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IL BRIGANTAGGIO AD ANDRETTA E DINTORNI |
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Sequestri di persona nel brigantaggio postunitario |
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di Carmine ZICCARDI |
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Pubblicato su VICUM-Periodico trimestrale MAR-GIU-SETT 2000 |
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da: http://digilander.libero.it/acomar/brigantaggio.htm |
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I RIFUGI |
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D alle testimonianze rese agli inquirenti, dalle dichiarazioni dei sequestrati e dalle perlustrazioni effettuate dalle forze dell'ordine si conoscono alcuni rifugi utilizzati dai briganti anche per nascondere i sequestrati: "Tutto quest'oggi quei briganti che portano seco loro tuo marito sono stati nel nostro pagliaio; mia madre ha fatto loro cingoli ossia maccheroni di casa e gli hanno mangiati ed hanno sempre guardato voi". "...nella pagliaia ove annidavansi i briganti si rinvennero immensi oggetti, cioè latticini, salami, olio, farina, baccalà, pasta minuta, non escluso diverso rame per uso di cucina tra l'altro carta Criffata che le soccarto unitamente a due piccole carte ove erano riposte delle purghe... "... "da lontano potè scorgere una capanna fabbricata di legno .... C'hera un covo dè briganti stato fabbricato appositamente per rifuggìarsi nella stagione invernale. Questa capanna era lunga 43 palmi 25 di larghezza e 15 di altezza con le guardiole per ogni lato. I muri erano formati di grossi travi di legno uno coll'altro ben connessi e coperti dalla parte interna con altro muro di terra largo un palmo compito, in guisa che nel caso fossero stati assaliti dalla forza i briganti potevano difendersi senza essere offesi. All'infuori poi della capanna Bravi il mazzatoio pel bestiame ed il pollaio, ed innanzi alla porta aveano formato una piccola pianura lunga 40 palmi circa e larga 10 per poter passeggiare comodamente. Ognuno che vide la capanna asserisce che la man d'opera era di un eccellente falegname sia la costruzione come per l'esattezza del lavoro ...". I rifugi sicuri dei briganti sono i boschi: "Si defilavano verso urna boscaglia dove giungevano a notte avanzata. Inoltratisi in essa, i due masnadieri smontavano dai loro cavalli che ligavano vicino agli alberi, e quindi si abbandonarono al sonno facendo adagiare anche il ragazzo poco lungi da essi. Nel mattino lo ligavano leggermente con cena funicella, e così lo tennero per sedici giorni, dopo quel tempo lo cacciarono dalla foresta, indirizzandolo per la via di Andretta, dove arrivava nel giorno venture detto alle ore diciassette". "Mi catturarono, portandomi nel bosco Monticchio... Dal bosco Monticchio fui condotto in altre boscaglie che hanno continuazione con Monticchio. Stetti cattivo sei giorni fra detti malviventi fino a che nel mattino de settimo giorno intesi dè colpi verso la parte di Rionero e .... dalla parte del Castello di tal nome, i briganti che erano in mia guardia, si allontanarono, dicendo dover accorrere in aiuto dè loro compagni. Io quindi profittando di tal congiuntura, elusi la vigilanza di quei tristi, e m'inoltrai nei tortuosi sentieri di quelle foreste. Errai un giorno, ed una notte, e questa mattina mi son trovato nel men fitto della boscaglia, ,finchè ho potuto scorgere una cascina. Verso la stessa mi sono incamminato, dove ho trovato ospitalità e questa mattina un bovalano della stessa m'ha diretto per la via di Andretta. Il sequestrato Donato Di Guglielmo, proprietario di Andretta, di anni 30, dichiara: "Circa due mesi fa fui ricattato dalli stessi briganti che ricattarono ieri Pasquale Tellone nelle vicinanze del pagliaro di Francesco Di Guglielmo e mi portarono nel bosco di Castiglione: dopo quattro giorni che io colà mi trovavo senza avere notizia alcuna della mia famiglia, pregai il capobanda Pasquale Di Tore detto Callarulo affinché mandasse qualche persona in Andretta per far sapere al mio padre che ero vivo, come difatti due briganti partirono per tale imbasciata lasciando un solo brigante a custodirmi. La stessa giornata si presentò Francesco Di Guglielmo il quale, mi disse esser venuto per sapere se io era vivo o morto. Il mio padre mandò presumibilmente Francesco Di Guglielmo perché fu assicurato da Francesco Fierro essere il Di Guglielmo pratico a far tali comissioni conoscendo quei luoghi. Durante la notte io fuggii lasciando il Di Guglielmo ed il brigante addormentato e nego che il Francesco Di Guglielmo mi abbia stimolato a fuggire". Francesco Di Guglielmo è ritenuto una spia dei briganti e per questo servizio avrebbe ricevuto in regalo 10 piastre. Di Guglielmo è zio di Carmine, figlio del fratello, uno dei sette, tutti di Andretta, della banda Callarulo. |
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