CASTELPAGANO Terra del Sannio Beneventano

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I GIOCHI CHE

I BAMBINI

DI CASTELPAGANO

FACEVANO UNA VOLTA

Ricerca degli alunni della classe II C

Anno Scolastico 1997/98

 

"IAOZA E CALA"

Questo gioco è molto facile e divertente ed era eseguito soprattutto dalle bambine. Siccome non c'erano bambole e giocattoli, le femminucce si creavano questo gioco per divertirsi. Sopra un grande sasso posizionavano un tavolone di legno. Due bambine si mettevano alle estremità e facevano "iaoza e cala" cioè su e giu', spesso contando per vedere quanto tempo riuscivano a mantenersi in equilibrio.

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"SCARCAVARRIL"

Uno dei giochi più divertenti e simpatici che i bambini facevano una volta , si chiama "scarcavarril". E' molto facile da eseguire, perchè non occorrevano strumenti o cose particolari per farlo, ma solo 4 o 5 giocatori. Ci si mette in fila , uno dietro l'altro e tutti si chinano in avanti; l'ultimo della fila, si alza, prende la rincorsa e deve scavalcare gli altri; arrivato al capo fila, si china, mentre l'ultimo della fila comincia a saltare. E' un gioco che richiede molta agilità e prontezza di riflessi. Era eseguito soprattutto dai maschi, nei luoghi scoscesi, dove era più facile saltare in avanti.

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"L’ORFANELLA"

Tutti gli invitati si siedono; una donna fa l’orfanella ed un uomo il fratello. Quest’ultimo sopra i vestiti un mantello, si lega sulla pancia un grande coperchio ed in mezzo alle gambe si mette una "cucchiara" con la quale ci si faceva la polenta. L’uomo gira intorno alle persone sedute dicendo: "i teng na sorella orfanella, mamma e padre nonn ne tenem; se vo marità e nisciuni se la vo piglià! Tu che la vo dà?" Gli altri partecipanti dicono: chi un fazzoletto, chi uno scialle, chi un vestito, chi le calze........ Tutti devono ricordare che cosa hanno offerto gli altri perché chi ripete le stesse cose paga il pegno. Dopo, il fratello dice: "campi tu, campa l’orfanella, camp ii e campa pur chist". Allarga le gambe, esce la cucchiara e sbatte vicino al coperchio.

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"ZOMBACAVALL"

Un altro gioco molto divertente è "ro zombacavall". E' un pò simile alla campana che si gioca oggi, ma con delle regole diverse. Si disegna un rettangolo a terra, con del gesso o co "na preta pizzuta" e lo si divide in tanti quadrati allineati. Il primo giocatore, prende un sasso e lo posiziona nella prima casella; saltellando su un solo piede, lo spinge nella casella successiva, facendo attenzione a non farlo rimanere sulle linee. Se questo succede, il giocatore cede il turno ad un altro e quando tocca nuovamente a lui deve ricominciare a saltare dalla prima casella.

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"PETR BORZA"

Tutti i partecipanti si siedono a terra in cerchio: si sceglie una persona che fa la parte di "Petr Borza". Questo indossa tante camicie, tanti pantaloni, tante giacche, una sopra all'altra. Egli sceglie una persona e gli ordina: "Fa come fa Petr Borza" e gli toglie la giacca, l'altro lo imita; cosi' succede anche per gli altri indumenti. "Petr Borza" che indossa tanti abiti uno sopra l'altro non si spoglia mai, mentre il giocatore chiamato in causa, che è vestito normalmente arriva alla fine nudo. Se non si vuole spogliare paga il pegno. Il gioco continua con tutti gli altri partecipanti.

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"LA VOLPE E LA TANA"

I giocatori si mettono in cerchio; nel mezzo c'è una persona che fa la volpe e intorno un'altra gira con una "corea". Ogni tanto la volpe si affaccia tra due persone e quella che gira intorno dice: "la volpe a la tana" e cerca di colpirla con la corea. Se ci riesce, la volpe va nella tana e viene sostituita da un'altra persona.

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"IL SERGENTE MOSCHETTIERE OGNUNO IL SUO MESTIERE"

Per eseguire questo gioco ci vogliono molti partecipanti, ognuno dei quali sceglie un mestiere: chi fa lo zappatore, chi stira, chi lava ecc.. Il conduttore dice: "il sergente moschettiere ognuno fa il suo mestiere". A queste parole ogni giocatore deve eseguire il proprio lavoro fin quando il conduttore dice ad esempio continua solo il sarto, oppure un qualsiasi altro mestiere. Chi si imbroglia dovrà pagare un pegno. Questo gioco è simile alla bella statuina, un gioco molto amato da noi ragazzi.

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"RO CHIRCHIE"

"Ro joch co ro chirchie" era molto facile eseguire e molto diffuso.Per farlo occoreva avere un cerchio,spesso anche quello delle botti, e un piccolo bastone di ferro con la punta sagomata alla lunghezza del cerchio. Col bastoncino si spingeva il cerchio e lo si faceva girare qua e là,fino a quando non cadeva.Di solito i bambini gareggiavano per vedere chi lo faceva stare in piedi più tempo e in questo modo giravano per tutte le strade del paese.

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"RO STRUMBEL"

"Ro strumbel"è il nome dialettale della trottola di oggi. I bambini con essa facevano delle scommesse per vedere chi era il più abile a farla girare più tempo a terra e a prenderla in mano. A volte venivano organizzate delle vere e proprie gare ed allora il primo giocatore faceva roteare la sua trottola e gli altri dovevano tirare la loro sopra alla prima, il modo da colpirla e spaccarla.

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"ZOMBA NCOLL"

Si mettono due o tre persone chinate su una sedia e le altre devono saltare su di loro. Inizia uno e poi saltano gli altri. Chi non riesce a scavalcare il compagno e cade a terra, si deve mettere sotto. Il gioco continua fin quando non si è stanchi.

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"JATTA CELATA"

Nei tempi antichi, dopo una giornata di duro lavoro, la sera si riunivano tutti i parenti e i vicini di casa e trascorrevano le lunghe serate invernali. Mio nonno mi ha detto che il gioco più diffuso ai suoi tempi era "JATTA CELATA". Una persona viene bendata con un fazzoletto, gli altri giocatori la fanno roteare su se stessa in modo che si disorienti. Dopo di ciò si fa avanti un giocatore e dice : "Jatta Celata chi t’a puntat?". La persona bendata risponde : "l’aghi". Sempre il giocatore di prima le dà uno schiaffo e dice: "Trova a chi t’a date". La "Jatta Celata" deve, tra tutti i giocatori, cercare chi le ha dato lo schiaffo, altrimenti resta sempre bendata.

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"MAZZA E PICCOL"

Un altro gioco molto diffuso era "Mazza e Piccol" che i bambini si divertivano a fare quando andavano a pascolare le mucche. Per fare questo gioco occorrevano due pezzi di legno, uno appuntito agli estremi, "ro piccol", di venti centimetri e l’altro di lunghezza regolare; "la mazza". Un giocatore colpiva "ro piccol" con "la mazza". L’avversario faceva altrettanto. Guadagnava più punti chi riusciva a tirare "ro piccol" più lontano.

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"LO SPECCHIO"

In questo gioco se a mantenere lo specchio è una donna, quelli che devono specchiarsi devono essere uomini e viceversa, cioè se quello che mantiene lo specchio è un uomo a specchiarsi saranno le donne. Il conduttore del gioco è seduto su di una sedia, mantiene lo specchio e dietro di se c'è una fila di uomini o donne. Inizia il primo, questo si specchia e se a la donna piace, bene, altrimenti davanti a se tiene preparata una bacinella piena di acqua dove bagna un panno che da in faccia al giocatore. Continua cosi anche con il prossimo.

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