Copyright - 1999 - 2003 - © Fioravante BOSCO - Tutti i diritti riservati - Visualizzazione consigliata 800x600

 BRIGANTAGGIO

di Mariella CAMPILII

da: http://www.unich.it/cosmos/giu02/brig.htm

Nel 1862, subito dopo l’unificazione del neonato Stato italiano, nel Regno delle Due Sicilie e nel Mezzogiorno si verificava un fenomeno sociale, che piano piano avrebbe assunto la veste di un vero e proprio problema, determinato da una serie di molteplici fattori di malcontento e povertà: il brigantaggio. 18 reggimenti di fanteria, 22 battaglioni di bersaglieri con reparti di artiglieria e cavalleria, affiancati da 7 mila effettivi della Reale Arma dei Carabinieri furono impiegati per contrastare e affrontare questa lotta sociale; i dati d’archivio sono sconcertanti: 15.665 briganti furono fucilati e 960 persero la vita in combattimento. L’offensiva contro i briganti investì le fasce più povere e diseredate della popolazione civile e, in qualche caso, la repressione militare poté assumere i connotati di una pulizia etnica. La mostra intitolata "I briganti" che si è aperta il 29 giugno al Mutac, il Museo delle arti e tradizioni contadine, di Picciano in provincia di Pescara e che resterà aperta per oltre un anno, fino al 30 settembre 2003, si propone di riscoprire il legame storico del passato e si concretizza nel rivivere i fatti accaduti. L’esposizione organizzata come un itinerario multimediale ha visto la collaborazione di registi e musicisti, da Giuseppe Tornatore, che si è occupato di reperire tutti i film che trattavano del brigantaggio, a Ennio e Andrea Morricone. Fotografie e immagini raccontano protagonisti ed eventi della storia postunitaria, dalla rappresentazione del mondo dei contadini e dei pastori all’emigrazione, dalla situazione di povertà generale alle difficoltà oggettive di gestire uno Stato sfaccettato dalle diversità regionali. Suggestivo e interessante la ricostruzione di costumi, armi, divise dei vari eserciti, scenografie, manichini. Nella realtà storica il brigantaggio rappresentò un fenomeno complesso e stratificato che raccoglieva una massa di disperati insieme con criminali comuni ed ex-ufficiali dell’esercito borbonico. La repressione non tenne conto delle differenze né analizzò la causa generante e scatenante, anche se gli intellettuali meridionali sottolinearono il nesso tra le condizioni materiali di vita e la crescita del tasso di criminalità. Basti menzionare Benedetto Croce che nella sua "Storia del Regno di Napoli" sottolinea e inquadra la prospettiva storica e sociologica sul brigantaggio evidenziandone una rivendicazione di natura economica. Lo scopo principale della mostra è quello di riportare alla luce con tutte le motivazioni insite nell’evento stesso, un periodo, una parte di storia, il perché, la verità su quella che fu una vera e propria operazione militare nella quale l’esercito sardo considerò la popolazione del sud barbara e primitiva, terra da domare e civilizzare. Questa iniziativa si lega all’importanza del legame territorio-scuola, alla possibilità di creare ulteriori punti di vista su un argomento spesso trattato a scuola con superficialità.

HOME PRINCIPALE

TORNA INDIETRO