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LE BRIGANTESSE LUCANE

da: http://www.fondazionesassi.org/turismocultura/scheda1.asp?ID=513959066

 

Nella storia del brigantaggio post-unitario, che coinvolse pure la Basilicata attraverso vari ed importanti episodi, suscita grande sorpresa la presenza di un considerevole numero di donne nelle bande dei briganti.


Tra esse spiccano
Giuseppina Vitale, Filomena Pennacchio e Maria Giovanna Tito della banda di Crocco, rispettivamente compagne dei briganti Schiavone, Sacchetiello e Crocco.

Seguono, tra le più note, Maria Lucia Di Nella, diciottenne compagna di Ninco Nanco, condannata a venti anni di carcere; Maria Angela Consiglio e Filomena Di Pote, Lucia Pagana, Reginalda Cariello, Arcangela Cotugno, Michelina De Cesare.

Di moltissime altre non ci sono pervenuti i nomi, probabilmente per la riservatezza che la condizione di donna e, spesso, di donna di un brigante, richiedeva. Di molte ci sono pervenuti persino i connotati fisici, attraverso significative fotografie d’epoca, che le ritraggono da sole o in gruppo, in costume locale o con eleganti abiti e cappelli cittadini, sempre in atteggiamento di sfida ed imbracciando minacciose un fucile o con la pistola infilata sotto il corpetto.

Queste donne pare che non costituissero delle bande autonome, solo alcune ebbero il coraggio di assurgere a capo di bande, tutte dovettero assumere compiti ardui e rischiosi, ponendosi sullo stesso piano degli uomini: cavalcarono con la stessa disinvoltura, condivisero i medesimi disagi e le peripezie, violente e feroci, coraggiose ad accoltellare e ad uccidere, se necessario.

Tutte seppero dare un valido contributo alle imprese delle bande: messaggere di fiducia, capaci di affrontare la dura vita dei boschi e di appostarsi nei punti strategici per deviare il corso dei soldati, pronte anche a subire l’emarginazione nella società del tempo per le loro scelte di vita discordanti dai canoni del tempo.

Non furono infrequenti gli episodi di amore e di gelosia tra queste brigantesse e i corrispettivi loro compagni: il Pani Rossi ci racconta di Rosa Giuliani, favorita di Schiavone che, vedendosi sostituita da Filomena Pennacchio, denunzia l’amato; questi però, prima di essere fucilato, va a trovarla, le si inginocchia davanti e le bacia i capelli e le mani, chiedendole perdono con un ultimo bacio d’amore.

Bibliografia:

C.Palestina, Il brigantaggio in immagini, Rionero in Vulture, 1985.

C.Battista, Reazione e brigantaggio in Basilicata nella primavera del 1861, Rionero in Vulture 1993. F.Molfese, Storia del brigantaggio dopo l'Unità, Milano 1964.

F.S.Nitti, Eroi e briganti, Roma - Milano 1946 F.Cascella, Il brigantaggio, Aversa 1907

T.Pedio, Basilicata, terra senza briganti, Potenza.

T.Pedio, Reazione alla politica piemontese ed origine del brigantaggio in Basilicata (1860-61), Potenza 1961.

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