CASTELPAGANO Terra del Sannio Beneventano

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Fidanzamento e Matrimonio

da: G. NISTA, Castelpagano nella cronistoria, inedito, 2000

Le usanze tradizionali di Castelpagano sul matrimonio e sul fidanzamento sono ormai scomparse da vari decenni, restano solamente pochissime testimonianze che ancora cercano di resistere in alcune famiglie locali. Di norma i matrimoni venivano decisi e organizzati dai genitori. Il genitore (il padre dell'uomo), che aveva uno o più figli da "accasare", cercava fra i suoi conoscenti della stessa posizione economica (mai di rango più basso) per trovare una fanciulla che potesse andar bene per il suo casato. Una volta individuata la ragazza, si cercava "l'informatore" (zanzano) per avere più informazioni possibili , ad esempio: età, salute, denti, carattere, modi religiosi, malattie superate, appetito e tante altre notizie. Se le informazioni erano positive, mandava il "zanzano" a fare "l'ammasciata" alla famiglia della ragazza, mentre lui si accingeva a descrivere al figlio la fisionomia, il carattere e tutto quello che poteva interessare il ragazzo della futura sposa. Al ritorno dello "zanzano" recante una risposta positiva (se positiva lo era), si stabiliva la sera in cui il giovane si doveva recare per la prima volta a casa dei futuri suoceri "a sedersi" per fare conoscenza, accompagnato sempre dallo "zanzano". Il ragazzo (che era stato accettato dalla famiglia della sposa), poteva recarsi tutti i Giovedì e Sabato sera a "sedersi" trovare la fidanzata sempre in presenza dei genitori, nonni, fratelli e sorelle seduti intorno al focolare, o al tavolo ma mai vicini. Questo durava per tutto il periodo del fidanzamento. Durante il periodo di fidanzamento, le famiglie dei futuri sposi si frequentavano sia i giorni di festa (l'uccisione del maiale, carnevale, capodanno, ecc.), in cui coglievano l'occasione per scambiarsi dei regali "ceste", sia durante i periodi dei lavori dei campi (semina, sarchiatura del grano, mietitura, trebbiatura, raccolta e pulitura del granturco "scraffogliatura", ecc.. Ma, certamente non erano da meno in caso di calamità naturali o in caso di decesso di un parente dell'una o dell'altra parte. Dopo un certo periodo di fidanzamento ufficiale e dopo essersi scambiate le fedine di fidanzamento, si incominciava a parlare sia di matrimonio che di dode da dare alla ragazza. Normalmente alla ragazza veniva assegnato un corredo e qualche pezzo di terreno. Il corredo veniva registrato alla presenza di testimoni i quali dopo aver segnato sia la qualità che la quantità dei capi, apponevano la loro firma insieme a quella dello sposo e del padre della sposa. Una volta fissato il giorno delle nozze, le due famiglie fissavano di comune accordo il giorno in cui la sposa (aiutata da tutte le sue amiche) avrebbe fatto il trasloco della dote "i panni", dalla casa dei genitori alla casa dello sposo (o quasi sempre dei suoceri), ed ivi preparare la "stanza da letto". Le spese del matrimonio, spettavano quasi tutte all'uomo ad esclusione del materasso, comò ed addobbo della chiesa per il giorno delle nozze che spettavano alla famiglia della sposa. Queste cose avvenivano soprattutto quando i ragazzi rimanevano ad abitare con i genitori, altrimenti se si creavano una casa per conto proprio (erano pochissimi) ogni famiglia cercava di aiutarli come meglio potevano (chi più ha più mette).