generale Garibaldi, al quale ebbe l'onore di medicare le ferite, per cui si conserva ancora una benda, che toccarono la persona del grande generale, e nelle sue braccia, nella pineta di Ravenna, alla presenza di Garibaldi spiro' Anita, che il Lacava voleva salvare. Ebbe il grado di luogotenente medico, installo' a Vestone un ospedale ove per tre mesi curo' ammalati e feriti garibaldini, ed anche austriaci. Ebbe una lettera di lode dal colonnello Bertani, capo del personale garibaldino. Ritornato dal Tirolo scrisse la prima sua opera "Le Nazionalità' Europee" ossia i reparti dell'Europa, secondo il principio di Nazionalità' ,quando esercitava la medica professione, scrisse vari articoli sulla "Lucania Medica" giornale scientifico, che si pubblicava in Potenza, specialmente sull'igiene dei contadini ,articoli lodati dal professore Palasciano e da altri. Fu nominato nel 1874 Consigliere Provinciale del mandamento di Calvello, e da allora in poi per un ventennio fece sempre parte del Consiglio Provinciale Lucano. Ed in questo consenso, fece proposta unanimemente accettata dal Consiglio, di darsi il nome "Lucania" alla provincia di Basilicata. Stava per accettarsi dal Governo tale nome, quando il Consigliere Racioppi, col pseudomeo di "Homunculus" si oppose a tale proposta, con una pubblicazione. Il Lacava rispose con l'opuscolo "La Lucania rivendicata nel suo nome". Il comm. Racioppi torno' a rispondere, ed il Lacava fece seguire le "Citazioni storiche, e documenti raccolti in difesa del nome di Lucania". Fervente, dirò' fu la lotta per il nome Lucania e quello di Basilicata, il Lacava pubblico' : "La Lucania", sommaria descrizione dedicata a suo padre, ufficiale dello Stato Maggiore Garibaldino, e morto in un agguato tesogli dai briganti. Nel tempo che fu' deputato Provinciale, scrisse le Opere Pie della provincia di Basilicata, con la rivista delle opere della provincia di Lucania, cosi' pure descrisse le vie della Provincia di Basilicata allora costruite, con un libro intitolato : "La viabilità' nella provincia di Lucania". Questi due lavori, furono del tutto originali, e fatti dopo minute indagini e ricerche. Nella qualità' di Deputato Provinciale e pel tempo che duro' in tale ufficio, fu il relatore della Deputazione innanzi al Consiglio, si hanno le sue relazioni poste a stampa. Scrisse per mandato della Deputazione un voto al Governo per le ferrovie della Basilicata. Questo voto ebbe la fortuna di essere accettato dal Parlamento. Era un opuscolo posto a stampa, dove a lungo si ragionava sulla viabilità' di Basilicata, sei anni dietro pubblico un altro libro sulla vialbilità' in Basilicata che e' ben diverso per le mutate condizioni delle cose dall'altro libro pubblicato ventidue anni dietro sullo stesso oggetto. Fu per molti anni consigliere provinciale Sanitario, riferì' sui vari soggetti e gli venne specialmente affidato la relazione sulle condizioni igieniche e sanitarie della provincia di Basilicata, giuste le risposte ottenute al questionario di Bertani, ed il lavoro riuscii' cosi' accetto che il Consiglio Sanitario dispose di mettersi a stampa, cosa per altro non fu eseguita. Nella qualità' di direttore del Banco di Napoli in Potenza fu inviato dall' On. Luzzatti a prendere parte nel 1888 al Congresso delle Banche Popolari Cooperative che si tenne in Bari. Quello che in quel Congresso riferii', lo pose a stampa col titolo "Le Cooperative Lucane delle Banche Popolari in Bari". Nel 1884 la Provincia di Basilicata esegui', come tutte le altre provincie, un pellegrinaggio a Roma alla tomba di Vittorio Emanuele, ed offri' al Re ed alla Regina un album di 38.000 firme, ornato di acquerelli, raffiguranti i costumi Lucani, e le vedute dei paesi e dei monumenti di quella regione. L' illustrazione dell'album fu fatta dal Lacava, Presidente del comitato del pellegrinaggio. A questa pubblicazione fu contemporaneamente un'altra: "Gli stemmi della Provincia di Basilicata e suoi Comuni". Il Lacava nel 1879-80 pubblico' "La idrografia della Provincia di Basilicata", ossia la descrizione dei fiumi e dei monti della provincia di Basilicata; opera del tutto originale. Nel 1884 l'epidemia colerica invase Napoli e tanti luoghi dell'Italia meridionale. Tutti furono presi da paura, e molti paesi della nostra regione credettero di difendersi dall'immane morbo con l'isolamento, merce' dei cosi detti cordoni sanitari. Mille soprusi e mille violenze si commettevano, ed il Lacava, infierendo l'epidemia, ebbe il coraggio di alzare la voce contro tale sciagurato sistema, e pubblico': "I Cordoni Sanitari, la Scienza e l'umanità'". L'anno dopo la Conferenza Internazionale Sanitaria, sanzionava quello che il Lacava aveva nella sua opera sostenuto e cioè' la inutilità' dei cordoni sanitari. Nel 1887 il Lacava presiedette il Comitato per la mostra enologica tenuta in Potenza, ed i risultati dell'esposizione dei vini, opera lodata da persone competenti e tra questi il senatore De Vincenzi. In Potenza si tenne nel 1888 altra esposizione enologica, ed i risultati di essa furono a cura del Lacava pubblicati per l'editore Pomarici di Potenza. Nel 1876 nominato ispettore degli scavi di Metaponto, il Lacava con amore attese a questo incarico. Si deve a lui il restauro praticato al Tempio di Minerva, ed una raccolta di oggetti antichi, stata lodata anche dal nostro Parlamento. Frutto ancora delle sue cure e delle sue ricerche fu una piramidetta iscritta, che è vero gioiello di epigrafia arcaica greca, che ora si conserva nel museo di Napoli, fu rinvenuta nell'agro di San Mauro Forte in un fondo di proprietà del signor Di Cicco Vittorio; un vaso con alfabeto dorico che si conserva nell'Accademia dei Lincei; una iscrizione antichissima, rinvenuta nel Tempio di Apollo Licio; una collana d'oro che ora è nel Museo Nazionale di Napoli. Ad illustrazione dei suoi scavi, il Lacava pose in stampa la "Topografia e storia di Metaponto" opera premiata dall'Accademia Reale di Napoli. Non solo il Lacava si occupò degli scavi di Metaponto, ma intraprese a studiare tutte le antichità della Provincia di Basilicata; ed ebbe la fortuna di rinvenire sull'alto dei monti lucani le rovine di molte città degli antichi italici, e delle quali nessun autore aveva fatto parola, ed erano incognite anche agli uomini del luogo. Queste città rinvenute furono oggetto di speciale memoria che il Lacava diede al Lenormant, quando nel 1880 il Lacava accompagnò il Lenormant ed il Barnabei nella escursione archeologica, che essi fecero nell'Italia Meridionale. Ed il Lenormant tradusse in francese la memoria in discorso, e la pubblicò sulla "Gazzette Archeologique". Il Lacava sette anni dietro, pubblicò una monografia su Numistrone; ed un'altra due anni dopo sul Sito di Blanda Lao e Tebe Lucana, città delle quali finora non si sapeva il sito. Un'altra opera fu dal Lacava pubblicata nel 1880, intitolata "Le Antichità Lucane"; ed in questa opera si parla del vero sito della città di Liri, del rinvenimento di altre città italiche e delle scoperte di oggetti preistorici in Montemilone. Nel 1891 il Municipio di Brienza innalzava una statua al grande giureconsulto e martire Mario Pagano; per quella occasione il Lacava pubblicò due monografie, una su Mario Pagano e l'altra su Luigi Ferrarese, ed a queste fece seguire un'altra opera su Mario Pagano; stampata in Potenza dall'editore Salvia. Nel 1885-86 il Lacava fu il Direttore ed il principale redattore della Lucania Letteraria. Tutti gli articoli di storia e di archeologia di conti popolari, le rassegne di altri articoli non firmati sono tutti suoi lavori. Nel 1891 pubblicò una monografia sui bagni di Latronico: "Le acque minerali di Latronico". Ebbe la fortuna di rinvenire ed interpretare moltissime iscrizioni che sono state riportate sul "Corpus - Inscript" del Monsuseu, e negli atti dell'Accademia dei Lincei. Di poi pubblicò una monografia storica su Atena Lucana. Nel passato anno diede alla stampa la cronistoria di rivoluzione di Basilicata del 1860; lavoro lodato dai giornali ed uomini competenti; quest'opera rivendica alla Basilicata il primato della iniziativa della rivoluzione del 1860 nell'Italia Meridionale. La copia dei documenti fu tanto e tale da essere appellata, archivio storico. Molti giornali pubblicarono diversi suoi discorsi per l'inaugurazione delle tante banche popolari cooperative in Basilicata; molte sue corrispondenze sono state pubblicate su vari giornali: i giornali di Potenza, La Lucania, Il Risorgimento, L'Indipendente, L'Eco, hanno pubblicato per mesi ed anni interi appendici del Lacava, concernenti fatti di storia Patria o soggetti di pubbliche amministrazioni. Il giornale di arte e storia di Firenze, ha pubblicato in ispecie articoli di archeologia, la storia di Potenza; le condizioni igienico e sanitarie della Provincia di Basilicata, i principali filosofi del paganesimo, ed alcune critiche osservazioni sul Vecchio Testamento. Nominato membro dell'Accademia "Pontaniana", rilesse e stampò cinque memorie; "Le Mura Megalitiche di Atena Lucana", "Nuova luce sullo sbarco si Sapri", "Commemorazione di Luigi Amabile", cui il Lacava succedette al posto nell'accademia, "L'età preistorica nella Provincia di Basilicata" e "La Basilicata nella istoria del Risorgimento Italiano". In vari libri manoscritti, rimangono vari punti concernenti la orografia nella Provincia di Basilicata, che aveva in mente di pubblicare sui canti popolari e voci dialettali della Provincia di Basilicata. Ed ancora stava scrivendo la storia del brigantaggio da cui fu afflitto la Basilicata, dopo la patriottica e splendida rivoluzione del 1860. Fin qui l'uomo di lettere, diciamo ora due parole sulla vita pubblica e privata. La sua vita pubblica si rivolse per circa un ventennio nella natia provincia, nella qualità di Consigliere e Deputato Provinciale e in quella di Consigliere Provinciale Scolastico e Sanitario. La Basilicata deve molto al Consiglio Provinciale il quale largamente la dotò di una rete stradale; senza l'opera del Consiglio Provinciale La Basilicata sarebbe impervia come una contrada dell'Abbissinia. Il Consiglio Provinciale diede un forte impulso alla pubblica istruzione. O se vi era di proporre una via, e dove si trattava di sussidiare un Istituto, ivi si trovava il Lacava che riportava quasi sempre un trionfo bene accetto. Due delle sue generose proposte non potettero effettuarsi e ne risentì forte rammarico. Una quella di un Museo Lucano in Potenza ove sarebbero raccolte le iscrizioni, le armi e le monete che si trovavano abbondantemente in ogni luogo della Provincia e la raccolta degli oggetti antichi di Metaponto frutto di tanti anni dei suoi lavori ed ora si trovavano nel Museo di Napoli. Sventuratamente la proposta del Lacava non poté effettuarsi per mancanza di locali nella città di Potenza. L'altra sua proposta che non ebbe esecuzione fu quella della scuola pratica di agraria di Orsoleo . Questa questione non onora il Consiglio Provinciale di Basilicata. Per venti anni in ogni bilancio molto si discuteva, ma molto si approvava e si impostavano ingenti cifre; ma la scuola non si volle, per bizze personali; quando abbondavano i mezzi e poi i mezzi difettavano. Nella qualità di Direttore del Banco di Napoli promosse alacremente la situazione di molte banche popolari cooperative, e può dirsi di essere stato il Luzzatti della Provincia, e non fu colpa del Lacava se diverse banche non ebbero prospera vita. Le banche sono un ingranaggio economico così delicato che hanno bisogno di un popolo molto progredito, sono un fiore gentile che vive in un'atmosfera di moralità e di civiltà sanamente istitutrice ed umana. Fu correttissimo in ogni atto della sua vita, ed in tanto infuriar di partiti non si trova un solo avversario che possa mettere in dubbio la onestà e la illibatezza della sua vita. Quale si fu la sua vita pubblica tale fu quella privata, modesto amico disinteressato non ebbe mai livore con chicchessia. In cima ai suoi ideali era sempre l'amore della Patria, e nella gran Patria italiana prediligere la sua natia provincia. In numerosi uffici a cui attese, furono tutti graditi, e molto vi professe del suo. Il solo posto retribuito del Banco Napoli non gli diede agio di vivere comodamente negli ultimi anni della vita quando ebbe a combattere con una grave malattia e fu obbligato a vendere la sua proprietà avuta dei suoi.

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