LETTERE ALLA RETE

 

LA PAROLA AL POPOLO DELLA RETE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

 

Risponde Alessandro Romano

 


 

Leggo soltanto adesso il messaggio relativo a Teano. Ti segnalo che tempo fa sono stato contattato dall'associazione "Erchemperto" di Teano, che mi ha chiesto di scrivere (a titolo gratuito, naturalmente) qualcosa che sarebbe stata pubblicata su un volume che il Comune avrebbe stampato per ricordare l' "evento". Risposi che l'avrei fatto "a loro rischio e pericolo"; nel curriculum che accompagnava il mio scritto ho anche evidenziato che un mio trisavolo nel 1849 aveva combattuto contro Giuseppe Garibaldi e che nel gennaio del 1863 lo stesso era stato tratto in arresto perché trovato in possesso di armi, munizioni e corrispondenza con Francesco II di Borbone, esule a Roma. Lo scritto che ho inviato riguardava le modalità con cui si era svolto il plebiscito, organizzato in tutta fretta nell'ottobre del 1860. Tali modalità ho tratto dal manifesto con cui il plebiscito stesso era stato indetto, di cui ho trovato una copia presso l'Archivio di Stato di Caserta. Il mio scritto è stato pubblicato e sono stato invitato alla presentazione dell'opuscolo che lo contiene, tenutasi nella chiesa dell'Annunziata, posta nel centro storico di Teano, domenica 24 ottobre. Con me c'era anche Fernando Riccardi, che, per la stessa pubblicazione, ha scritto un articolo relativo all'esercito borbonico. C'erano anche due docenti universitari, i quali hanno anche dato il loro contributo all'opuscolo. La riunione era presieduta dal sindaco di Teano. Gli autori presenti sono stai invitati a prendere la parola. Hanno parlato prima i due docenti universitari. Poi ha parlato Fernando Riccardi, il quale, ha fatto presente che occorre ricercare la verità storica sui fatti del Risorgimento e, facendo riferimento ai bersaglieri, che poco prima avevano sfilato per Teano, ha ricordato l'eccidio dai medesimi bersaglieri compiuto a Pontelandolfo. Il suo intervento è stato molto apprezzato dal numeroso pubblico presente. A me è toccato di parlare per ultimo. Ho esordito dicendo che l'Italia deve restare unita e che noi meridionali non dobbiamo cadere nel tranello che i nordisti stanno ordendo con il federalismo fiscale. Fatta questa premessa, ho accennato (il tempo a disposizione era poco) a quella che era la situazione socio-economica dell'Italia meridionale e della provincia di Terra di Lavoro prima dell'unificazione, ponendola a confronto con la situazione successiva all'unificazione. I due docenti universitari presenti hanno chiesto di nuovo la parola, per dirsi d'accordo con Fernando Riccardi e con me. Alla fine dell'incontro, numerose persone si sono avvicinate a Fernando e a me per farci le loro congratulazioni e chiederci dove poter leggere i nostri scritti. 

Un'altra piccola goccia nel mare delle menzogne risorgimentalistiche forse è stata buttata.

Ti abbraccio,

Ferdinando Corradini

 

 

 

Caro Ferdinando,

conosco la tua preparazione, la tua passione, la tua rigorosa coerenza e soprattutto la tua umiltà nel proporti che esalta maggiormente le importanti notizie di cui spesso ci fai dono.

Diversamente appaiono altre persone che, nel dualismo delle due figure di storico e di meridionalista, spesso assumono un atteggiamento schizofrenico a secondo della situazione in cui vengono a trovarsi.



 

Caro Capitano Romano,

Ieri, festività di OgniSanti sono andato nella Basilica di Santa Chiara a porgere omaggio ed una preghiera al mio Re, ed al mio Dio.

Anche se con un pizzico di imbarazzo non nascondo che, di fronte alle tombe Reali, sono riuscito a stento a trattenere la commozione, anche pensando a ciò che eravamo, a ciò che saremmo potuti essere, e a ciò che ci hanno fatto diventare.

Anche se mi  ha rattristato molto il non vedere neppure un solo fiore, sulle tombe, ho avuto piacere del fatto che, stimolati dalla curiosità di un gruppo di Giapponesi in visita, apparentemente molto più consapevoli di "Chi" stessero visitando, molte persone si sono avvicinate, ignare che in quel santo luogo vi fossero le Reali Sepolture.

Tutto ciò premesso, volevo chiedere chi fosse  un tal "Matteo De Augustinis".

La mia curiosità nasce dal fatto che tornando verso piazza Dante, percorrendo via cisterna dell'olio a ritroso, la mia attenzione è stata catturata da una enorme lapide che commemorava, all'esterno di un palazzo, questo tal signore, premettendo che fu vittima delle "borboniche persecuzioni".

Chiarito che non ritengo i Borbone in grado di attuare "persecuzioni", in quanto se così fosse stato non ci saremmo trovati in queste condizioni, trovo molto irrispettose ed anche fastidiose quelle parole, a due passi dal Mausoleo Reale.

Da qui la mia richiesta.

 

Grazie tante (non dirò mai più "grazie mille") per l'attenzione.

Cari saluti

Stefano Monte

 

 

Caro Stefano,

è vero le tombe dei nostri Re colpiscono soprattutto per la loro modesta evidenza in contrasto con la loro importanza. Non è raro vedere visitatori che, apprendendo dalla “misera” indicazione (e meno male che adesso c’è) posta presso la cappella cosa hanno davanti, restano estremamente meravigliati e, nello stesso tempo, soddisfatti di essersi trovati casualmente su un luogo molto particolare.

Purtroppo le cose vanno come devono andare perchè anche loro, e cioè i resti mortali di quei Sovrani, si trovano sepolti in “terra straniera”. Questa definizione non è mia, ma del grande don Paolo Capobianco che asseriva con determinazione che la Patria non è una semplice definizione geografica, ma un sentimento profondo che deve combaciare perfettamente con un territorio ben definito. Anche se quel luogo a noi sacro fa parte doppiamente della nostra Patria, purtroppo nei fatti “è occupato da 150 anni” da chi ha vinto una guerra soprattutto culturale. Pertanto i due elementi, geografici e sentimentali, non combaciano: ne manca uno. Per elevare quel luogo all’autorevolezza che merita, occorre necessariamente ripristinare gli elementi che ad oggi ancora non si riescono ad avere. Tutto quello che il Movimento, l’Ordine Costantiniano ed altri fedeli assertori della verità storica cercano di fare per onorare quel luogo, sono solo dei palliativi spesso poco apprezzati o ignorati.

In merito al “personaggio” da te individuato, ignorato dal 99,99% della gente come la stragrande maggioranza dell’infinità di lapidi e monumenti di questi “eroi del mendacio”, ti riassumo in breve le sue “virtù eroiche” per il quale avrebbe voluto essere perseguitato dai Borbone che non avevano altro a cui pensare che ad un povero servo della cospirazione massonica.

Matteo De Augustinis nacque il 15 aprile del 1797 in un’agiata famiglia che lo avviò agli studi di Legge presso l’Università di Napoli.

Divenuto allievo di Samuele Cagnazzi ed affascinato dalle idee “universali” e “della ragione”, aderì alla massoneria. Inseritosi negli ambienti della cospirazione politica, ebbe strada facile nell’ascesa ai ranghi universitari dove ben presto, giovanissimo, ebbe la cattedra di diritto penale. Anche se ufficialmente pubblicò studi politici, economici e forensi equidistanti, moderati e di un certo rigore scientifico, clandestinamente si dedicò a redigere libelli fortemente di parte tendenti a demolire il sistema economico e sociale borbonico costruito sulle dottrine cattoliche moroiane. Infatti, benché battezzato, assunse di frequente atteggiamenti laicistici anche intransigenti e violenti. Questa sua doppia figura gli procurò i primi seri guai nel 1844 quando fu intercettato un suo scritto sovversivo.  Sottoposto ad indagini di polizia, fu arrestato mentre ne stava preparando un altro insieme ad emissari della cospirazione internazionale.

Dopo sette mesi di arresto, fu inaspettatamente posto in libertà e riabilitato alle cattedre.  Ma la sua immagine di cospiratore era stata irrimediabilmente compromessa, addirittura ci fu chi lo accusò di aver tradito la massoneria e che presto l’avrebbe pagata cara. Sta di fatto che fu espulso dagli ambienti massonico-liberali napoletani. Dopo aver partecipato attivamente al VII Congresso degli Scienziati d’Italia, improvvisamente morì l’8 ottobre 1845”.

La lapide che lo ricorda, è riferita ai sette mesi passati nel carcere di Sant’Elmo dove, tra l’altro, continuò nella sua attività di scrittore e studioso del diritto.

(Arch. Stato Napoli - Atti Polizia 1840- 1848/ Fasc. III - 1845); (Massoneria e Politica – Ed. Massoneria Napoli 1889).

 

 


Carissimo compatriota Alessandro,

ho sentito che in occasione del prossimo Festival di Sanremo  gli organizzatori vorrebbero approfittare dell'evento, e quindi della sua  vasta platea, per festeggiare l'unità d'italia.

Cosa possiamo fare per bloccare quest'iniziativa?

Un'idea potrebbe essere  organizzare l'invio di una  mail da parte di tutti i
compatrioti nella quale manifestare il nostro dissenso o  comunque organizzare
qualcosa per evitare  questa ulteriore  farsa. Qualunque suggerimento da parte
tua sarà ben accetto ma comunque attiviamoci.

In attesa ti saluto cordialmente.

Guido Varsallona

 

P.S. A me è venuta un'idea che mi fa piacere trasmetterti e che comunque non  ha nessuna attinenza con l'argomento in oggetto. Perchè non realizziamo un   distintivo come segno di lutto da portare sui ns abiti ( mi riferisco ai ns  compatrioti e a tutti quelli che avranno il piacere di  farlo) in ricordo degli
eccidi fatti dai piemontesi contro le popolazioni del Sud in nome dell'unità  d'Italia ?

 

 

 

Caro Amico,

quando questi decidono certe cose è molto difficile farli desistere dai loro malefici intenti. Quello che si potrebbe fare è esattamente ciò che abbiamo sempre puntualmente fatto: rovinargli la festa (vedi Sanremo 2009).

L’anno scorso la cosa ha funzionato alla perfezione perché i nostri compatrioti attivisti hanno giocato sull’effetto sorpresa, spiazzando tutti quanti. Noi mantenemmo il massimo riserbo e loro furono di una determinazione e di una precisione da manuale.

Tuttavia visti i precedenti, credo che quest’anno non riuscirebbe a passare nemmeno un ago dalle maglie del filtro giacobino del Festival. Nemmeno è pensabile che delle semplici e-mail possano in qualche modo disturbare i promotori di certe iniziative.

Come diceva Crocco: “Occorre aspettare un loro passo falso per colpirli. Uscire allo scoperto sarebbe solo un tiro a bersaglio”. Quindi, per il momento è consigliabile sedersi sulla sponda del fiume ed aspettare un loro errore per metterli alla berlina attraverso i nostri ben rodati strumenti.

In merito alla tua idea di un distintivo mi sembra ottima. Tuttavia devi sapere che nel nostro Movimento vige “il principio del pioniere” e cioè, chi partorisce un’idea diventa automaticamente il progettista, il promotore ed il responsabile della realizzazione di quell’idea alla quale tutti devono concorrere.

Ciò nasce dal principio che “la corda si tira e non si spinge” e per evitare che il nostro mondo si divida negativamente in due categorie: a) Chi partorisce le idee e le impone (il caporale); b) chi le subisce e le deve mette in pratica (gli uomini). Pertanto, facci conoscere nei dettagli la tua idea e come intendi realizzarla: se è valida, come sicuramente lo sarà, tutti noi saremo pronti a seguirti.

 



 

Caro Alessandro,

bene hai fatto a comporre lo stridore di questi due articoli. Quello dell’asservito Panebianco l’avevo letto già ieri sul corriere.it, con il solito intermedio e finale conato di nausea che deriva dal leggere i suoi “editoriali” da accordato ai dominatori. Scopro ora invece, grazie a te e alla rete, il pensiero di questo Schifano, certamente un figlio della nostra emigrazione – i cognomi sono l’unica cosa che non mente!, che riassume -forse meglio di tanti altri- elementi di pensiero che sono anche i miei.

Un saluto duosiciliano,

Luca Sessa

 


Grazie Capitano!! per avere ancora una volta dato onore alla verità! speriamo che a livello nazionale si sappia delle falsità della storia! 

A Formia hanno reso onore ai ladri e criminali,  granatieri del Piemonte o Sardegna come dir si vuole, ma come riusciamo a far capire che la storia ha falsificato! come si fa capire che l'unità d'Italia in fondo è un invasione di uno stato straniero! si festeggia i 150 anni dell'unità d'Italia ma, secondo me bisogna far capire che questa è sola un invasione di uno stato nei confronti degli di uno stato sovrano! che in fondo nessuno  nel meridione voleva l'unità d'Italia, tanto è vero che i cosiddetti briganti non erano che altro patrioti che combattevano per la loro nazione!  Bisogna andare avanti, come stai facendo tu per far capire che l'unità d'italia non è altro che una falsificazione!! e che  l'unità d'italia è servita semplicemente ad arricchire la casse del nord! e adesso voglio il federalismo! quando già 150 anni fa già eravamo divisi ma al nord non conveniva!!!!!

Com'è che la storia non  insegna niente???

Aspetto una tua risposta e una bandiera dei Borbone d'appendere al mio balcone, perchè penso che dobbiamo incominciare a distinguerci da questo marciume d'italia unita!!!!! (escort, put....,BERLUSCONI, tangenti ecc)

UN caro saluto

Luigi GOTTI

 

 

Caro Luigi,

innanzitutto ci vuole pazienza che è cosa ben diversa dalla rassegnazione in cui da tempo è finita la nostra Gente.

Basta persistere ed insistere ed il tempo ci darà ragione, soprattutto perché le vere vittorie sono quelle i cui effetti non svaniscono nel giro di un semplice evento.

In merito alle Bandiere, in questi ultimi tempi notevole è stata la richiesta, tanto che anche i nostri “fornitori ufficiali” ne sono rimasti sprovvisti.

Stiamo vedendo di farne produrre delle altre apportando anche dei miglioramenti nelle stampe. Appena le avremo, una sarà tua per farla sventolare anche a Formia.

 

 


 

 

UN REGNO ARRETRATO

Ciao Alessandro,

quando mi trovo in luoghi al di fuori della zona dove abito, osservo quando posso le tracce che possono testimoniare quanto ere arretrato il Regno delle Due Sicilie prima dell'annessione al Piemonte, vista  la versione  storica ufficiale.

La verità è scritta nelle pietre della nostra terra, per leggerla bisogna soltanto osservare con  un po' di attenzione e pazienza.

Sabato sera  16 ottobre 2010, mi trovavo a Mercogliano, cittadina posta vicino ad Avellino, andavo ad incontrare una persona, appuntamento nella piazza antistante  il Municipio.
Scendo dalla macchina e noto di fronte al Palazzo Comunale, sulla sinistra una fontana pubblica, di quelle importanti che riportano la targa in marmo  dove vengono riportate la paternità e la data di costruzione, come ben sai.

Era buio e non potei leggere l'iscrizione, ma individuai con assoluta certezza la data di costruzione in caratteri romani anno 1846, pensai (mmmm è stata fatta nel periodo borbonico).
Siccome ero leggermente in anticipo decisi di fare quattro passi.

Dietro al Municipio si sviluppa il centro storico, molto antico ,incollato alla collina che sale con una pendenza enorme.

Presi la prima stradina che trovai e notai che  si poteva  percorrere solo a piedi, data la pendenza, al massimo poteva essere affrontata  con animali da soma.

Rimasi meravigliato da tanta bellezza architettonica ( come è vero che esistono luoghi stupendi vicino a noi e ci  si ostina ad andare a visitare posti lontani dalla nostra terra, magari meno belli).

A metà strada, incassata in un muro, vi era una fontanella pubblica, fatta in piperno di buona fattura, scolpita, nella zona centrale appariva  la data di costruzione 1846, la stessa data riportata sulla fontana importante davanti al Municipio.

Caspita ho pensato, questa cittadina nel 1846 sotto il Regno di Ferdinando II aveva già l'acqua pubblica, contraddicendo chi ha scritto che il Regno delle  Due Sicilie era arretrato.
Ciao
Stefano Lippiello

 

 


Salve, al cap. A. Romano;

forse mi sono perso qualche passaggio, ma noto che si parla di italiani e del Regno delle Due Sicilie (la mia Patria), noto anche che si da molto spazio agli Italiani Nordisti, che salva prova contraria non ho mai "capito"perchè si sono appropriati di un nome antico che certamente non ha nulla a che vedere con il Nord.

Forse il mio "nozionismo" mi tradisce, ma mi risulta che sin dal 98 a.c. si era aperta una forte polemica tra le tribù Italiche e Roma, sino a che dopo un evento sanguinario, nel 91a.c. TUTTE le tribù italiche escluse l'etruria e l'umbria si ritrovarono a Corfinio, nel gomito del fiume Aterno che da lì prende il nome Pescara per fondare una lega antiromana con un proprio esercito al quale fu dato per la PRIMA volta in senso politico il nome ITALIA per chi vuole studiare c'è molto da leggere. Sono Abruzzese come avrà capito, ed i nostri bastioni sono stati gli ultimi ad arrendersi al vgliacco invasore, dalle mie parti tutti gli anni si rinnova attraverso feste e sagre la leggenda dei BRIGANTI, AI QUALI LA NOTTE DI NATALE SI LASCIAVA L'USCIO APERTO E TAVOLA IMBANDITA, poi dopo il suono delle campane per fine messa, gli abitanti tornavano, ma qualcuno aveva mangiato, bevuto e passata una notte diversa da quella che si trascorre in montagna o nei boschi o nelle capanne dei pastori. Non voglio rubarle altro tempo ma ci tenevo a scrivere che non solo eravamo commercialmente ed economicamente la terza potenza europea, ma che i TERRONI hanno tracciato per PRIMI la parola ITALIA  e ne fecero un esercito: Corfinio battè moneta propria con la parola ITALIA e per un po’ fu riconosciuta capitale di tutte le tribù italiche, a differenza dei nordisti odierni o di qualche Ascaro si battevano per avere PARI DIRITTI - la cittadinanza Romana - erano stufi che in battaglia gli italici venivano strategicamente messi sempre in prima ACE, erano stufi...non posso andare oltre.

Cari saluti a Lei ed a Tutti i patrioti e ricordiamo i nostri avi che con il loro lavoro e sacrificio ci hanno lasciato IL BEL PAESE che oggi mi sembra alquanto abbruttito.

Sempre vigile: onore e gloria!

 

Domenico Bonomo

 

 

Caro Domenico,

ciò che tu affermi con orgoglio è esattamente quello che nelle mie conferenze dimostro con documenti è fatti.

La cosa interessante è che quando illustro con un pizzico di provocazione che “l’Italia siamo noi” e che tutti gli “altri erano e sono solo delle regioni periferiche” vedo meraviglia negli sguardi di chi mi ascolta, spesso compiacimento ed addirittura, in alcuni casi, sgomento. Il teorema, infatti, è semplice e sconvolgente, ma è la verità: l’Italia eravamo noi. Fummo annessi al piccolo Piemonte la cui storia e la cui cultura italiche non sono mai state. Tanto per dirne una, la proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo del 1861 fu scritta in francese.

Ora, finalmente, l’est della Francia (il Piemonte, Aosta e Liguria) ed il sud dell’Austria (Lombardia, Friuli, Veneto ecc.) vorrebbero finalmente “liberare” dall’occupazione l’Italia e Roma: vediamo cosa succede. Meglio un divorzio sfavorevole di una cattiva convivenza.

 


 

Al capitano Romano

Mi chiamo Rispoli Domenico e mi ritengo un patriota anche perche la mia bisnonna era la sorella di un capobanda dei briganti ( Peppe Apuzzo di Paipo nome di battaglia Cascettone ) .

Stamane dopo avere visto il video pubblicato dall'amico Gennaro Brandolini riguardante la poesia ( la più bella forma d'arte letteraria ) 'O SURDATO 'E GAETA , la quale, e non posso nasconderlo, mi ha commosso per la passione e l'ardore con cui fu scritta, oltre al parlare di un compatriotta di Meta, cittadina a pochi chilometri da Positano. Colpito nel più profondo del mio cuore, sono andato a ricercare nel web dove l’ho trovata ( l’ho copiata anche nelle mie note personali ). Ma non contento di ciò e preso dall'entusiasmo, l'ho pubblicata nel giornalino online ( positanonews.it ) per metterla a disposizione dei lettori, dove, tra l'altro, c'e' una rubrica curata da Giovanni Cervero che parla della storia del sud. Dopo averla pubblicata ho contattato Cervero che mi aveva rassicurato che l’avrebbe inserita nella sua rubrica. Ma più tardi ho visto che era stata addirittura rimossa. Allorché ho ricontattato Cervero il quale mi ha detto con immenso stupore che non ne sapeva nulla della rimozione, spiegandomi che anche le sue inserzioni vengono vagliate dal direttore ( Cinque Michele ). Ribadisco che ho solo fatto un lavoro di copia ed incolla senza aggiungere nessuna lettera o parola.

 

Non riesco per nulla a comprendere come un pezzo d'arte, in questo caso arte borbonica, debba essere giudicata non interessante o culturalmente irrilevante da una singola persona.

Per tale gesto mi sono ritenuto immensamente offeso ( e come sputare su un Caravaggio o su un Caprile solo magari perché non si comprende la forma artistica). 

Sempre fedele alla mia Patria duosiciliana e che Dio maledica i Savoia sin quando non se ne perderà il nome.

 

Rispoli Domenico

 

P.s.: Vi lascio i miei numeri telefonici (omissis)  ( 'Evviva 'o 'rre ) 

 

 

 

Caro Domenico,

non ti amareggiare più di tanto, noi dividiamo il mondo politico-culturale meridionale in due categorie: a) i giacobini, servi della menzogna e del degrado etico-morale, artefici della nostra attuale situazione, con tutte le varie diramazioni; b) i neoborbonici ed i legittimisti, con tutte le varie derivazioni e promanazioni, ma tutti figli fedeli di una Nazione una volta grande e prospera che sopravvive da 150 anni nei cuori dei veri meridionali.

Questi signori che si permettono di censurare la verità e l’arte a loro scomoda, fanno di tutto per preservare il regime storico-culturale a cui appartengono da 150 anni.

Pertanto, caro amico è tutto tempo e fiato sprecato. Naturalmente non è che uno debba desistere, anzi, ma è meglio forse concentrarsi in altre direzioni evitando di legittimare certe “testate” con lavori sicuramente più onesti e coerenti delle loro sistematiche menzogne.  

 

 


 

 

Caro capitano Romano,

mi scuso per aver riportato le mail, ma non volevo che si dimenticassero i passaggi del ragionamento. Ammetto che rileggendo a distanza di tempo la mail sembro molto forcaiolo, quando lessi la notizia di ciò che accadeva realmente a Terzigno mi arrabbiai, anche se andrebbe detto che mi incazzati tantissimo. Combattere per me non significa prendere una pistola e sparare! Si combatte al livello culturale, sociale, economico e in ultimo, come conseguenza ultima, estrema, al livello MILITARE. Violenza porta violenza è vero, ma se un pastore ha il gregge che viene attaccato dai lupi, come potrebbe convincerli ad andarsene in maniera pacifica? Ci mette i cani in mezzo al gregge, poi costruisce un recinto...poi alla fine se il lupo è caparbio una pallottola, una una, se la prende! Tu stai combattendo al livello culturale in stile Leonida contro Serse. Io mi immagino con il tuo Operato come possa sentirsi un leghista: i tuoi beneamati Asterix e Obelix, da cui discendi, non ti hanno dato nulla da mangiare e, se sei diventato grande, devi dire grazie ai Terroni! (Fossi leghista, ad appurare una cosa del genere, preferirei morire affogato nelle acque “sacre e purificate dagli scarichi industriali” del Po’).

Ogni giorno io “combatto” il pregiudizio leghista del Nord, si potrebbe sembrare ridicolo detto così! Ma lo faccio diffondendo le notizie storiche, cercando di convincere la gente che non siamo inferiori a NESSUNO e che abbiamo anche noi una dignità di popolo, non compro il più possibile i prodotti del nord ecc. ecc.

In ogni conflitto, hai ragione, chi ci rimette sono sempre i più deboli, ma la cosa che temo è che guardando in dietro nella storia ad ogni rivoluzione culturale è seguita una rivoluzione socio-economica poco pacifica; si pensi alla rivoluzione francese, i cui semi sono stati piantati dall’illuminismo che hanno fatto prendere coscienza alla borghesia delle sue reali potenzialità. Senza andare oltre nel ragionamento storico ( di cui sono sicuro che la mia conoscenza arrossirebbe su questo tema confrontandomi con te, che consulti archivi e sotto archivi e libri interi di storia), con il vostro movimento culturale state seminando la rivoluzione culturale, sociale ed economica.

Gli strumenti come dici tu sono cambiati, basti pensare alla questione del nucleare! Le regioni MERIDIONALI (guarda caso una centrale nucleare non si può mettere sotto Milano e le scorie buttarle sotto al duomo) si erano unite e avevano detto un secco ENNE-O allo Stato italiano. Ebbene sì, grazie alla “bravura” di Fitto, le leggi regionali sono state reputate INCOSTUTIZIONALI! Ringraziando il governo italiano, si è avviata la formazione del comitato per le centrali nucleari e via dicendo: entro il 2020 avremo le centrali nucleari! Sommando gli effetti dell’ILVA di Taranto più gli effetti delle scorie nucleari ( che si sa bene come saranno “gestite”) credo che morirò tra l’imbarazzo della scelta della tipologia dei tumori che la medicina mette nel menù! La gente è stanca di tutto ciò che sia impegnativo e pensa alla pagnotta!

Quindi facendo un pronostico dell’economia meridionale che è fortemente rurale (sulla base delle mie competenze derivanti dalla laurea in agraria) si avrebbero problemi riguardo: le produzioni agricole che sarebbero invendibili e quel poco di vendibile sarebbe fortemente screditato nel mercato nazionale, il paesaggio ne uscirebbe ulteriormente devastato mandando a rotoli quel debole turismo che si sta sviluppando, le aziende connesse del settore agroalimentare chiuderebbero e infine la disoccupazione salirebbe alle stelle.

I più teneri di animo penserebbero: andiamo a lavorare su al nord! Ma anche qua ultimamente da Milano hanno pensato affettuosamente a noi terroni: SE NON SEI RESIDENTE NON LAVORI!! E ma se io non ho i soldi perché non lavoro, come faccio a comprarmi una casa o a pagare un affitto a Milano e simili?? Mistero della fede celtica!

Di tutti questi ragionamenti, sicuramente poco precisi e molto semplicistici, mi preoccupa il pensiero che un giovane come me alla fine dopo tanti schiaffoni dalle istituzioni e per giunta la quasi certezza di morire di tumore se rimane qua  non ha nulla da perdere! Quindi se mai ciò dovesse accadere chi mai guiderà quei giovani? Lo Stato italiano (leghista per fede da 150 anni e dichiarato da 20 anni) li sopprimerà, e spero che a quel punto i vostri semi siano germinati in capi politici ed eroi! Spero che la disperazione non dilaghi e che ci sia un interlocutore politico che porti benefici immediati al sud altrimenti c’è una frase di non ricordo quale politico-filosofo americano che mi fa rabbrividire, la quale recita: l’albero della libertà ha bisogno di tanto in tanto di essere annaffiato con il sangue dei tiranni e degli eroi.

Non voglio rubarti altro tempo, spero di aver spiegato le mie idee in forma chiara e di non averti annoiato nella lettura!

Cordiali saluti,

 

Nicola Giannico

 

 

Caro Nicola,

con il tuo discorso hai toccato un po’ tutti i punti di una situazione tragica, ma non disperata.

E questo perché nelle tue parole noto una reazione negativa per una latente disperazione che fa agire per vendetta e risentimento e non per risolvere ciò che ormai si ritiene erroneamente irrimediabilmente compromesso.

La disperazione, infatti, arriva quando non ci sono più speranze. E non è vero, come ha detto invece il grande regista Monicelli, che “la speranza è dannosa al popolo perchè l’hanno inventata i padroni per tenere buoni i servi”. Non è vero per il semplice fatto che grazie alla speranza dei nostri Padri, alla fede nell’amore sociale di chi ci ha preceduti se adesso stiamo qui a fare raffronti ed a segnare la strada da seguire.

Noi Crediamo fermamente nella verità, nella giustizia e nei valori autentici dell’Uomo, ci rifiutiamo di credere che il male, con tutte le sue aberranti derivazioni che oggi riscontriamo in maniera così evidente, possa prevalere in eterno sul bene: “Verrà un giorno.....”. Ne siamo certi. Ed allora non ci saranno sconti per nessuno. Occorre solo lavorare affinché quel “giorno” si avvicini sempre più, senza commettere errori e senza cadere nelle trappole di chi, invece, vuole allontanare la meta e relegarci nella rassegnazione e la disperazione di chi ha perso definitivamente tutto.   

 

 


 

Il piacere che mi fa questo emergere dell’altra verità è indicibile. Ho la coscienza pulita: nel mio piccolo 50 laureati vengono due volte la settimana a seguire le lezioni di cultura vesuviana a San Giorgio a Cremano, dove, con grande pazienza, stiamo scollando tutte le etichette dalle pagine di storia. E  di docenti neoborbonici ce ne sono soltanto due! Il conto non solo lo abbiamo presentato ma glie lo stiamo anche facendo pagare: pian piano. Intanto stiamo parlando di una città che ha cancellato una piazza Garibaldi. E non sarà l’ultimo passo. Un abbraccio a tutti voi e grazie per l’opera costante di informazione e formazione.

Aldo Vella

 

 

Caro Aldo,

sarai sempre un grande per quello che fai, ma anche per quello che prima di tutti hai fatto con coraggio e determinazione.

 

 


 

Vi invio una mia poesia su Napoli (quale capitale del Regno delle Due Sicilie), premiata il 27.06.2009 nell'ambito della quarta edizione del Premio "Vittorio Bodini", promosso dall'Associazione Culturale Salentina "Vitruvio di Lecce.

Titolo: SCETATE NAPULE.
Scetate Napule/ chell'armi nun'eran sincere/ Championnet nun dicev'o 'vero.-
Scetate Napule/ pure Giuacchin te facette fesso/ ma po', pe furtuna, fernette
ampress.- Scetate Napule/ a Caribard ce creruto/ e chillo ai Piemuntes t'à
vennuto.- Scetate Napule/ pe l'Italia alluccavano/ e pure e' viscere te
fruculiarono.- Scetate Napule/ "Viva o' rre nuosto" strillavano/ e comme
brigante è fucilavano.- Scetate Napule/ cà a' Storia è ancora corta/ chillu
rre, o' bbuono, stà fora a' porta.

Gustavo Rinaldi, autore di "1799 la Repubblica dei traditori" e "Il Regno
delle Due Sicilie.

Tutta la verità.

Gustavo Rinaldi

 


 

Caro Alessandro,

Cazzullo è uno dei veri nostri nemici, servo premiato di uno degli strumenti di istruzione delle masse, ma la tua premessa lasciava pensare che questo suo articolo sarebbe stato un limite inferiore della sua infamità. L’ho trovato invece pari alla sua solita retorica dalla parte dei dominatori, ossia infame come nella sua media (e, del resto, anche l’articolo di Pino Aprile è esplicitamente generoso nei confronti di Guerri). Sue punte verso il basso sono piuttosto articoli come quelli diffamatori della grande storia del Banco di Napoli, 3 luglio 2010 sul Corriere (di Milano). Ho chiesto anche alla Direzione dell’Archivio Storico del Banco come mai non si fosse levata una voce di protesta, ma la proprietà del nostro nobilissimo Banco è ormai anch’essa dislocata…

Da Roma, Napoli e Avellino stiamo finalmente e dopo 10 anni partorendo novità associative che spero di poterti annunciare presto. Una nostra sodale aveva inviato una lettera di replica e protesta al Corriere della Sera a inizio luglio, ma non fu pubblicata…

Un saluto duosiciliano,

Luca Sessa

 

 

Caro Luca,

il sentimento che provo quando leggo gli scritti di Cazzullo è la compassione.

E lo dico sinceramente. Un uomo che per vivere ed apparire è costretto a dire certe meschinità e certe castronerie mi fa più pena di un qualsiasi povero disgraziato ridotto alla miseria.

Ricordo qualche anno fa quando, bombardato dai nostri tiragliatori internettiani scelti, si fece meraviglia lui stesso che quanto aveva scritto avesse suscitato un si grande interesse dalla parte avversa. Insomma fece ingenuamente capire che i suoi scritti li leggevamo solo noi. Poverino.

In merito alle tue annunciate “novità associative” ti posso assicurare che le associazioni ed i partiti meridionalisti sono le uniche realtà che abbiamo in abbondanza, direi in sovrabbondanza.

 

 


 

Ho visto il vostro indirizzo nel libro Terroni di Pino Aprile e vorrei iscrivermi in quanto calabrese cresciuta all'estero (Toscana) e incazzatissima da 47 anni.

Mi candido volentieri per una collaborazione, ma non so in cosa potrei essere utile. Forse nella linguistica? In ricerche d'archivio?

Spero in una vostra risposta.

Intanto segnalo una cosa che mi ha veramente disgustato proprio stasera.

Se qualcuno ha avuto la disavventura di vedere il TG7 saprà che è stato mandato un servizio nel quale si confrontava il dolore composto e dignitoso del paesino del bergamasco con quello gridato e sbracato di Avetrana.

La differenza è stata per di più ricondotta ipocritamente a quella tra  paese ricco e povero, tacendo quella che era comunque ben chiara, la differenza tra nord e sud.

PROPONGO un PASSA PAROLA - previa verifica - per BOICOTTARE il TG di Mentana. Se lo vedano i leghisti.

Ciao

Tina Pellicanò

 

 

Gentile Tina,

benvenuta in Patria, quella vera, quella del cuore e del sangue che ci circola nelle vene.

Da questa sera stessa sarai collegata in Rete, quindi ti potrai fare un'idea di quanto accade nel nostro mondo che è rimasto sconosciuto ai più fino a quando Pino Aprile ha tirato la sua bomba terronica. Poi se e come vorrai collaborare, per noi sarà un vero piacere.

Pubblicheremo la tua lettera (senza i tuoi recapiti) nella nostra Rubrica periodica “Lettere alla Rete” che proprio questa sera sarà diramata e così ci sarà il tuo augurato passa parola.

Un caro saluto.