CASTELPAGANO Terra del Sannio Beneventano

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La lavorazione della canapa e della lana

da: "CASTEPAGANO" di D.M.Ricchetti, Fasano Editore, 1983

Prima che si conoscesse nel paese il cotone, ogni famiglia provvedeva a procurarsi canapa, lino e lana per gli indumenti e per le altre necessità famigliari.

La lavorazione della canapa e del lino

La procedura per la lavorazione della canapa e del lino era identica. Si seminava a marzo; in agosto dopo la raccolta del seme si tagliavano i fusti alle radici e si legava a fascetti (vranche). I fusti di canapa che non portavano seme (spadoni) si toglievano prima. I fascetti si mettevano nei pantani dei torrenti a macerare per 8-10 giorni, erano tenuti sott'acqua con le pietre. Poi si cacciavano fuori e si facevano asciugare. Con la macella di legno si spogliavano le fibre (stoppa) dalla pula (risca). D'inverno le donne mettevano la stoppa sulla conocchia e col fuso torcevano il filo e ve l'avvolgevano. Il fuso si rendeva a matasse per tingerle, o a gomitoli (jòmmeri) per la tessitura e per le confezioni a mano con i ferri.

La lavorazione della lana

La lana tosata si lavava e si portava al cardatore (scardalana) azionato a mano. La lana usciva dal cadatore a stoppino lunghi circa 50 cm. I padroni della lana se li portavano a casa e provvedevano a congiungerli e col màngano li torcevano e li avvolgevano al fuso. Il mangano era una ruota di legno sostenuto da un supporto con una manovella, attorno alla ruota c'era una scanalatura per la cordicella che faceva girare il fuso posto a debita distanza.

Quando il fuso era pieno, si riempiva un altro. Dal fuso il filo di lana si rendeva a matasse per tingerle, o a gomitoli per la tessitura e per le confezioni a mano con i ferri adatti. Il telaio era azionato con le mani ed i piedi della tessitrice. Si componeva di pettini, di spola per la trama e del suglio (cilindro di legno) per l'ordito. I panni di lana per la follatura si portavano alla gualchiera (valechéra) azionata ad acqua. Secondo l'uso che si faceva del panno, la follatura era sana, tre quarti, mezza. Generalmente il panno di lana si usava per vestiti, per le coperte, per mandarelli, collatore, scialli. Si portavano dal tintore e poi dal sarto.